ISSN 2039-2656
I/ 2017
Editoriale | Per un progetto civile | Urbanistica del progetto urbano: ambiguità e ipocrisie | Il progetto della densità | Perché abbiamo sempre più bisogno del progetto urbano | Architettura, città, paesaggio | Suolo e progetto urbano: una nuova prospettiva | Cambiare il progetto urbanistico contemporaneo | Progetto urbano. La visione del giurista | Il progetto come controparte politica | Nuova stazione alta velocità a Bolzano | Napoli est, ambito 13 | Ambito 43-Botteghelle a Napoli | Città Vecchia a Taranto | Premio del Paesaggio, Consiglio d'Europa 2014-2015 | Progetti selezionati | L'esperienza dei Nouveaux Commanditaires | Recycling Urban Industrial Landscapes, Barcelona | Green Economy. Finalmente un manifesto per Architettura e Urbanistica
Di seguito viene richiamato l’Ordine del giorno sulla riforma del progetto urbano elaborato a Pescara nel 2015, nel corso di un seminario nazionale promosso d’intesa con le associazioni rappresentative del progetto per l’architettura, l’urbanistica e la tecnologia. Per molti versi questo ordine del giorno costituisce la versione più avanzata di un nuovo modo d’intendere il progetto urbano, consapevole delle criticità da rimuovere ma anche fiducioso di poter vincere la sfida per il suo futuro, almeno in Italia.
Come abbiamo già affermato nell’editoriale del numero precedente, che qui richiamiamo letteralmente, è sotto gli occhi di tutti la profonda crisi che negli ultimi anni ha investito il progetto urbano, almeno in Italia. Si tratta di una crisi dovuta in gran parte ad alcuni suoi difetti costitutivi, quali l’eccessiva rigidità, farraginosità e formalismo, aggravati dall’esposizione a una prolungata recessione economica, che ha scoraggiato gli investimenti urbani a medio e lungo termine su operazioni di elevata consistenza dimensionale e d’inevitabile complessità attuativa. Il risultato è che questo strumento è diventato sempre meno adatto alla ricerca del consenso immediato della cittadinanza e alle necessità operative delle attuali politiche urbane, sempre più congiunturali e tendenzialmente rivolte a privilegiare singoli interventi immediatamente cantierabili, non importa se al difuori di una qualsiasi visione d’insieme...leggi tutto
La riflessione sull’attualità del progetto urbano accompagnerà la rivista EcoWebTown per tutto il suo nuovo corso. A questo proposito verranno ascoltati i punti vista di autorevoli rappresentanti delle varie aree disciplinari, in particolare dell’architettura, dell’urbanistica e della tecnologia che rappresentano i caposaldi della rivista. E’ previsto nel prossimo futuro un bilancio critico tra le diverse posizioni, nella prospettiva di una possibile rifondazione dei paradigmi disciplinari mirata a restituire efficacia e operatività a questo irrinunciabile metodo d‘intervento sulla città.In questo primo numero intervengono architetti ( Barbieri, Cao, Desideri, Purini), urbanisti (Pavia, Russo), giuristi (Urbani), sociologi (Ilardi).
Un progetto urbano - il progetto delle cose che “fanno la città” - deve essere inteso come progetto civile. Nell’accezione non soltanto di un progetto che sia offerto alla comunità, alla civitas, ma piuttosto che da questa stessa comunità - o più realisticamente dalla pluralità dei soggetti che, anche confliggendo, devono trovare i modi di una condivisione - possa essere prodotto. In primo luogo attraverso la crescita di una cultura, oggi latitante, che aiuti alla comprensione di presenti, latenti o desiderabili valori urbani e sia in grado di esprimere una domanda di architettura – una domanda di qualità urbana – oggi assente. E’ la capacità immaginativa che può essere dispiegata nella costruzione del progetto urbano – nel suo compito di rendere possibile un’attribuzione di senso ai diversi materiali...leggi tutto
Il progetto urbano appartiene al dominio di responsabilità dell’urbanistica? Che qualche nesso esista – o debba esistere – può sembrare una considerazione ovvia, in senso lato. Quando cerchiamo, però, di precisare confini, relazioni ed effetti, il discorso diventa più incerto e controverso. Sia chiaro: non mi riferisco al “progetto urbanistico”, espressione che rinvia a tradizioni disciplinari consolidate. Può valere per le concezioni inaugurali del town planning, a fine ‘800, come per la rinascita, quasi un secolo dopo, di correnti disciplinari nuovamente “orientate al progetto”, tese cioè a riscoprire le dimensioni morfologiche e fisiche dei problemi dopo che, per una lunga fase, l’attenzione era stata rivolta principalmente alle questioni normative e programmatiche...leggi tutto
Se dovessimo sintetizzare al massimo il fenomeno dell’urbanizzazione contemporanea, potremo definirlo un contrasto forte e irreversibile tra diffusione e concentrazione, e cioè tra il fenomeno dello sprawl ormai comune in molte condizioni geografiche e la densificazione nelle città che, in occidente come in oriente, continuano a crescere. Ovviamente è una deriva che preoccupa sia per l’erosione del paesaggio, sia per l’accumulo edilizio nelle città. In entrambi i casi ne soffre l’ambiente, il consumo di energia, la mobilità, e in particolare la condizione di vita nelle sacche periferiche e degradate, dove sono evidenti i segni materiali del disagio sociale. Così la sperequazione tra benessere e povertà nelle metropoli finisce per essere ben visibile proprio nelle aree di confine tra bassa e alta densità...leggi tutto
Con sempre maggiore evidenza l’architettura internazionale sembra avere imboccato la strada di una qualità tutta spesa nell’isolamento oggettuale, sempre più rivolta verso sè stessa, sempre meno interessata a mettere a sistema i contesti , fino quasi a poter azzardare il termine di architettura solipsista (solum se ipsum). Una tendenza d’altronde che nasce come atto fondativo della città moderna americana: un pattern geometrico regolare che dispone le caselle di una fiera urbana dell’architettura, nella quale ogni isolato ha lo stesso valore commerciale di qualsiasi altro grazie all’assenza di ogni trascorso, di ogni segno di differenziazione, di ogni memoria, di ogni complicanza. La sommatoria non integrata di singolari presenze, proprio come ben rappresentato nel bel disegno di OMA in Delirius New York...leggi tutto
È ormai da tempo che sul progetto urbano, in particolare sulla sua natura, le sue finalità, le sue risorse e i suoi limiti, ci si sta interrogando con un’intensità pari alla continuità con la quale tale questione emerge nel dibattito architettonico con sempre maggiore frequenza. In effetti cosa sia il progetto urbano non è mai stato veramente chiaro. In breve, si potrebbe dire che esso è un insieme di previsioni che si definiscono attraverso fasi sempre più ampie, che superano la dimensione canonica dell’architettura per comprendere l’intera città. Ciò in realtà non basterebbe per sostenere l’esistenza di una differenza genetica tra il progetto architettonico e quello urbano se, a causa della mitologia della specializzazione del sapere cara alla modernità assieme al suo contrario...leggi tutto
Il suolo è ancora al centro del progetto urbano, ma il suo ruolo va visto in una prospettiva del tutto nuova. Certo il suolo come valore immobiliare, che incorpora la rendita assoluta e differenziale, avrà ancora una funzione importante nei processi di trasformazione urbana. I progetti urbani migliori saranno ancora quelli in grado di trovare un equilibrio tra interessi pubblici e privati e di inserirsi positivamente in un quadro strategico di sviluppo e riconfigurazione della città. In questi progetti urbani il suolo resta il fattore centrale di produzione, la “merce” che sostiene il programma. A guardare bene il suolo urbano è sempre stato trattato con un’ottica mercantilistica. Ora questo procedimento non regge più, di fronte ai grandi temi del cambiamento climatico, del degrado dell’ambiente...leggi tutto
Il progetto urbanistico contemporaneo muta costantemente, al cambiare delle condizioni globali. L’urbanistica non può essere insensibile alla metamorfosi della domanda di progetto, dei suoi contenuti, dei materiali, di strumenti e strategie cognitive, in un tempo sempre più condizionato dalla pressione della crisi globale. Una crisi sociale, economica, ambientale che, nella città, non è visibile solo nel rallentamento dei processi di trasformazione e di crescita, quanto nell’arretramento delle politiche di welfare e nell’aumento delle diseguaglianze e della concentrazione di flussi e di ricchezza cumulativa...leggi tutto
Diciamo subito che il progetto urbano implica una regia unica, la disponibilità totale delle aree interessate, e una caratterizzazione della proposta urbana.Se vado indietro con la memoria e cerco d’immedesimarmi nell’idea del progetto urbano come lo intendono la rivista e i loro ideatori, mi viene in mente la Parigi di Haussmann o la Vienna di Francesco Giuseppe per stare a quasi due secoli fa, e per venire agli anni trenta l’Eur e il quartiere degli impianti sportivi a Roma, o ancora il quartiere delle case popolari della Garbatella, ma anche il centro direzionale a Napoli, così Potsdamer Platz di Renzo Piano e Helmut Jahn a Berlino.Tutti gli esempi che ho fatto hanno al fondo un elemento unificante: ripensare il passato e proiettarlo nel futuro. Così la demolizione del centro storico di Parigi...leggi tutto
Andrea Branzi, in un rilevante articolo sugli architetti razionalisti italiani tra le due guerre, così scrive: “Essi furono grandi, nonostante fossero fascisti militanti, ma proprio perché fascisti militanti. La politica non era per loro una condizione al contorno, ma il Dna dell’architettura. Fu una struttura su cui costruirono interamente il teorema di una modernità diversa, nazionale, razionale e totalitaria, alternativa a quella europea: una modernità basata sull’idea mussoliniana della rivoluzione permanente (di natura futurista), per tracciare uno scenario italico melanconico, pieno di ombre oscure di una impossibilità a vivere nella modernità (di natura metafisica)” (1996).La politica come il Dna dell’architettura: questo ha fatto grandi i razionalisti italiani...leggi tutto
Fino a oggi il dossier EWT ha riguardato generalmente l’esperienza di una città, riguardata sotto i diversi profili dello sviluppo sostenibile e tecnologicamente avanzato. Come apertura del nuovo ciclo si è scelto eccezionalmente di presentare alcuni progetti come declinazioni possibili del progetto urbano. Per la valorizzazione di aree ferroviarie al cuore di una città ricca di fermenti innovativi come Bolzano; per la rigenerazione di una estesa periferia urbana compromessa dai processi di abbandono industriale in una situazione segnata da contrasti ma anche da grandi potenzialità come accade a Napoli; e infine per il recupero di un centro storico straordinario ma sofferente come quello di Taranto.
Non tutti i progetti presentati rispondono ai requisiti d’innovazione enunciati nell’Ordine del giorno riportato in apertura, con particolare riferimento alle condizioni di flessibilità, adattabilità e resilienza riflessiva che sembrano imprescindibili nell’epoca attuale. Tuttavia nel loro insieme questi progetti testimoniano l’elevato livello raggiunto dalle pratiche del progetto urbano anche in Italia, come contributo delle scienze dell’architettura e dell’urbanistica allo sviluppo sostenibile della città.
Il progetto prevede una vasta opera di riqualificazione urbana tesa a ridefinire il complesso di aree occupate dall’areale ferroviario di Bolzano. L’ambito di intervento, di proprietà di Ferrovie S.p.A., occupa circa 30 ha all’interno del centro urbano e divide la città in due parti nettamente separate. Il protocollo d’intesa tra il Comune di Bolzano e Ferrovie prevede il recupero a funzioni urbane dell’intera area, muovendo dalla riorganizzazione dell’ambito ferroviario.Il sedime dell’areale ferroviario è occupato attualmente da funzioni logistiche e tecniche, e dal tracciato dei binari...leggi tutto
Ad est della stazione ferroviaria e del fascio dei binari, il nuovo Piano urbanistico di Napoli approvato nel 2004 perimetra un’area di oltre 400 ettari – il cosiddetto “Ambito 13” - che ospitava un’importante raffineria fino alla fine degli anni ‘90 e che comprende ancora oggi i depositi petroliferi della Campania (Q8, Esso, Agip), oltre ad un insieme di impianti industriali di svariata dimensione in fase di riconversione funzionale, ancora attivi o dismessi. Qui negli ultimi anni è stato promosso dall’Amministrazione Comunale un ambizioso progetto urbano...leggi tutto
Il paradigma novecentesco di città produttiva è stato fortemente disegnato da politiche settoriali che hanno disgregato le unità tipologiche e funzionali, generando spazi disarticolati e discontinui. L’odierno sistema di spazi-residuo della civiltà industriale fordista, è un territorio che ha bisogno di cura, interventi e politiche di rigenerazione, per ridefinirne il ruolo nel contesto urbano e metropolitano, come materiale strategico per progetti mirati a recuperare tracce di identità di intere parti di città. Criterio guida della trasformazione è la dialettica tra permanenze territoriali e apertura al contesto...leggi tutto
Lo sguardo sulla città storica e i modi di affrontare in particolare i centri storici sono evoluti. Dal riconoscimento dei singoli e isolati monumenti, e poi dalla protezione e conservazione dei tessuti edilizi storici, rispettosamente adattati al mutare delle esigenze dell’abitare, fino alla consapevolezza che la rivitalizzazione degli stessi centri storici passi per la sinergia tra interventi fisici, sull’edificato come sugli spazi aperti, e interventi di tipo socio-economico e di valorizzazione del patrimonio immateriale come del capitale umano...leggi tutto
Intanto che le fortune del progetto urbano sembrano declinare, sta per contro emergendo la progettazione per il paesaggio, espressione di una nuova cultura che s’impegna a promuovere trasformazioni incardinate sul valore sociale del patrimonio, con il concorso attivo di quanti lo abitano e lo producono materialmente. Tenendo conto di questi cammini in controtendenza, EWT proverà a dar conto anche delle nuove forme di progettualità per il paesaggio, nella convinzione che nel futuro questi due percorsi avranno modo d’incrociarsi arricchendosi a vicenda.
Come primo contributo viene proposta la selezione dei progetti italiani al Premio europeo del paesaggio, nella sua edizione che ha avuto luogo nel 2014-15.
Il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa è stato istituito a seguito della firma della Convenzione europea del Paesaggio firmata a Firenze il 20 ottobre 2000. E’ previsto esplicitamente nella Convenzione all’art. 11 ed è assegnato secondo criteri indicati nel Regolamento del Premio. Ogni Paese membro dell’Unione Europea ha il compito, sulla base del Bando biennale, di realizzare “un’attività di ricognizione delle azioni esemplari svolte nel proprio territorio al fine di poter individuare quella che costituirà la propria Candidatura al Premio europeo”. Una speciale Giuria istituita dal Consiglio d’Europa valuta le candidature ed assegna il Premio oltre che conferire riconoscimenti e menzioni...leggi tutto
*Segretario generale Mecenate 90
Lo spazio pubblico per molto tempo è stato oggetto di una cultura della privatizzazione che ha determinato la perdita del senso collettivo del suo statuto. In questi ultimi decenni una nuova sensibilità, attraverso anche l’apporto di protocolli innovativi basati sulla condivisione paritaria delle responsabilità legate alla costruzione di un’opera d’arte pubblica o al ricorso della cultura come catalizzatore identitario nei processi di riqualificazione, hanno avuto il merito di riscrivere la storia di questi spazi e di contribuire alla rigenerazione dei tessuti urbani contemporanei e di coadiuvare...leggi tutto
Nella difficoltà di documentare esperienze radicalmente innovative, l’attenzione della rivista intende rivolgersi anche ai luoghi della sperimentazione didattica e della ricerca, sia all’interno che all’esterno delle università. In questo primo numero sono richiamate alcune interessanti prove d’innovazione sviluppate presso il master in gestione del paesaggio e del patrimonio dell’Università Autonoma di Barcellona (UAB), diretto da Francesc Munoz.
Questo progetto è stato prodotto nell’ambito del Workshop di progettazione Recycling Urban Industrial Landscapes, quarto dei seminari organizzati per CERDÀ POSTMETROPOLIS, Congresso Internazionale sul governo delle Regioni metropolitane nel XXI secolo, in occasione del centenario dell’Ensache di Cerdà e per il Master in gestione del Paesaggio e del Patrimonio, del Dipartimento di Geografia dell’Università Autonoma di Barcellona (UAB), diretto da Francesc Munoz. La volontà del Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona che ha organizzato l’evento...leggi tutto
Il manifesto La città futura, sviluppato nell’ambito delle attività degli Stati Generali della Green Economy dal gruppo di lavoro “Per un manifesto della Green Economy nell’edilizia e nell’urbanistica”, parte dall’assunto che Architettura e Urbanistica, come discipline che studiano e progettano forme e processi di conservazione, trasformazione ed evoluzione del patrimonio umano nelle città, possano dare un importante contributo nell’attuazione degli obiettivi di riorientamento sostenibile delle economie locali e globali.Il manifesto affronta questa sfida ragionando sulle declinazioni della qualità architettonico-urbanistica, proiettandole dentro un’idea di città intesa come sistema eco-tecnologico ad alta complessità, in cui riallacciare la progettualità alle dinamiche ecologiche del territorio...leggi tutto