La maggiore consapevolezza acquisita sul tema del cambiamento climatico ci ha imposto di operare riflessioni su tutte le attività umane. Grazie a innumerevoli studi scientifici è stato possibile delineare scenari futuri, spesso allarmanti, che hanno portato alla definizione di misure per combattere i cambiamenti climatici: dai livelli sovragovernativi, con i protocolli sul clima, a quelli locali (es.: i blocchi alla circolazione dei mezzi più inquinanti).
La lotta ai cambiamenti climatici è un tema ben radicato nell’opinione pubblica, ma non possiamo affermare lo stesso per la necessità di adattare le nostre città a questi cambiamenti. Si è però raggiunto un punto critico, in cui nessuna misura di contrasto può azzerare gli effetti dei cambiamenti del clima nei prossimi anni: occorre prepararsi a fronteggiarli, mettendo in campo tutti gli strumenti necessari a rendere le nostre città resilienti.
Con REBUS - REnovation of public Buildings and Urban Spaces - la Regione Emilia-Romagna ha iniziato nel 2015 un percorso formativo sulla rigenerazione urbana per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Le attenzioni sono rivolte allo spazio pubblico, in quanto strategico per la resilienza e la sostenibilità delle città. In questo contesto, la pubblicazione di Teodoro Georgiadis “Cambiamenti climatici ed effetti sulle città” vuole fornire un set di conoscenze base indirizzato ai tecnici delle pubbliche amministrazioni e ai progettisti, propedeutico alla messa a punto di linee guida per la progettazione di spazi pubblici climate-proof.
Teodoro Georgiadis è laureato in Fisica e Astronomia e laureato magistrale in Pianificazione territoriale. Grazie alla sua formazione interdisciplinare riesce a tessere un interessante intreccio di relazioni tra città e clima. Il risultato è la dimostrazione che la progettazione urbana e l’urbanistica non possono ignorare gli effetti delle loro scelte sul microclima dei contesti in cui operano.
Il testo si articola attorno a tre macro temi: i processi di interazione clima-città, gli effetti dei cambiamenti climatici e gli impatti sulla salute umana, e l’interazione clima-inquinamento urbano.
Nella prima parte, l’autore fornisce un’esaustiva sistematizzazione delle relazioni clima-città, dalla scala locale a quella continentale. Nel descrivere queste interazioni, la tassonomia proposta segue un percorso a gerarchia crescente, a partire dalle micro-proprietà del tessuto urbano fino alle perturbazioni meteorologiche.
Il primo livello di indagine riguarda i processi superficiali, in particolare il rapporto tra le proprietà - ottiche, termiche, di permeabilità - dei materiali e l’andamento delle temperature che influenzano le condizioni di comfort ambientali. Georgiadis vuol dimostrare che “alcune scelte urbanistiche sui soli materiali non possono essere prese in base a un mero concetto di bellezza o costi, in quanto possono incidere enormemente sul microclima urbano e dunque sul benessere dei cittadini”1.
Il testo prosegue poi con la trattazione dei processi a livello di canopy urbana (velocità del vento, campo di radiazione solare), a livello dello strato limite urbano2 (ricircolo degli inquinanti atmosferici), concludendo con gli effetti sulle città di processi esogeni (enhanced precipitations, ondate di calore), indipendenti dalle caratteristiche degli spazi ma che possono incidere con grande impatto sulle strutture urbane.
Così come per i processi superficiali, per ogni livello vengono analizzate le ripercussioni che le scelte urbanistiche hanno sul clima locale: clima con il quale la popolazione residente dovrà convivere. Si tratta di un invito rivolto soprattutto a coloro che governano e operano sul territorio, “che non possono non sapere o non stimare gli effetti delle loro scelte”3.
A chiusura del capitolo, e a supporto di questa tesi, si riporta un caso studio particolare: non si tratta di una simulazione microclimatica legata a un progetto di quartiere o spazio pubblico, bensì un gioco di modellazione che esplora l’ipotesi di una Parma contemporanea senza il suo Parco ducale. Gli esiti della simulazione mostrano chiaramente come la presenza della vegetazione del Parco rappresenti “un formidabile strumento di mitigazione urbana”5.
La seconda parte del testo si concentra sugli effetti che i cambiamenti climatici producono sulle città. Per la loro complessità e densità, le città sono tra i sistemi più vulnerabili in termini di rischi legati ai cambiamenti del clima, “spesso tese al limite della loro resilienza” 5. Gli effetti hanno conseguenze negative sul benessere e sulla salute della popolazione: si richiama alla memoria l’ondata di caldo che nel 2003 travolse l’Europa, con temperature ben oltre la media stagionale per circa tre mesi e che portò alla morte di più di 15.000 persone solo in Francia.
Georgiadis sottolinea quanto sia urgente lo sviluppo di strategie di gestione urbana in grado di ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute dei cittadini. Queste strategie infatti, rientrano in tutto e per tutto tra le azioni pubbliche di tutela e promozione della salute che concorrono alla Urban Health.
Il testo si conclude analizzando un ultimo fenomeno, forse il meno conosciuto e di più difficile soluzione, che lega l’ambiente cittadino all’inquinamento urbano. L’energia radiante proveniente dal sole riscalda la superficie dei manufatti, i quali rilasciano energia termica nell’aria circostante che, diminuendo di densità, forma colonne di risalita. Si crea così un ricircolo d’aria all’interno delle città, nel quale i gas e le particelle inquinanti rimangono di fatto intrappolate.
Le soluzioni a questo fenomeno sono però scarsamente efficaci: per produrre benefici apprezzabili, le misure adottate, come ad esempio i blocchi del traffico, non dovrebbero limitarsi alle zone centrali delle città ma anche alla periferia. Una soluzione riportata da Georgiadis, sebbene parziale, è quella di incrementare la presenza del verde urbano, in grado sia di attenuare il riscaldamento che di catturare i gas inquinanti.
Il testo di Teodoro Georgiadis è sicuramente un prezioso strumento di divulgazione, soprattutto perché indirizzato agli ideatori delle politiche urbane e ai progettisti che le svilupperanno. Si dimostra chiaramente come i cambiamenti sul territorio, e del territorio, non possono prescindere dall’uso di strumenti culturali e scientifici adeguati, spesso afferenti a discipline diverse dall’urbanistica e dall’architettura.
Il testo però si spinge oltre, fornendo una chiave di lettura del tema che interpreta le misure di adattamento non solo come risposte al cambiamento del clima, ma soprattutto per i loro benefici in termini di salute pubblica.
In tempi di pandemia, infatti, appare urgente una riflessione globale e interdisciplinare sugli usi potenziali dello spazio pubblico urbano, percepito sempre più come luogo sicuro per accogliere le attività umane, lavorative o ludiche che siano. Progettare spazi resilienti, abbattere il fenomeno delle isole di calore, ridurre i rischi di allagamenti: sono tutte azioni che hanno un impatto in termini di adattamento e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, ma possono anche essere associate a una riduzione della mortalità e al miglioramento del benessere e della salute dei cittadini.
Note
1 Pag. 10
2 Parte di atmosfera che viene direttamente influenzata dalla presenza della superficie terrestre e risponde ai cambiamenti indotti dalla superficie terrestre in breve tempo, circa un'ora o meno (Stull, 1988)
3 Pag. 18
4 Pag. 19
5 Pag. 20