ISSN 2039-2656
22 / 2020
Editoriale. Segni direttori del progetto urbano | INTRODUZIONE | Il significato delle città | Roma, il valore dell’inerzia | POSIZIONI | Il muro e la siepe | Il Peninsular | Archeologia, Paesaggio e Città. Una nuova stazione a Roma | Tre interventi necessari | Progetto urbano e ambientale per il sistema dei Casali della città di Napoli | Appia Antica. Il recupero dei paesaggi | Le vie del Mediterraneo | Mura e aree archeologiche mediterranee | In fuga dalla storia | Natura e storia nel progetto di paesaggio | Dalla città del passato alla città 'green' | ESPERIENZE | Porta Palatina e la questione delle mura | Francoforte e le sue murazioni | Mura di Lubiana | Ferrara. Le mura da limite a trama | Mura e acqua a Milano | Le mura aureliane | Il parco delle mura di Roma | L’Aggere Serviano e la stazione Termini | Il progetto mura per Viterbo | CALL FOR PAPERS | Territori in transizione | Le fortificazioni dell’isola di Traù in Dalmazia | Sulle tracce degli Ospedalieri a Malta | Memorie dei luoghi di epoca inca | Roman Bunker Archeology | I ‘grandi solitari’ nel Progetto Urbano Ostiense-Marconi | ESPERIENZE DIDATTICHE | Le mura urbaniane di Roma | LA CITTÀ ARTISTICA | Assenze specifiche | RECENSIONI | Pensare lo spazio urbano, di Attilio Belli
Con questo numero si conclude la trilogia dei segni direttori a cui appare opportuno applicare il metodo del progetto urbano. Dopo le infrastrutture ferroviarie (EWT 20) e i fiumi (EWT 21), stavolta sono i grandi segni della storia il tema su cui ci si propone di approfondire la riflessione, al fine di contribuire ad un’agenda complessiva per la riprogettazione delle città, avendo dato per scontati gli approcci green e smart che sono alla radice stessa della rivista Eco-Web-Town. Nonostante la grande attenzione che il patrimonio storico continua a suscitare nel nostro Paese inguaribilmente conservatore, c’è da restare increduli rispetto alla scarsità dei progetti in corso o in programma. I pochi progetti che prendono vita grazie agli sforzi di qualche soprintendente illuminato o di qualche volenterosa amministrazione comunale, appaiono quasi sempre fuori scala... ...leggi tutto
Quale ruolo per i grandi segni delle città: i diversi depositi stratificati di memoria? Accettare la loro presenza vuol dire riconoscere anche la loro distanza – il loro altro tempo, la loro diversa origine - che ci spinge ad interrogarci sulla riproduzione automatica e banale della città esistente. Si deve esplorare una concezione più aperta dell’idea di costruzione di una città per parti dove – persa la possibilità di un controllo integrale della forma urbana – sia comunque possibile assicurare, attraverso l’architettura, qualità e scintille di senso alla molteplicità in continua mutazione dei luoghi ...leggi tutto
Roma è inerte non solo dal punto di vista fisico, urbano (l’urbs), ma anche dal punto di vista sociale (la civitas). I due aspetti sono fortemente interrelati, per cui partendo dalla inerzia della città fisica, probabilmente si smuove anche la componente sociale. Roma è immobile e trova nel suo straordinario patrimonio culturale, urbanistico, architettonico, archeologico, naturalistico, il fondamento della sua inerzia. È possibile trasformare questa inerzia in un valore, estrarre da essa innovazione e sviluppo? La città è bloccata, ma anche strutturata da tre anelli.... ...leggi tutto
Mura, siepi, i confini, quelli tra dentro e fuori, tra soggetto e oggetto, tra io e mondo, tra persone e natura, tra organico e inorganico, sono sempre più insicuri, difficili da osservare e quindi da raccontare e da disegnare. Oggi ci siamo accorti di non essere solo spettatori in contemplazione di una natura a noi esterna, o sue vittime, ma di essere attori in una unica "messa in scena": la natura, i paesaggi, non sono solo il contesto - di là delle mura e delle siepi - il fuori con il quale dobbiamo confrontarci. In qualche modo, mura e siepi non sono cose, oggetti staccati dall’io...leggi tutto
Il muro chiude la dimensione del transito, dell’incontro e dello scambio, isola identità rigide. I confini no! Anche se ci distinguono, non ci separano. Non ci dividono, ma ci fanno incontrare. Si tratta allora di vigilare per evitare di trasformare il confine in muro. “Se il confine cessa di essere un luogo di transito irrigidendosi in muraglia, la vita muore. Perché vi sia vita è necessario mantenere il confine poroso senza trasformarlo in muro” . Molte opere pubbliche, di varia grandezza, di diverso impatto e differente importanza nelle funzioni esercitate, si prestano a questo gioco di specchi fra confine e muro, basti pensare al Grande Raccordo Anulare di Roma o alla Sopraelevata di Genova....leggi tutto
Nel 2016 durante i lavori di scavo della stazione Metro Ambaradam, e nonostante la dettagliata campagna di sondaggi prescritta dalla Soprintendenza Archeologica all’avvio dei lavori di linea nel 2003, sono emersi rilevanti ritrovamenti archeologici. Si tratta di due fasi di scavo e conseguente ritrovamento, avvenuti in successione, che hanno riportato alla luce i resti degli accasermamenti della cosiddetta Legio Hadriani. Si tratta di strutture concepite per le Legioni Militari stanziali a Roma o in trasferimento tra le remote zone dell’impero romano del 1 e 2 secolo dopo Cristo ...leggi tutto
Sarebbe senz’altro possibile e necessario che le relazioni tra l’Antico e le stratificazioni successive siano più esplicite e che ad alcune importanti strutture siano assegnate nuove funzioni. La prima di queste relazioni riguarda il tracciato delle Mura Serviane a Roma, di cui restano in qualche punto della città, soprattutto a ridosso e sotto la Stazione Termini notevoli ruderi del muro che governava l’aggere del recinto di cui la parete di tufo era il supporto statico, la sua spina dorsale. Penso che, come a Parigi dove il perimetro della distrutta Bastiglia...leggi tutto
Valorizzare le caratteristiche abitative dei distretti urbani considerando le tracce e le principali regole che sono all’origine degli insediamenti storicamente consolidati, costituisce un indirizzo per la costruzione di modelli di sviluppo locale, nuove forme di comunità, processi di economia circolare, transizioni ecologiche dei distretti urbani. Il sistema dei Casali dell’area metropolitana di Napoli può essere riconvertito a partire dalla comprensione delle dinamiche connesse alle sue origini, nel riferimento ai propri fondamentali punti di radicamento...leggi tutto
Quali sono i criteri e i metodi per il recupero del paesaggio di un’antica strada dall’elevato valore storico e simbolico e dalla complessa vicenda evolutiva? Le possibili chiavi di lettura includono: l’analisi del rapporto tra paesaggio, archeologia e infrastrutture, lo studio dell’adattamento delle tecniche stradali storiche ai caratteri fisici del territorio, ma anche dei criteri di recupero della strada in relazione ai diversi paesaggi attraversati, l’integrazione delle problematiche del restauro del paesaggio con quelle del restauro archeologico e monumentale..leggi tutto
Quale segno geografico nella storia è più grande e significativo del Mediterraneo? Il Mediterraneo può essere immaginato come un unico habitat, nel senso fisico del termine, anche se non riferito a una figura urbana tradizionale. Non un vuoto pieno di acqua tra i continenti, ma un contesto insediativo con un imponente campo magnetico centrale. Come un unico paesaggio abitato organizzato attorno al suo centro vuoto. Come è già altrove a scala diversa. Tokyo, ad esempio, ruota come un vortice attorno ai Giardini Imperiali, Washington è progettata lungo i confini della spianata o Manhattan a New York con il parco...leggi tutto
La ricchezza e complessità del patrimonio storico, come i segni urbani impressi dalle tecniche di fortificazione e dagli scavi archeologici, conferiscono un valore aggiunto alle città affacciate sul Mediterraneo. Le mura urbane della Medina di Tripoli, dal momento che vengono in contatto con sistemi urbani preesistenti alla loro costruzione, contribuiscono ad arricchire le qualità architettoniche e i valori della città. Gli interventi difensivi storici, e gli scavi e le scoperte dei grandi siti archeologici in prossimità dei paesaggi urbani mediterranei, assumono dunque un potente ruolo di trasformazione...leggi tutto
Il grande filone della storiografia francese delle Annales ha prodotto, com’è noto, strumenti conoscitivi e operativi di grande importanza per le discipline legate alla conservazione e al restauro1. Uno degli allievi di Jacques Le Goff, Pierre Nora, negli anni Ottanta ha messo a punto una serie di volumi che illustrano i lieux de mémorie in Francia, cioè i luoghi che portano con sé una carica che potremmo dire immateriale. Nora, anche sulla scorta dell’insegnamento di Braudel, insiste sugli aspetti geografici dell’analisi storica ...leggi tutto
Ricorre quest’anno il ventennale della Convenzione Europea del Paesaggio (CEP) che ha suscitato nuove riflessioni e pratiche nel trattamento dei paesaggi, impegnando le collettività locali assai più direttamente e consapevolmente che in passato. Al centro dell’attuale interrogazione sul paesaggio – e sui paesaggi – sono poste le correlazioni spaziali, funzionali e simboliche tra risorse storiche e ambientali, vocazioni territoriali e consuetudini condivise, che danno conto di ricorrenze, persistenze e inerzie nella disposizione degli assetti, di dominanti strutturali nello spazio e di configurazioni di equilibrio nella lunga durata. ...leggi tutto
La lettura del percorso generativo dell’ecosistema storico permette di analizzare il sistema dei segni che configurano i luoghi del passato e dei significati che comportano sul piano dell'abitare, per individuare quella continuità dell’atteggiamento ecologico che dovrebbe permanere nella configurazione degli assetti nel tempo. È, pertanto, possibile delineare nella città storica esistente alcuni dei riferimenti della contemporaneità chiamata a una profonda svolta 'green' che, nel confronto col passato potrebbe rinvenire, riacquisire...leggi tutto
La riqualificazione dello spazio adiacente alla Porta Palatina, parte rimanente della cinta muraria della Torino romana, serve da pretesto per interrogare il significato che un progetto delle mura pone oggi. Questa domanda diventa l’occasione per una riflessione sui presupposti filosofici che sottendono l’azione del progetto architettonico. In particolare, vengono messi in contrapposizione due possibili paradigmi: quello del soggetto rappresentante di tradizione moderna e quello di matrice relazionale su cui sono costruiti concetti come l’assemblaggio e teorie come l’Actor-network. Lo scopo è di offrire un contributo a una concettualizzazione del progetto che parta dalla sua effettività...leggi tutto
La storia dei perimetri difensivi di Francoforte è una storia singolare per le tante volte che questa modalità si è concretizzata inducendo soluzioni, per la forma della città, sempre dipendenti dalle murazioni che avrebbero dovuto e potuto solo essere un ostacolo ai pericoli esterni. Francoforte ha costruito, in un arco di tempo di 667 anni, quattro murazioni (meglio tre più una) e nel suo trovare nuove dimensioni e spazi di relazione, le forme del suo edificato e della sua costruzione in generale, hanno seguito, in gran parte, le ragioni dei propri perimetri difensivi. ...leggi tutto
Le mura di cinta dell’antica Lubiana furono erette tra il 14 e il 15 d.C., come testimonia un’iscrizione trovata nei pressi della porta orientale di Emona (così si chiamava l’originario insediamento romano), dove attualmente si trova la piazza della Rivoluzione Francese. Mura larghe poco meno di tre metri alla base e alte sei-sette metri; ritmate da 26 torri e aperte da quattro porte principali distribuite lungo il perimetro che cingeva l’intera città a ridosso del fiume Ljubljanica. Strutture imponenti, costruite verso l’esterno con grandi massi di pietra squadrata e, all’interno con materiali minuti, tenuti insieme da una malta di sabbia e calce mista a ciottoli, reperiti direttamente dagli argini del fiume...leggi tutto
“Ferrara….. una città dove dal centro si vede la campagna”; queste parole, pronunciate alcuni anni fa, da Panos Koulermos, professore di architettura all’UCLA di Los Angeles, durante una conversazione all’IUAV di Venezia cambiarono il mio modo di vedere Ferrara, portandomi a riflettere sul rapporto tra città e campagna non più in termini di opposizione ma di relazione. Ferrara potremmo definirla una città-paesaggio per gli intrecci che si sono stabiliti nel corso dei secoli tra il costruito e i suoi vuoti, e il vuoto è stato uno dei punti di forza della sua riqualificazione ..leggi tutto
Mura e acqua sono due tra i più significativi elementi della storia urbanistica di Milano che ne hanno condizionato la struttura e il paesaggio urbano. Non c’è cartografia storica che non ne evidenzi il ruolo nel disegno della città. E non c’è storia o rilettura critica dell’urbanistica milanese che non muova anche da lì o almeno che non intercetti questi temi. Tuttavia, come talvolta accade in certi rapporti tra genitori e figli, Milano ha forse amato più la seconda che non le prime. Anche se nel secolo scorso l’ha sostanzialmente rinnegata...leggi tutto
Le mura aureliane sono uno dei monumenti antichi più trascurati della città. Pur essendo onnipresenti, non sono mai stati oggetto di un approccio progettuale complessivo. Questo contributo ripercorre il rapporto difficile fra le mura e la città, sottolineando le occasioni perse per farle diventare un elemento di collegamento invece che di separazione fra la città storica e quella post-unitaria. Il crescente interesse per le mura rappresenta un’opportunità per rimediare agli errori del passato e per ripensare il ruolo delle mura come soggetto trainante della trasformazione in chiave sostenibile di Roma. ...leggi tutto
Le Mura di Roma – Aureliane, Leonine e Gianicolensi – sono un patrimonio storico-archeologico di straordinario valore urbano. Simbolo e monumento della storia della città, le Mura sono una centralità a cavallo tra città storica e città moderna. Questa rendita di posizione, resa evidente dall’ultimo piano regolatore del 2008 che ha inserito le Mura tra gli ambiti di programmazione strategica, ha dato forma al progetto di un parco anulare connesso alla cintura dei parchi e alla rete sottile dei percorsi di quartiere in una prospettiva di conversione sostenibile della città...leggi tutto
Il contributo qui proposto, sintesi della ricerca personalmente svolta all’interno del Dipartimento di Architettura e Progetto (DiAP) di Sapienza, indaga la stretta relazione tra l’antico tracciato delle Mura Serviane di Roma e la conformazione della città postunitaria con particolare attenzione al complesso caso della costruzione della Stazione di Termini. La tesi della ricerca dimostra che le mura regie, pur se andate in gran parte perdute, restano ancora un segno ben leggibile nella struttura della città e la loro presenza-assenza ne ha condizionato e disegnato l’immagine...leggi tutto
Le antiche mura urbane versano in una condizione di mancanza di chiarezza che rende difficile cogliere la vera essenza di un manufatto che incarnava, in passato, la forma stessa del limite delle città. Non fanno eccezione le possenti mura medievali della città di Viterbo, un’architettura difensiva straordinariamente ben conservata, ma non valorizzata quanto meriterebbe. Il “progetto mura” per la città di Viterbo intende restituire la forma del limite, preservandola dove possibile, e ripristinandola laddove ha subito maggior degrado. Un parco anulare che corre attorno al circuito...leggi tutto
Il territorio di Bondeno, ha dalla sua parte la posizione su una delle direttrici infrastrutturali più importanti che collegano il porto di Ravenna alle acciaierie della provincia di Mantova, e l’ambito strategico dismesso, l’Ex zuccherificio Eridania appunto, potrebbe diventare il volano per il rilancio economico e finanziario di una città e di un territorio, che negli ultimi anni sono rimasti ai margini della scena industriale. Questo potrebbe essere a tutti gli effetti individuato come un progetto urbano capace di rigenerare una parte di città dismessa e interclusa con ricadute occupazionali e abitative attese ormai da molto tempo. ....leggi tutto
Il problema delle mura urbane in molte città, dal XIX secolo in poi, si è da sempre dato come tematica fra le principali, rispetto all’evoluzione del centro urbano, venendo però facilmente superato tramite l’eliminazione fisica di questo segno storico che per secoli ha perimetrato i centri italiani ed europei. Con l’analisi del caso studio della città di Traù, in Dalmazia, si vuole porre l’attenzione sulle diverse accezioni di manufatto storico inteso come elemento sia caratterizzante il tessuto urbano sia identificativo di una stratificazione culturale che, nel caso della cittadina croata...leggi tutto
Sopravvive ancora oggi, nonostante il trascorrere del tempo, l’immenso patrimonio tramandatoci dai cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, costituito da monumenti e carte reperibili non solo alla Valletta, città capitale degli Ospedalieri, ma in tutto il mondo grazie alla presenza diffusa delle commende dell’Ordine. Conoscere e conservare la memoria di questi beni, di queste tracce indelebili del territorio, è indispensabile per non cancellare, pur inconsapevolmente, una presenza antica di secoli, certo profondamente legata alla storia di un luogo...leggi tutto
I centri abitati sudamericani conservano in vario modo memoria delle loro diverse fasi storiche, da quella precolombiana al periodo coloniale; è interessante analizzare il rapporto tra il mondo degli Inca e le odierne strutture insediative legate alla storia dell’antico impero che, benché formatosi in un tempo limitato, circa un secolo, ha potuto introdurre in gran parte del continente un progredito sistema infrastrutturale, con grandi assi viari di collegamento e ingegnose condutture idriche; elementi poi integrati dal governo vicereale e tuttora....leggi tutto
La città contemporanea come luogo dove conflitto e contraddizione diventano operanti. Oggi è “normale” incontrare un checkpoint a presidio dei monumenti storici delle nostre metropoli. Ma se esiste (come ha dimostrato Paul Virilio in «Bunker Archeology») un’istanza estetica delle costruzioni militari, allora possiamo trasformare questa condizione di ambiguità in un’opportunità progettuale. Le architetture con funzione militare sono pensate per difendere e proteggere dall’attacco di agenti esterni: rappresentano, alla luce degli scenari...leggi tutto
Roma non è mai stata una città industriale vera e propria, ma il quadrante Ostiense-Marconi, segnato dal corso del fiume Tevere, ospita pregevoli esempi di archeologia industriale risalenti alla prima metà del secolo scorso. A partire dagli anni Novanta, la localizzazione di un nuovo Ateneo pubblico – l’Università Roma Tre –, e l’avvio di un progetto urbano (PUOM) hanno provato a rispondere alla necessità di una rigenerazione di questo ampio settore ricco di potenzialità, lavorando sull’equazione città fabbrica-fabbrica della conoscenza...leggi tutto
La cinta difensiva costruita nel Seicento per volere di papa Urbano VIII è segnata da una realtà difficile e controversa, ma porta dentro di sé i valori simbolici del confine. Il perimetro delle mura tra città e campagna, nato per dividere, ha bisogno di una nuova visione, che non lo porti più ad essere un tracciato statico e passivo. Nell’espansione edilizia è stato superato il confine storicamente espresso della forma urbana, generando all’interno varie “fratture” urbane. Queste ultime sono minacciate da un processo corrosivo di abbandono e negligenza, che consegna le mura urbane...leggi tutto
Un passo da Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes può essere lo spunto per riflettere sulle pratiche artistiche degli ultimi decenni, in particolare sul rapporto tra gli artisti contemporanei e i luoghi. Dice Barthes nel capitolo sull'assenza: manipolare l'assenza significa far durar questo momento, ritardare il più a lungo possibile l'istante in cui l'altro potrebbe, dall'assenza, piombare bruscamente nella morte . Gli artisti oggi stanno indagando esattamente in questo modo lo spazio urbano, cogliendo di un luogo una dimensione fondamentale ovvero la durata delle cose...leggi tutto
Un libro che propone testi di vari autori, tutti da leggere e tutti di grande interesse. Non è possibile qui, per motivi di spazio, entrare nel merito di ciascuno dei testi, posso però rilevare quelli che mi sono sembrati validi motivi per leggere e studiare il libro. Un libro che travalica l’obbiettivo dichiarato e pienamente raggiunto di fornire “(…) nuovi elementi per apprezzare la complessità e la fertilità degli intrecci italo-francesi nella sempre più marcata planetarizzazione dei saperi.” Prima di tutto, perché questo non è soltanto un libro di storia del pensiero sullo spazio urbano negli intrecci tra Italia e Francia ...leggi tutto