Call for Paper - Traiettorie di ricerca interdisciplinari e progetto urbano

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Evoluzione progettuale e prospettive sperimentali per una comunità a misura d’uomo
Paola Gallo, Alessandra Donato PDF




Parole chiave: Rigenerazione urbana, Qualità ambientale, Spazio pubblico, Infrastrutture sportive, Co-progettazione.
Keywords: Urban regeneration, Environmental quality, Public space, Sports infrastructure, Co-planning.

 

Abstract:


IT) Il contributo illustra l’esperienza svolta dal gruppo di ricerca del Centro di ricerca ABITA dell’Università di Firenze a supporto del Comune di Pistoia nell’ambito di una consulenza per la rigenerazione urbana di un’area ai margini della città per la progettazione di un’infrastruttura sportiva polivalente. La ricerca, condotta in stretta collaborazione con le amministrazioni locali, ha proposto il recupero dell’area sostenendo l'emergere di nuovi punti di interesse per la collettività, reinterpretando i luoghi in favore di una nuova infrastruttura fruibile da tutti, con impianti sportivi per lo svolgimento di attività ludico-sportive outdoor e la realizzazione di un nuovo palasport, per promuovere il benessere e la salute dei cittadini. Il contributo darà evidenza dei potenziali impatti generati dall’intervento proposto che abbraccia lo sport come motore di sviluppo del territorio in un’ottica di “Healthy City”, esprimendo un forte potenziale di inclusività sociale e di qualificazione funzionale e spaziale.


EN)This paper shows the experience carried out by ABITA research center of the University of Florence in support of the Municipality of Pistoia in reference to a consultancy for the urban regeneration of a suburbs area intended to host a new sports village. The research proposed the design enhancement of a sport infrastructure as collective asset, creating a new identity for the urban space and providing essential benefits to individuals, local communities and society, including outdoor areas for recreational and sporting activities and the construction of a new sports arena, to promote the well-being and health of citizens. The manuscript highlights the potential impacts generated by the proposed intervention which embraces sport as a driver of territorial development according to "Healthy City" perspective, with a strong potential for social inclusiveness, functional and spatial qualification.

 

 

Introduzione

L'approccio dell'UE a uno sviluppo urbano sostenibile e integrato (SUS 2014-2027) si fonda su un quadro strategico teso a valorizzare e sostenere le politiche di intervento dei governi locali al fine di attuare processi di pianificazione integrata che contribuiscano a realizzare cambiamenti strutturali a livello territoriale, favorendo esperienze di governance partecipativa e offrendo alle comunità locali la possibilità di partecipare alle iniziative di sviluppo sociale ed economico del territorio.
Il tema della rigenerazione urbana oggi è al centro delle politiche nazionali ed internazionali di trasformazione e rivitalizzazione dello spazio pubblico, proponendo nuovi modelli in grado di interpretare le città come luoghi di sperimentazione secondo una logica evolutiva tesa all’innovazione, attraverso interventi in grado di ridefinirne le modalità di fruizione, migliorandone la qualità ambientale, la salute e il benessere della collettività.
L’ambiente rappresenta una determinante fondamentale per il benessere e la salute delle persone, influenzando comportamenti e stili di vita e, di conseguenza, le condizioni sociali ed economiche dell’intera collettività. In quest’ottica, il concetto di salute è inteso nella sua accezione più ampia, comprendendo, oltre che gli aspetti psico-fisici, anche le determinanti esterne naturali, ambientali, climatiche e le condizioni di vita legate al contesto abitativo, lavorativo, economico, sociale e culturale di ciascun individuo in rapporto allo spazio che lo circonda. È universalmente riconosciuto che l'attività fisica abbia effetti benefici sulla salute fisica e mentale di un individuo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che l’81% degli adolescenti e il 27,5% degli adulti dell’intera popolazione mondiale, attualmente non soddisfano i livelli minimi raccomandati di attività fisica, dato ancora più rilevante se riferito al contesto europeo, dove oltre un terzo della popolazione adulta e due terzi degli adolescenti non svolgono abbastanza attività fisica1 (WHO, 2022).
In ragione di questa evidenza, l’OMS ha tracciato un piano strategico (Physical Activity Strategy for the European Region 2016-2025) atto a promuovere l’attività fisica dei cittadini dell’Unione Europea, invitando i governi e le istituzioni interessate a indirizzare responsabilmente i propri sforzi per incentivare uno stile di vita sano e attivo, al fine di ridurre i comportamenti scorretti e sedentari.
Con il Global Action Plan on Physical Activity 2018-2030 (GAPPA), l’OMS ha sviluppato una serie di linee guida sulle politiche efficaci per aumentare i livelli di attività fisica della popolazione, con l’obiettivo di ridurre del 15% la prevalenza globale dell’inattività fisica negli adulti e negli adolescenti entro il 2030. Il piano individua quattro aree politiche strategiche: Active System, Active Society, Active Environment, Active People (fig. 1). Con riferimento a queste quattro aree, i governi interessati e i dipartimenti sono chiamati ad offrire il proprio contributo, ciascuno nelle proprie aree di influenza, in relazione al settore d’azione (salute, sport, istruzione, trasporti e urbanistica, etc.) e ai beneficiari, utilizzando un approccio globale di sistema. Per monitorare i progressi a livello globale, il piano individua alcuni indicatori utili a misurare i risultati raggiunti e l’efficacia delle strategie messe a punto, con il fine di indirizzare gli sforzi futuri verso pratiche più efficaci per promuovere l’attività fisica.

In particolare, l’area strategica “Active Environments” si focalizza sulla necessità di costruire ambienti di vita attivi, intesi come spazi e luoghi, in cui i cittadini (di ogni fascia d’età e di ogni status socio-economico) possano praticare attività fisica regolarmente, in base alle loro capacità ed esigenze.

Per agire efficacemente sullo spazio occorre porre in essere tutta una serie di misure di intervento, tra cui una buona pianificazione dell’assetto urbano, il miglioramento della circolazione stradale, la riqualificazione di zone degradate e in situazioni di disagio, la creazione di spazi verdi, di piste pedonali e ciclabili e di percorsi sicuri casa-scuola, che non solo permettano di ridurre l’inquinamento dell’aria e l’incidentalità stradale, ma possano incentivare e facilitare l’attività fisica anche negli individui più a rischio, contribuendo a diminuire la prevalenza delle malattie croniche non trasmissibili (MCNT)2.
Se realizzate in forma sistemica e coordinata, tali azioni hanno ricadute positive anche sul tessuto sociale, creando una maggior consapevolezza rispetto agli effetti positivi di praticare esercizio fisico con costanza e migliorando la qualità della vita, la socializzazione e lo scambio culturale per tutte le comunità, sia in contesti densamente urbanizzati, in cui i fattori di rischio ambientale sono prevalentemente generati dall’inquinamento atmosferico, acustico, visivo, etc, sia in aree periferiche, caratterizzate da una scarsa attrattività dei luoghi ed da livelli elevati di traffico veicolare motorizzato, che sono principale causa dell’insorgere di inattività fisica, sedentarietà e patalogie di varia natura (Capolongo e Rebecchi, 2022).
Secondo questa logica, soprattutto negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento radicale nella concezione della trasformazione dello spazio urbano e alla sperimentazione di nuove forme di fruizione dello spazio pubblico per lo svolgimento dell’attività fisica e della pratica sportiva.
Solo recentemente lo sport ha assunto un ruolo sempre più strategico nei processi di educazione alla salute dei cittadini, con ricadute positive sul benessere fisico e psichico delle persone. Questo aspetto ha inciso in modo determinante sulla definizione degli obiettivi strategici e delle linee di indirizzo intraprese a livello istituzionale sul tema della rigenerazione urbana, verso uno sviluppo teso a promuovere l’attività fisica attraverso il ridisegno degli spazi aperti e la progettazione di infrastrutture sportive di prossimità, facilmente accessibili agli utenti e in grado di incoraggiare stili di vita sani, rendendo i propri cittadini fisicamente attivi e stimolando la partecipazione pubblica ad iniziative collettive con un forte potenziale di inclusione e coesione sociale (Cognigni e Vettori, 2020).
Sono sempre più diffuse le situazioni in cui le politiche di trasformazione del suolo urbano diventano occasione di dibattito e di confronto generale, realizzando forme di co-progettazione in sinergia tra i diversi attori, pubblici e privati, interessati ai processi di governance del territorio.
In questo quadro, il presente contributo intende restituire le attività di ricerca multidisciplinare volta a supportare la PA di Pistoia nel processo di riqualificazione di una nuova area urbana, che ha previsto la progettazione di centro sportivo polifunzionale, approfondendo gli aspetti di governance del territorio e gli aspetti tecnologico-ambientali legati al progetto, affinché l'intervento risultasse ambientalmente sostenibile e ben integrato nel paesaggio, anche nel rispetto dei Criteri Ambientali Minimi (CAM)3.
Allo stesso modo, si intende offrire uno spunto di riflessione sul ruolo svolto dalle Università nel dialogo con le amministrazioni e con gli attori coinvolti nel processo, al fine di cogliere le diverse istanze sull’uso del territorio in considerazione delle esigenze espresse dalla comunità e di orientare l’operato delle PA verso la promozione di politiche di Urban Health in considerazione dei potenziali impatti sulla salute dei cittadini.

 

Meccanismi di governance e cooperazione interdisciplinare: il ruolo dell’Università

Per incidere sulla competitività nella società della conoscenza è necessario investire sul potenziale di ricerca che si sviluppa con l’innovazione. Per esercitare un ruolo incisivo nello sviluppo del tessuto economico e sociale, innovare diventa un imperativo a cui le imprese, le aziende produttrici, e ancor di più gli enti locali che intendono far parte di questa partita, non possono sottrarsi.
In particolare a livello europeo il potenziale di Ricerca & Sviluppo per essere competitivi presume la compartecipazione di soggetti eterogenei: soggetti pubblici e soggetti privati, università e imprese, centri di ricerca e aziende; quindi mondo della ricerca da un lato, società civile e imprenditoria dall’altro.
I nodi da affrontare nell’attuale dibattito sono quelli che riguardano la dimensione multiscalare della ricerca e della sperimentazione con la gestione dei soggetti eterogenei che vi partecipano, dove da una parte troviamo le Università e i centri di ricerca in quanto comunità in grado di produrre conoscenza scientifica e tecnologica, in parole povere l’offerta; dall’altra, gli enti locali impegnati nella gestione del territorio e le imprese che producono, in quanto comunità che applica, in specifici ambiti, la conoscenza scientifica e tecnologica come capitale sociale e culturale e che entra a far parte delle risorse invisibili e del suo management, quindi la domanda.

Pertanto in una realtà dove la creazione di innovazioni avviene sempre più entro network fra Università, enti locali ed imprese, nonché di collaborazione stabile tra produttori e utilizzatori, si può parlare di trasferimento tecnologico in termini di processo tramite cui conoscenze e tecnologie vengono trasferite da chi le crea (Università, Centri di Ricerca, ecc…) a chi le richiede (enti locali, imprese, aziende, imprese) (Gallo, 2022).

Più in particolare nelle realtà territoriali, ad oggi il gioco tende a concentrarsi intorno a due principali attori protagonisti, Università ed enti locali che, con il trasferimento tecnologico, divengono partner efficaci nel supportare la competitività del sistema industriale produttivo, attraverso una gestione strategica del processo di innovazione, capace di influire direttamente sui risultati a livello sociale ed economico.

In un’economia fondata sulla conoscenza, un’istituzione come l’Università̀, considerata per antonomasia la culla della produzione e diffusione di competenza, diventa una risorsa economica molto rilevante, destinata a giocare un ruolo chiave non soltanto nella produzione e realizzazione di beni, ma anche nella successiva diffusione e applicazione dei risultati ai fini dell’innovazione. D’altra parte, sempre più spesso, l’Università è chiamata in causa dal sistema politico ed economico, sia locale che regionale o nazionale, al fine di favorire lo sviluppo del trasferimento di tecnologia all’industria.

È in quest’ampia visione che si inquadra l’esperienza di collaborazione scientifica per lo sviluppo di una proposta progettuale per la realizzazione di un’area pubblica atta allo svolgimento dell’attività fisica e la pratica sportiva per la città di Pistoia, condotta nell’ambito di un contratto di ricerca in conto terzi tra il Centro Interuniversitario ABITA del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze ed il Comune di Pistoia.

Sin dalle fasi iniziali, la ricerca ha posto in luce il ruolo svolto dall'Università a supporto della PA nel suggerire le azioni strategiche di governance per lo sviluppo del territorio attraverso le proprie competenze multidisciplinari e la capacità di trarre ricchezza dallo scambio di visioni e dagli apporti forniti dai soggetti coinvolti (enti amministrativi, realtà imprenditoriali e associazioni locali) in un’ottica di valorizzazione delle risorse e delle peculiarità locali a disposizione e a beneficio delle condizioni di benessere socio-economico della collettività.


Strategie e azioni di intervento per uno spazio inclusivo aperto alla città 

Il sito individuato per la riqualificazione spaziale e funzionale in chiave sportiva, si trova nell’area “Ex Pallavicini”, nel quadrante nord est della città di Pistoia, in un quartiere incluso all’interno di un contesto urbano molto ampio che, nel corso degli anni, ha conosciuto una frenetica espansione di strutture commerciali e terziarie a ridosso della zona residenziale, non accompagnata da una significativa qualificazione degli spazi e senza la previsione di servizi collettivi.
In seguito alle preoccupazioni espresse dai residenti e dal comitato del quartiere sulla destinazione funzionale dell’area da parte della precedente Amministrazione che aveva proposto la realizzazione di un nuovo centro commerciale, l’Amministrazione attuale, cogliendo le istanze e i contributi dei cittadini per migliorare la vivibilità di questa zona, ha riconvertito l’area “Ex Pallavicini”, prevedendone una trasformazione urbana, ambientale e paesaggistica tesa al miglioramento della qualità urbana, anche attraverso il potenziamento della dotazione di servizi e attrezzature pubbliche per la cittadinanza (fig. 2).

 

Si manifestava quindi l’esigenza di una programmazione compartecipata con le realtà sportive che operano sul territorio, al fine di definire obiettivi strategici da porre in essere per una politica di indirizzo utile a stabilire quanti e quali attività accogliere all’interno dell’impianto sportivo inteso, nella sua accezione più ampia, come una struttura aperta e multifunzionale.
Accogliendo pertanto la proposta collettiva di una sostanziale riqualificazione dell’area a servizio anche delle zone contigue della città, gli obiettivi principali della proposta sono stati:

  • formulare una soluzione progettuale nel pieno rispetto dei criteri individuati dalle norme specifiche in materia di impianti sportivi per la pratica agonistica4;
  • contribuire al miglioramento del tessuto urbano consolidato di questo quadrante della città, inserendo una struttura che, nel rispetto delle previsioni dei vigenti strumenti urbanistici, oltre a soddisfare esigenze connesse alla pratica di diversi sport, potesse configurarsi come un nuovo servizio urbano aperto, polivalente e multifunzionale, con possibilità di ospitare attività sportive di tipo e livello diverso, ma anche attività extra-sportive di varia natura, secondo i fabbisogni del territorio di riferimento, integrato tra sport, ambiente e aree di rilevante interesse, capace di offrire servizi culturali e ricreativi, e quindi di attendere esigenze di aggregazione sociale per la collettività.

Partendo dal presupposto che uno spazio pubblico inteso a favorire l’attività fisica e il movimento, non dipende solo dall’usabilità e dal rapporto dimensionale e spaziale di un luogo, ma anche dalla sua capacità di essere percepito come realtà esperienziale, occasione di socialità per lo sviluppo di processi partecipativi e di attività collettive, oltre che sistema (spazio e attrezzature) in grado di valorizzare le funzionalità potenziali per indurre comportamenti salutari, la proposta messa a punto dall’Amministrazione con il supporto dell’Università ha riguardato lo sviluppo di un programma architettonico-edilizio per la realizzazione di un’area sportiva di interesse collettivo, per consentire lo svolgimento delle manifestazioni sportive di interesse rilevante per la città di Pistoia, includendo due esigenze principali:

  • da una parte, quella di realizzare un impianto sportivo al coperto capace di accogliere più di          1100 spettatori per le manifestazioni legate ai principali sport che potranno usufruire dello spazio campo;
  • dall’altra quella di realizzare un’intera area esterna per tutte quelle attività sportive da         svolgersi all’aperto (calcetto e basket/volley), ma anche un luogo di aggregazione per lo svolgimento di attività quali Fitness/Percorso vita/aree ricreative e di gioco.

Con queste finalità, la stretta collaborazione tra “ricerca e progetto”, ha favorito lo sviluppo di un progetto attento alle peculiarità ambientali dell’area, agli spazi costruiti ed alle attrezzature urbane in cui vivere collaborativamente l’esperienza della città, in particolare sul piano della salute  e della condivisione sociale dei luoghi, della sostenibilità ambientale (contenimento e produzione energetica, gestione delle risorse materiali naturali e non ecc.), ma anche di una morfologia urbana pensata per un nuovo senso di comunità e di rivalutazione dello spazio-tempo nel presente, con una predisposizione e polifunzionalità dei luoghi e delle nuove architetture. (Quintelli et al. 2020)
Il nuovo complesso polisportivo/ricreativo è stato quindi concepito come un grande impianto funzionale e flessibile, in grado di offrire un’ampia gamma di opportunità agli utenti appassionati dell’ambito sportivo e ricreativo ed alle famiglie con figli anche di piccola età, tramite un ambiente che fosse oggettivamente percepito come sano, confortevole e sicuro garantendo molteplici attività nelle differenti stagionalità e nel rispetto degli interessi e delle passioni dei vari utenti, prevedendo al contempo l’abbattimento delle barriere architettoniche al fine di rendere accessibile, anche ai portatori di handicap, la struttura ed i servizi ad essa annessi. Un luogo quindi inclusivo e nel contempo con elevate caratteristiche per la condivisione sociale in cui vengono concentrate non solo le attività per lo sport ed il tempo libero al servizio pubblico e delle associazioni di categoria ma anche tutte quelle attività per il welfare e per il coinvolgendo attivo di tutta la società.
Il progetto del nuovo impianto, oltre a rispettare le norme per l’impiantistica sportiva, per lo svolgimento di attività ufficiali agonistiche e di esercizio, regolamentate dalle Federazioni Sportive Internazionali e dalle Discipline Sportive Associate, ha tenuto conto delle più recenti prescrizioni normative comunitarie e nazionali, in tema di sicurezza, risparmio energetico e qualità degli spazi per lo sport. Il processo di progettazione si è infatti fondato su un approccio di tipo esigenziale-prestazionale, incentrato sulla caratterizzazione del quadro dei requisiti e dei vincoli di contesto, di carattere programmatico, tecnico e ambientale, a cui rispondere attraverso le scelte compositive, funzionali e tecnologiche.
Le istanze afferenti a ciascuno degli ambiti sopracitati sono state acquisite attraverso metodologie di indagine a carattere indiretto, attraverso raccolta di esperienze, casi-studio e ricerche attualmente esistenti in letteratura. Il superamento dei vincoli di contesto di carattere ambientale ha inoltre richiesto l’acquisizione del quadro conoscitivo in merito alle caratteristiche climatiche locali, allo scopo di calibrare le scelte progettuali per l’intero insediamento.
Ai riferimenti acquisiti in output da questa prima fase si è affiancata l’interpretazione critica delle direttive comunitarie, delle prescrizioni normative nazionali e di quelle regolamentari locali attualmente vigenti in tema di costruzioni, sicurezza strutturale e anti-sismica, standard di sostenibilità ed efficienza energetica per gli edifici pubblici, accessibilità, qualità ambientale e comfort indoor /outdoor negli spazi per lo sport.
Lo scenario emerso dalle indagini preliminari ha prefigurato quattro macro-tematiche fondanti il nucleo di strategie propedeutiche alla successiva definizione del concept di progetto:

  • Sostenibilità e riduzione dell’impatto ambientale dell’intervento di rigenerazione urbana: le scelte progettuali adottate sono state improntate a minimizzare l’impronta ecologica dell’intervento a scala urbana, attraverso il contenimento del consumo di suolo, il rispetto della permeabilità del suolo, l’innalzamento del potenziale ecologico-ambientale, la riduzione dei consumi idrici ed energetici e la realizzazione di adeguati servizi di infrastrutturazione per la mobilità dolce, con particolare attenzione ai problemi di accessibilità degli impianti e dei servizi a rete, nonché all’inserimento di elementi di arredo urbano, in considerazione anche degli aspetti di sicurezza e di manutenzione; a scala edilizia, il progetto ha posto attenzione alla filiera produttiva dei materiali impiegati per la realizzazione del nuovo edificio (approccio cradle to cradle) valutandone puntualmente le potenzialità di dismissione selettiva e di riciclabilità e riutilizzabilità dei componenti. Ciò ha richiesto, fin dalle fasi preliminari, di affrontare la fase selettiva delle tecnologie attuando, seppur speditivamente, una valutazione dei costi e degli impatti attesi in relazione all’intero ciclo di vita dei manufatti, ovvero di analizzarne i Life Cycle Costs (LCC) in un’ottica di Life Cycle Analysis (LCA);
  • Efficienza energetica e fonti rinnovabili di approvvigionamento: in adempimento alle sempre più stringenti prescrizioni normative, prodotte sia su scala nazionale, sia comunitaria, che sanciscono le prestazioni da riprodurre per i consumi energetici dell’edilizia pubblica, le scelte progettuali sono state puntualmente indirizzate all’ottenimento di standard di efficienza previsti dai CAM per interventi a scala urbana su gruppi di edifici, e al rispetto degli standard nZEB (nearly Zero Energy Building) a scala di edificio;
  • Strategie passive per il controllo ambientale: le strategie bioclimatiche costituiscono un contributo trasversale che viene integrato e declinato alle varie scale dell’intervento, dallo spazio aperto alle soluzioni tecnologiche-compositive dell’involucro, allo scopo di massimizzare e potenziare gli effetti benefici derivati dalle tecniche di ottimizzazione del comfort microclimatico outdoor e delle tecniche di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione naturale degli ambienti;
  • Garanzia delle condizioni di comfort indoor e outdoor: le strategie meta-progettuali sono state finalizzate all’ottimizzazione delle condizioni di comfort degli spazi progettati. Ciascuna soluzione progettuale infatti è stata simultaneamente verificata, attraverso modellazioni con software dedicati, rispetto ai parametri qualitativi e quantitativi stabiliti dalla normativa per gli ambiti prestazionali sopracitati.

L’impostazione metodologica della ricerca ha condotto alla definizione di un concept di progetto (fig. 3) orientato alla creazione di uno spazio polifunzionale in grado di accogliere contemporaneamente più attività sportive e altri eventi rivolti alla collettività, proponendosi come un nuovo polo relazionale per l’intera città. Lo sviluppo è avvenuto a partire dall’idea di un modello spaziale articolato in tre sezioni: indoor, outdoor e hybrid (quale spazio da vivere tra interno ed esterno).

A partire da questo modello, le diverse attività sono state collocate in ciascuna area in funzione delle modalità di fruizione dello spazio da parte degli utenti e dei requisiti ambientali e di comfort richiesti per lo svolgimento di una particolare attività sportiva, in relazione al benessere psico-fisico e alla percezione dell’ambiente nel corso dello svolgimento dell’attività e dell’uso di attrezzature specifiche (fig. 4). D’altra parte si è aperta una riflessione sul benessere sociale percepito dall’utente in conseguenza agli aspetti partecipativi ed ai rapporti che intercorrono tra utente e spazio, e tra utente ed utente, sulla base delle relazioni interpersonali che si instaurano tra i componenti di una comunità, con il fine di favorire e migliorare l’usabilità e la vivibilità di uno spazio pubblico.

Il Palazzetto e le sue multifunzioni 

Nell’area sportiva così riqualificata, è stata prevista l’edificazione del Palazzetto dello sport, una struttura che, come già evidenziato, doveva avere le caratteristiche di accogliere un elevato numero di spettatori (secondo i desiderata dell’Amministrazione circa 1100) per svolgere le manifestazioni legate ai principali sport. In particolare, le scelte compositive indirizzate dagli studi preliminari di ricerca per la valorizzazione architettonica del progetto del Palazzetto hanno condotto ad adottare una soluzione capace di marcare e rafforzare uno schema concettuale basato sulla presenza di un unico corpo di fabbrica compatto (per minimizzare l’impronta a terra), con un basamento “solido” ed una estensione in altezza realizzata con un sistema a doppia pelle capace di uniformare l’aspetto architettonico e nel contempo funzionare da schermatura solare sui fronti sovraesposti (fig.5).
All’interno del quadro vincolistico normativo, particolare rilievo, in sede progettuale, ha assunto la verifica delle prescrizioni stabilite dalla normativa nazionale in tema di nuova edificazione di edifici pubblici, contenuta nel testo dei C.A.M. (Criteri Ambientali Minimi) per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici singoli o in gruppi (figg. 6 – 7).


Conclusioni

La sperimentazione sulla rigenerazione dello spazio pubblico per lo sport e la promozione delle politiche di Urban Health costituisce un’occasione di riflessione all’interno del più ampio dibattito sulle potenzialità e le opportunità di valorizzazione del territorio in risposta alle esigenze e alle richieste della popolazione.
Il risultato presentato in questo contributo è l’esito di un processo coordinato e condiviso che, attraverso il trasferimento di saperi e competenze dal mondo accademico verso tutti gli attori coinvolti, ha reso possibile l’attivazione di un percorso condiviso e partecipato nella definizione degli interventi di progettazione dello spazio.
Il valore della Ricerca & Sviluppo messo a punto attraverso il lavoro del network tra ente pubblico e università, si è configurato in questo caso quale “propulsore” per uno sviluppo collaborativo  con la funzione fondamentale di elaborare un programma articolato necessario sia al sistema della ricerca quanto a quello degli enti locali, per rispondere alle sfide principali del settore e stabilire relazioni tra entità di ricerca pubbliche che dinamicamente possono entrare nel sistema di offerta delle competenze richieste dal mercato sia alla scala locale che nazionale.
In definitiva questa esperienza ha consentito all’amministrazione comunale di elaborare un progetto di riqualificazione di un’area ai margini del tessuto urbano arricchendola di un importante significato di accoglienza per la cittadinanza, attraverso la promozione di attività sportive e di iniziative ricreative e culturali tese allo sviluppo e alla riqualificazione del tessuto sociale, produttivo e culturale, in un’ottica di sostenibilità ambientale, di benessere per la collettività e di incremento della resilienza delle città.
Gli esiti dell’esperienza di ricerca, a scala multidisciplinare e transcalare, prefigurano scenari futuri di collaborazione con gli enti territoriali coinvolti, per lo sviluppo di linee guida per rigenerazione dello spazio urbano orientata alla promozione della salute e all’adozione di stili di vita più sani da parte della popolazione in previsione della partecipazione a bandi competitivi e a futuri programmi di ricerca finanziati.


Riferimenti bibliografici

World Health Organisation, (2015), Physical activity strategy for the WHO European Region 2016-2023, WHO Regional Office for Europe, Copenhagen, ISBN 9789289051477.
World Health Organisation, (2022), Global status report on physical activity 2022, ISBN 978-92-4-005915-3
Ministero della Salute, (2022), Documento di indirizzo per la pianificazione urbana in un’ottica di Salute Pubblica, Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria.
Capolongo, S., Rebecchi, A. Trasporto attivo, città di prossimità e impatti di salute pubblica urbana. In : Lenzi, A., Serra, F. ,Spinato, C., Health City Report 2022 , pp.91-95.
Cognigni, M., Vettori, M. P. (2020), “Space, Sport, Society. The practice of sport in the design of contemporary public space: La pratica sportiva nel progetto dello spazio pubblico contemporaneo”. In: TECHNE - Journal of Technology for Architecture and Environment, Vol. 19, pp. 142-152. https://doi.org/10.13128/techne-7832.
Gallo, P.(2022),“Innovazione e sviluppo. L'università per la competitività industriale”. In: Ferrante, T., Tucci, F. BASES. Benessere Ambiente Sostenibilità Energia Salute. Programmare e progettare nella transizione, FrancoAngeli srl, Milano, pp. 506-515, ISBN:9788835138310.
Quintelli, C., Maretto, M., Prandi, E., & Gandolfi, C. (2020), “Interrogarsi sul progetto architettonico e urbano durante la pandemia”. In: FAMagazine. Ricerche E Progetti sull’architettura E La Città, n. 52-53, pp. 10–16. https://doi.org/10.12838/fam/issn2039-0491/n52-53-2020/552.


Note


1 La pandemia da COVID-19 e l’emergenza sanitaria hanno ulteriormente amplificato questo problema, dal momento in cui le misure restrittive adottate dai governi hanno limitato o interdetto l’accesso e la fruizione degli spazi pubblici da parte della popolazione, primi fra tutti le strutture destinate allo sport (palestre, palazzetti, ecc), scoraggiando lo svolgimento dell’attività fisica e determinando una vera e propria crisi della socialità (OMS, Global status report on physical activity, 2022).

2 Documento di indirizzo per la pianificazione urbana in un’ottica di Salute Pubblica, Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, 2022. Con specifico riferimento al caso italiano, in cui il 36% della popolazione nazionale (22 milioni di persone) abita in 14 città metropolitane (ISTAT, 2023), la gestione dello spazio urbano rappresenta una questione di fondamentale importanza per il perseguimento degli obiettivi di Urban Health.
Questo dato deve indurci a riflettere sulla necessità e sull’urgenza di sviluppare un processo di programmazione e pianificazione urbana degli interventi secondo un approccio intersettoriale e integrato, che sia in grado di analizzare i fenomeni evolutivi in atto in considerazione degli aspetti di salute e benessere e di cogliere gli sviluppi multidimensionali delle azioni intraprese, al fine di realizzare un reale cambiamento e di promuovere la transizione verso comunità resilienti a misura d’uomo.

3 “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi” sostituisce, a partire dal 4 dicembre 2022, il precedente decreto dell’11 ottobre 2017 “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”.

4 “Norme Coni per L’impiantistica Sportiva” approvate con Deliberazione del Consiglio Nazionale del CONI n. 1279 del 25 giugno 2008.




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