Forme della sostenibilità urbana in Messico a cura di Livio Sacchi con Cesare Corfone

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Parco del Bicentenario Giardino Natura
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Autore dell’articolo: Mario Schjetnan
Autore del progetto: Schjetnan Grupo de Diseño Urbano
Titolo del progetto: Parco del Bicentenario Giardino Natura
Luogo: Città del Messico, Mexico D.F.
Anno: 2010

Il Parco del Bicentenario è il risultato della riconversione di quella che era storicamente la raffineria più importante del centro del paese, che fu chiusa nel 1988, come parte del processo di delocalizzazione di impianti e industrie contaminate presenti in Città del Messico. La chiusura definitiva avvenne per mezzo di un accordo con il Governo Federale che stabilì la donazione di 55 ettari per la costruzione di un grande parco pubblico a nord della città. Pemex (Petròleos Mexicanos), fu responsabile del procedimento di bonifica dei suoli. Mentre si realizzavano queste attività di bonifica si indisse un concorso nazionale nel 2006 e più tardi si sviluppò il progetto esecutivo. Il gruppo di lavoro era costituito da Mario Schjetnan e GDU, Legorreta Arquitectos, Sordo Madaleno Arquitectos e Papalote Museo del Niño.

Lo smantellamento del sito non ha lasciato in piedi nessuna delle strutture industriali, in modo che il master plan fosse libero di progettare un parco totalmente rigenerato, immaginato per zone indipendenti e complementari, che ne permettessero la realizzazione in più fasi. Queste aree sono caratterizzate come “giardini” diversi: Natura (giardino botanico); Viento (campi sportivi); Tierra (zone verdi e pic-nic); Sol (Museo dell’energia) e Agua (lago per purificazione dell'acqua). Il Jardín Natura progettato da Schjetnan GDU, con una superficie di otto ettari, è localizzato nella parte nord del sito e costituisce il principale accesso pedonale al parco dalla preesistente stazione metropolitana “Refinería”. Natura è sviluppato mediante una serie di giardini che rappresentano i nuovi biomi più rappresentativi del Messico; quattro di essi sono spazi aperti e tre sono costituiti da serre bioclimatiche, che diventano landmarks nel paesaggio urbano. L’orchidario, localizzato in una grande cisterna nella ex-raffineria, genera uno “spazio magico” di 100 x 15 metri.

I luoghi dei diversi biomi sono stati scelti mediante considerazioni microclimatiche, definendo anche le profondità dei substrati necessari per le diverse specie vegetali, ottenendo una sequenza di livelli diversi per ogni giardino. Le serre sono state modellate con software bioclimatici, per raggiungendo mirco-climi adatti a ciascuna specie, senza l'utilizzo di energivore tecnologie per la climatizzazione. È stato progettato inoltre, un sistema di raccolta acque piovane che le raccoglie in cisterne sotterranee per poi riusarle come irrigazione del sottosuolo, a 85 metri di profondità. È stato inclusa una “fattoria di energia solare” per la movimentazione dell’acqua degli stagni mediante pompe elettriche. Infine, tutto il sistema di illuminazione è composto da lampade alimentate da pannelli solari.