ISSN 2039-2656
I/ 2019 pubblicato il 29 giugno 2019
Le molte anime del progetto urbano
| Dossier: Il progetto urbano per i centri minori. Opinioni a confronto
| Interviste
| Un vuoto tematico
| Una piazza per il Belìce. Strategie per il Territorio Arcipelago
| Progetto Quadrilatero a Verona
| Progetti per il Cratere aquilano
| La riqualificazione del centro storico di Cuneo
| Arcipelago Italia: Progetti per il futuro dei territori interni del Paese
| Laboratorio Basento. I nodi di Ferrandina e Grassano
| L’esperienza dei progetti urbani per i territori ferraresi di margine
| Trento Leaf Plan. Cinque sfide per il metabolismo urbano
| La riqualificazione tecnologico-ambientale dei centri minori
| Il progetto urbano ai tempi della rigenerazione: esperienze sul campo nei centri minori della Romagna
| L’opera pubblica di rigenerazione al centro del progetto urbanistico
| Da paese a città. Il progetto urbano identitario
| Dis-velare, il progetto urbano per i contesti minori
| Ostana, Alta Valle Po. La rinascita di un borgo alpino
| Casoria: al centro del progetto. La rigenerazione di un centro minore, nell’incrocio tra nuovo piano e progetto urbano
| Espandere l’arte. Un progetto (urbano) per il futuro di Melfi
| Atelier Appennini. Fuga dal Paradiso?
| Emidio di Treviri. Genesi, esiti e prospettive future di un'inchiesta volontaria e militante sul post-terremoto in centro Italia
| Nuove forme di progetto per il paesaggio
| Riabitare l’Italia. Le aree interne tra abbandoni e riconquiste
| Architettura e paesaggio alpino
Dopo aver dato conto delle difficoltà del Progetto urbano per il recupero delle periferie metropolitane (EWT17, le vele di Scampia) e per la conservazione e valorizzazione di contesti ricchi di storia (EWT 18, area archeologica centrale di Roma), stavolta lo scopo di EWT diventa più tendenzioso: confortare l’opinione di quanti ritengono che questa modalità d’intervento, in qualsiasi modo denominata, sia fattibile e talvolta anche conveniente, nonostante la maggiore complessità di gestione che impone inevitabilmente alle amministrazioni pubbliche. Con questo numero vengono dunque presentati alcuni casi significativi di Progetti urbani in programma, realizzati o in corso di realizzazione, in contesti generalmente più abbordabili, come accade spesso nelle nostre città medie e minori. L’obiettivo è in particolare individuare quelle esperienze che possano dimostrare tangibilmente l’utilità ...leggi tutto
D1. Della utilità del progetto urbano
Le esperienze di questi ultimi anni ci dicono che lo strumento del progetto urbano è sempre meno praticato dalle nostre amministrazioni comunali, soppiantato dal ricorso a singoli interventi, immediatamente cantierabili, non importa se frammentari e slegati da una visione d’insieme della città e del suo futuro. Questo accade soprattutto nelle realtà urbane più complesse, ma in qualche misura si riscontra anche nei centri minori dove tutto dovrebbe essere più facile.
Si tende a sacrificare il valore aggiunto portato dal progetto urbano (comunque inteso, come strategia d’intervento che traguarda le singole azioni anche disgiunte in una prospettiva coerente e condivisa per un’idea di città al futuro) a favore di un empirismo fattuale che induce a preferire la concretezza del presente (le risorse attivabili, gli interessi da soddisfare, i risultati immediatamente tangibili a ristoro degli investimenti fatti) senza interrogarsi sulla effettiva utilità e significatività urbana dei progetti in campo.
In queste condizioni, i progetti urbani sono ancora attuali? Esistono ragioni robuste per sostenerne la utilità, contro le crescenti derive del “presentismo” che producono vari episodi puntuali spesso contraddittori nell’insieme? Oppure dobbiamo rassegnarci alla loro rinuncia?
D2. Della fattibilità
Non c’è dubbio che la crisi del progetto urbano sia imputabile ai suoi limiti nella concezione e messa in forma delle previsioni d’intervento, oltre che naturalmente alle condizioni più complessive che ne possono pregiudicare la fattibilità economico-finanziaria, amministrativa e sociale.
Così ad esempio la crisi prolungata del mercato immobiliare frena investimenti pubblici e privati troppo complessi e a elevato rischio per i ritorni dei capitali impiegati. I progetti inoltre richiedono una varietà di strumenti giuridico-amministrativi, anche di natura pattizia, per far fronte alla notevole diversità delle situazioni in gioco, e comunque costringono a prendere notevoli responsabilità con decisioni partecipate. Infine, le conflittualità che insorgono in un progetto di maggiore complessità inducono a difficili strategie di costruzione del consenso e di compensazione degli interessi in gioco, che la politica spesso preferisce evitare.
Quali sono a suo avviso le ragioni che più ostacolano oggi il successo dei progetti urbani? E’ possibile fare qualcosa per rimuovere questi impedimenti?
D3. Idee per il futuro
EWT ritiene che il rilancio del progetto urbano sia possibile solo a condizione di innovarne profondamente la concezione, i contenuti, e la stessa metodologia di elaborazione. Nelle attuali condizioni di incertezza e di imprevedibilità delle dinamiche urbane, c’è bisogno di progetti processuali, flessibili ed evolutivi, piuttosto che di un disegno rigido e vincolante a medio-lungo termine attraverso cui fissare in modo normativo le forme, gli assetti e le stesse intese pubblico- privato che sostanziano il progetto. La stessa forma del progetto è destinata a cambiare, come convergenza progressiva di una moltitudine di azioni preferibilmente place-based e people- driven, spesso multiscalari ed eterogenee tra loro, ma comunque accomunate dalla coerenza rispetto a una visione di futuro sufficientemente condivisa. Come rendere compatibili gli obiettivi assunti inizialmente (qualità, prestazioni funzionali, equa remuneratività degli investimenti) con i necessari aggiustamenti in corso d’opera diventa il tema centrale del progetto, un tema particolarmente ostico a cui comunque non è possibile sfuggire.
Muovendo dalle esperienze positive fatte per i centri minori, quali sono a suo avviso le innovazioni da apportare al progetto urbano in Italia per migliorarne la efficacia, la fattibilità, e la qualità dei risultati?
intervista:Gaetano
FONTANA
intervista: Tiziano
TAGLIANI
intervista: Federica
BRANCACCIO
intervista: Francesco
MONACO
intervista: Lanfranco
CHIOLA
intervista: Rosario
MANZO
intervista: Pierluigi
PROPERZI
intervista: Umberto
DI PRIMIO
intervista: Giuseppe
MELE
intervista: Tommaso
TOMMASI DI VIGNANO
L’idea che Mario Cucinella ha messo al centro del suo lavoro come curatore del Padiglione Italia alla 16° Biennale di Architettura di Venezia è senza dubbio buona e necessaria. Essa ha un precedente nelle tesi che Fabrizio Barca ha proposto qualche anno fa su una nuova concezione del territorio italiano, diversa da quella modernista della grande dimensione. Materializzata, questa, in quella grande espansione delle città collocate ai limiti della penisola o nella pianura padana che si è verificata dal secondo dopoguerra a oggi. L’economista torinese spostava l’attenzione dai grandi ai piccoli centri, soprattutto nell’Appennino, che costituiscono per lui, ma anche per me, una realtà insediativa da riscoprire, recuperare e rendere sempre più interattiva...leggi tutto
Le grandi città globali non sono più gli unici contesti per la competizione territoriale: l’Italia è un importante esempio di un nuovo sistema di piccole e medie città, una sorta di arcipelago di spazi tenuti insieme da identità locali, animato dalle comunità, ma frenati da geografie impervie. L’articolo definisce come un territorio può applicare protocolli e azioni innovativi per la sfida dell’Italia interna. Questa “Inner Italy” può essere una piattaforma per l’innovazione locale, lo sviluppo sostenibile, la resilienza ecologica e sociale e la coesione territoriale...leggi tutto
Lo studio presentato qui di seguito non si configura come un progetto urbano canonico. Tuttavia, ne è il necessario presupposto e i suoi contenuti - come il metodo utilizzato - rappresentano un convincente contributo alla possibile innovazione di questo strumento, in particolare per il rilancio di aree in declino. Il campo di applicazione è il centro storico di Verona, quinta città italiana per presenze turistiche, dopo Roma, Milano, Venezia e Firenze. Si tratta però di un centro storico sta perdendo i suoi equilibri del passato, e soprattutto le sue tradizionali funzioni di centralità ...leggi tutto
Il patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico del Cratere aquilano costituisce una delle risorse fondamentali per lo sviluppo sostenibile e ne definisce uno dei caratteri di identità da prendere in carico nelle strategie future. Il Progetto Urbano, in una situazione fortemente danneggiata dal sisma del 2009, può rappresentare lo strumento fondamentale per favorire una ricostruzione sensibile al patrimonio, rafforzando la competitività del territorio grazie anche alla valorizzazione delle sue risorse culturali e naturalistiche. ...leggi tutto
Cuneo si fa bella. Con questa premessa, e promessa, l’Amministrazione comunale di Cuneo ha promosso, a partire dal 2012, un grande progetto di riqualificazione urbana del centro storico, finanziato all’interno del Programma Operativo Regionale (P.O.R.) 2007/2013 attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (F.E.S.R.). Il progetto portato avanti dal Comune, chiamato “Le tre dimensioni del Cuneo”, aveva l’obiettivo di restituire centralità al Centro Storico, un’area cittadina finita progressivamente ai margini delle dinamiche di sviluppo urbano che hanno interessato Cuneo...leggi tutto
Così come è stato annunciato alla stampa, in occasione dell’anteprima della presentazione del Padiglione Italia alla 16. Mostra Internazionale di Architettura, il tema proposto dal curatore Mario Cucinella sul futuro dei territori interni del Paese, è apparso senz’altro di grande interesse. “Una nuova idea di urbanistica che non si limiti ad esprimere qualità per i privati, ma che sappia partire dalla considerazione e dalla individuazione degli interessi e degli obiettivi pubblici per questi territori – diceva il presidente della Biennale Paolo Baratta...leggi tutto
Per il rilancio delle aree interne del territorio italiano il Laboratorio Basento al Padiglione Italia della XVI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia ha affrontato il tema della mobilità lenta e veloce attraverso il progetto di riqualificazione delle stazioni ferroviarie di Garaguso/Grassano e Ferrandina, nella Valle del fiume Basento in Basilicata. La mancanza di collegamenti rapidi caratterizza il sistema della mobilità di molte aree interne del territorio italiano e, in modo particolare, quello lucano. Il sistema infrastrutturale di questo territorio...leggi tutto
Dall’insieme delle esperienze condotte sul campo nella provincia di Ferrara - in particolar modo a Bondeno, a Cento, a Jolanda di Savoia e a Tresigallo – emergono alcuni temi che poi sono stati oggetto di approfondimento nel corso di progettazione urbanistica presso il Politecnico delle Marche e nell’ambito di alcune ricerche applicate ai programmi di sviluppo rurale promossi dall’Unione Europea e dalla Regione Emilia-Romagna. In particolare, emerge l’interesse per la lettura dell’evoluzione degli insediamenti al fine di individuare i metodi e le tecniche di intervento più appropriate...leggi tutto
Nelle foglie le nervature sono i vasi conduttori, i canali che portano la vita. L’acqua e le sostanze minerali che provengono dalle radici arrivano alle foglie attraverso questi condotti, vengono elaborate in linfa e riportate a terra per le stesse vie. A Trento le nervature di una città sono le linee, le concrezioni e le relazioni sociali tracciate dai suoi spazi aperti. Sono le infrastrutture verdi e blu che organizzano il sistema degli spazi pubblici e della vita sociale. Le nervature descrivono un sistema di spazi esistenti e magnetici che tende continuamente a irrobustirsi....leggi tutto
Considerato che la questione ambientale è ormai una priorità globale, in questo particolare momento di crisi economica e sociale la necessità di prevedere interventi di riqualificazione puntuali, mirati ma non parcellizzati sul patrimonio di interi borghi, può essere colta come un’opportunità di sviluppo per l’intero Paese. Di qui la necessità di strategie di progetto che inquadrino le problematiche tecnico-architettoniche all’interno delle logiche più avanzate di rigenerazione urbana e di sviluppo strategico delle aree interne...leggi tutto
Il contributo esplora l’attualità e le potenzialità del progetto urbano come strumento di prefigurazione, accompagnamento e verifica dei processi di rigenerazione urbana nei centri minori della Romagna, attraverso la metodologia di lavoro sperimentata all’interno del Laboratorio di Urbanistica del Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Architettura dell’Università di Bologna. L’analisi critica dei risultati mette in luce come il progetto urbano abbia assunto una nuova centralità all’interno della disciplina per la capacità non solo di controllare e interpretare le trasformazioni del territorio..leggi tutto
A Romano di Lombardia, una città di ventimila abitanti posto all’incrocio tra le province di Bergamo, Cremona e Brescia, la rigenerazione della piazza Don Sandro Manzoni ha risposto alla necessità di restituire alla città uno dei luoghi più sensibili per la collettività, raccordando le dotazioni pubbliche e le qualità esistenti. Entro un quadro di risorse economiche limitate, è stato costruito un nuovo common ground, un suolo dinamico e flessibile in grado di accogliere aree per lo sport e il gioco dei ragazzi e dei bambini, per l’incontro delle famiglie all’aperto..leggi tutto
La riqualificazione dei piccoli centri è in parte strettamente connessa con l'inversione di tendenza dell'urbanesimo delle grandi città, avviato alla fine del secolo scorso con il progressivo spopolamento e ridistribuzione nei comuni limitrofi, in grado di offrire condizioni di vita alternative e più accessibili. Il fenomeno ha investito borghi e piccolissimi insediamenti, sparsi nel territorio che da rurale diventava anche industriale e che, nel giro di pochi decenni dal dopoguerra, sono cresciuti a dismisura ma senza acquisire una vera identità..leggi tutto
Lo strumento del progetto urbano nei contesti minori non può non misurarsi con la condizione di marginalizzazione sempre più generalizzata, al centro del dibattito sulle aree interne, che interseca le specificità morfologiche e geografiche dei diversi destini di isolamento, dalle montagne piemontesi alle valli agrigentine, alle murge pugliesi, luoghi solo apparentemente accomunati dalla lontananza dai nodi infrastrutturali, ma in realtà legati dall’unico fil rouge dell’assenza di un pensiero in grado di innescare processi di sviluppo da parte di chi ha avuto il compito di gestirne la governance. ...leggi tutto
Ostana, Valades occitanes del Piemonte, alta Valle Po; a pochi chilometri dalle sorgenti del grande fiume e di fronte alla straordinaria piramide del Monviso. Un paese che nel 1921 contava più di 1.200 abitanti, e che verso la fine dello scorso secolo ha raggiunto la cifra di 6 residenti permanenti tutto l’anno. Un paese che, dopo decenni di abbandono e di progressivo degrado del patrimonio costruito e del territorio, ha saputo reagire a partire dalla metà degli anni ’80 scommettendo sulla qualità dell’architettura e del paesaggio come leva di riattivazione del luogo e della comunità. Ostana oggi ha nuovamente una cinquantina di abitanti permanenti e soprattutto nuovi bambini, fatto che l’ha portato alla ribalta delle cronache internazionali. ...leggi tutto
Nella Città Metropolitana di Napoli, l’urban fringe di centri abitati di medie dimensioni, come quella del Comune di Casoria, richiede una connessione funzionale con il nucleo della regione urbana, attraverso alleanze ibride tra le aree settoriali e disperse e i tessuti più compatti, promuovendo integrazioni inedite e valorizzando, nel progetto, il capitale sociale e quello spaziale. In particolare, il lavoro sul caso studio di Casoria ha incrociato strategie di lungo termine con azioni tattiche e di prefigurazione, combinando risorse provenienti da programmi comunitari...leggi tutto
Terra di feudi e non di grandi città, per nulla influenzata dal mare, la Basilicata ha espresso una tipica “civiltà della montagna” la cui storia è dominata dalla dialettica montagna-pianura, ben visibile già nell’età antica. Per tale ragione la terra lucana, nel corso dei secoli, si è mostrata essere un’associazione di territori, ordinati in compartimenti, ciascuno dei quali con veste geografica propria, alcuni totalmente, altri solo in parte, riuniti dalle variegate vicende storicoamministrative che le hanno interessate...leggi tutto
Atelier Appennini è un’associazione culturale che si occupa di promuovere la cultura del nostro paese puntando sulla rinascita del territorio degli Appennini. In questo momento in cui le periferie delle grandi città vivono condizioni forse non più recuperabili, Atelier Appennini rimette al centro del dibattito il futuro del nostro territorio e auspica una “transumanza di ritorno” verso le aree interne. Come una “compagnia di giro” ci muoviamo da un po’ di anni su e giù per gli Appennini, cercando di diffondere il nostro pensiero secondo il quale è da questi luoghi che si deve ripartire per innescare...leggi tutto
Si presenta, di seguito, il lavoro di Emidio di Treviri, gruppo di ricerca volontario e militante che, a partire dall’inverno del 2016, ha indagato le ricadute della gestione del post-sisma in Centro Italia sul territorio e la popolazione colpiti, adottando una prospettiva interdisciplinare e territorialista. Assieme ad una breve descrizione dei sei differenti campi di indagine con i quali si è inteso ricomporre il quadro del caos abitativo generatosi e delle diseguaglianze e delle vulnerabilità che ne sono conseguite, si riportano quelle che sono le nuove prospettive di ricerca-azione del gruppo di ricerca ...leggi tutto
Insieme al progetto urbano, è il progetto per il paesaggio che appare oggi in Italia il campo più fertile per una riflessione critica delle pratiche correnti, e per introdurre le innovazioni utili a rafforzarne il ruolo come strumento privilegiato per le politiche d’intervento sulle città e sul territorio. In particolare, per ciò che concerne il progetto per il paesaggio, le varie edizioni del Premio Paesaggio istituito in Europa e poi anche in Italia costituiscono un importante testimonianza del cambiamento in atto circa il modo di pensare questa forma di progetto, che sta lentamente emancipandosi dalle originarie ascendenze architettoniche e urbanistiche. ...leggi tutto
Il bel volume curato da Antonio De Rossi intercetta e interpreta i bisogni di abitare che emergono nel nostro Paese da territori appartati dalle maggiori dinamiche di sviluppo: aree interne, marginali e fragili in termini di dotazioni ma resistenti per un surplus di biodiversità, che manifestano indizi di vitalità e invitano a rivedere, nella forbice sempre più accentuata tra aree forti e aree deboli, le retoriche di competitività e coesione secondo schemi non predeterminati. Le quattro sezioni: Verso nuovi atlanti; Storia e rappresentazioni; Persone e trasformazioni; Progetti e politiche, scandagliano in profondità i differenziali di opportunità a livello territoriale – l’Italia ‘dei pieni e dei vuoti’ –, i condizionamenti nel lungo periodo e le risposte istituzionali, le visioni di insider e outsider nella costruzione del senso, le forme strutturate in cui è dato cogliere l’innovazione sociale e istituzionale....leggi tutto
L’attività sviluppata negli ultimi anni dal centro di ricerca Istituto di Architettura Montana - IAM del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino (ricerca scientifica e progettuale, divulgazione attraverso pubblicazioni, convegni e la redazione della rivista «ArchAlp», ecc.) ha permesso di creare, all’interno del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, uno specifico filone scientifico incentrato sul progetto e la conoscenza dell’architettura, del paesaggio e del territorio in ambiente alpino...leggi tutto