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Pescara, verso una città adattiva
Ester ZazzeroPDF




Parole chiave: Sostenibilità,, Adattività, Progetto urbano
Keywords: Sustainability, Adaptive, Urban Design

Abstract:


IT) Il progetto “Pescara, verso una città adattiva” affronta il tema del Progetto Urbano per la Città Adattiva e dei suoi rapporti con la qualità urbana all’interno dei nuovi scenari che fanno ritenere possibile l’avvicinamento dei due approcci, fino a reintegrarli compiutamente all’interno di una prospettiva che definiremo di “Sustainability Adaptive Urban Design”. Per il suo tramite si intende affermare nel progetto la qualità come valore di sintesi che incorpora le diverse articolazioni teoriche ed operative implicite nelle diverse dimensioni costitutive della sostenibilità e dell’adattamento ai cambiamenti climatici.


EN) The project "Pescara, verso una città adattiva" addresses the Urban Project for the Adaptive City and its relationship with the urban quality within new scenarios that make it possible to bring the two approaches closer together, up to fully reintegrating them into a perspective definable as “Sustainability Adaptive Urban Design”. Through this approach, we intend to affirm quality in the project as a synthesis value that incorporates the various theoretical and operational articulations implicit in the different constituent dimensions of sustainability and adaptation to climate change.

 

 

Progetto Urbano Vs Città Adattiva

Anche Pescara si sta misurando con il tema della adattività climatica, che diventa in questo momento storico l’occasione per ripensare e rigenerare la città.
In particolare, c’è molto lavoro da fare per cercare di ricomporre la unitarietà del fiume infranta dalla settorializzazione delle competenze e dei poteri. Soprattutto c’è bisogno di un grande Progetto urbano adattivo ai cambiamenti climatici, in grado di attivare la rigenerazione ambientale, urbanistica, sociale e simbolica dell’area fluviale, coinvolgendo una molteplicità di attori, con una varietà di processi al tempo stesso top down e bottom up, tutti indirizzati verso una comune visione del futuro, da costruire consensualmente e in maniera partecipata.
Il progetto “Pescara, verso una città adattiva” affronta il tema del Progetto Urbano Vs Città Adattiva e dei suoi rapporti con la qualità urbana all’interno dei nuovi scenari che fanno ritenere possibile l’avvicinamento dei due approcci, fino a reintegrarli compiutamente all’interno di una prospettiva che definiremo di “Sustainability Adaptive Urban Design”. Per il suo tramite si intende affermare nel progetto la qualità come valore di sintesi che incorpora le diverse articolazioni teoriche ed operative implicite nelle diverse dimensioni costitutive della sostenibilità e dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
Questa è l’ipotesi di fondo che assume il progetto per Pescara: riformulare il concetto di progetto urbano alla luce dei suoi rapporti con il tema della adattività climatica urbana,  mirando a far emergere attraverso il progetto urbano un valore aggiunto che non può essere prodotto solo attraverso l’aggregazione a posteriori delle abituali declinazioni settoriali della sostenibilità con riferimento all’ energia, acqua, aria e suolo, ma che richiede una loro convergenza programmatica già all’interno delle fasi iniziali della ideazione progettuale.
A Pescara l’Amministrazione Comunale (Settore Qualità dell’Ambiente_Ufficio Transizione Ecologica e Valorizzazione Mare e Fiume),   sta lavorando su una nuova cultura del progetto dello spazio pubblico fatto di aree e reti per la città adattiva che assuma l'adaptive urban design come valore trasversale rispetto a cui traguardare le diverse dimensioni del progetto urbano, dalla organizzazione della mobilità alla configurazione degli assetti fisici e funzionali, dalla programmazione delle reti di servizi alla predisposizione delle infrastrutture tecniche per l’energia, l’acqua, la comunicazione; e che sappia  permeare di questi valori la configurazione di nuovi  spazi urbani ricchi di qualità e di significati propri del tempo contemporaneo. Questa nuova cultura del progetto urbano adattivo è chiamata a riscoprire l’importanza delle condizioni di contesto e della adattività ai cambiamenti climatici, non solo sotto il profilo dei valori morfologici e storico-culturali, delle dotazioni di risorse energetiche e ambientali concretamente utilizzabili in alternativa al modello della produzione centralizzata a distanza, ma soprattutto sotto il profilo delle condizioni climatiche. In questa prospettiva s’intende anche reinterpretare e adattare criticamente al caso abruzzese quanto ormai è acquisito nelle ricerche più avanzate in materia di adattività climatica. A questo riguardo si terrà in debito conto del fatto che gli standard di riduzione dei consumi energetici imposti in sede comunitaria inducono a ridefinire il disegno degli assetti fisici e funzionali dell’insediamento con grande attenzione ai temi della produzione delle energie da fonti rinnovabili mirata all’autosufficienza locale; della mobilità sostenibile indirizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera; della razionalizzazione del ciclo delle acque finalizzata al recupero e al riuso delle acque piovane; dell’utilizzazione efficace delle aree già urbanizzate e degli strumenti di controllo delle densità abitative al fine di ridurre il consumo del suolo; della tutela e valorizzazione delle risorse identitarie connesse al paesaggio locale; della qualificazione degli spazi pubblici; della costruzione degli edifici secondo i principi dell’ecologia urbana.
Per il tramite del Progetto urbano adattivo, in particolare il ruolo del fiume diventa predominante per migliorare il clima della città e si estende ben oltre lo stretto intorno del corso d’acqua, per investire le parti circostanti della città che oggi sono oggetto di una condizione climatica critica, generata dalla formazione di isole di calore. L’obiettivo è di far partecipare i diversi sistemi ad un comune processo di rigenerazione con messa in sostenibilità dell’esistente. Il corridoio fluviale dovrebbe così fungere da matrice di appoggio delle diverse iniziative di “Sustainability Adaptive Urban Design”, come spina dorsale delle reti blu e green, delle reti energetiche e se possibile anche delle reti smart con cui controllare la evoluzione dei metabolismi del sistema fluviale, per assicurarne in ogni momento la adattività climatica. 
In questo senso, il Progetto Urbano Vs Città Adattiva intende migliorare sensibilmente la sostenibilità ambientale delle trasformazioni urbane a partire dal fiume, favorendo modelli di sviluppo meno energivori, meno dissipatori di risorse e soprattutto meno inquinanti.
Appare opportuno ricorrere a modelli interpretativi che assimilano operativamente la città a un ecosistema adattivo, ovvero un ecosistema dotato di un metabolismo climatico virtuoso in grado di bilanciare i processi antropici di prelievo, trasformazione e consumo di risorse primarie. E nel contempo promuovere le energie rinnovabili, l’agricoltura di prossimità e le filiere corte tra produttori e consumatori, riducendo i consumi energetici e le emissioni inquinanti, e inoltre favorendo il riciclo dell’acqua e dei rifiuti solidi urbani. Un ecosistema, insomma, nel quale il fiume diventi l’attivatore di un contesto climaticamente adattivo, capace di propagare nello spazio (anche all’esterno, verso la città residenziale) e nel tempo processi di trasformazione funzionale e spaziale nel segno della sostenibilità.
È un progetto che va considerato come un processo incrementale verso la neutralità climatica, di cui vanno introdotti inizialmente i dispositivi enzimatici che contengono in sé le possibili evoluzioni successive, senza pretendere di regolarle in modo troppo deterministico.
Il progetto stesso tende così a mutare la sua natura in funzione delle evoluzioni climatiche, essendo meno condizionato dall’approccio dell’autore e dalla volontà di configurazione definitiva degli assetti fisici e funzionali della città e delle sue parti, e più portato a innescare processi di trasformazione virtuosi, ben sapendo che questi nel tempo tendono a sfuggire alla razionalità di un singolo attore della trasformazione, sia esso il progettista o l’amministrazione committente.
In questa prospettiva, il processo di Pescara Vs Città Adattiva dovrebbe fungere da incubatore iniziale di trasformazioni orientate alla neutralità, da seguire nel tempo con sistemi di monitoraggio e apprendimento continuo che consentono di agire sulle traiettorie evolutive, per ricondurle quanto più possibile agli obiettivi prefigurati.
Ribadiamo che in questo processo evolutivo di natura incrementale, il progetto per la rigenerazione del fiume Pescara funge da attivatore di contesto per l’adattamento ai cambiamenti climatici, che come si è detto mira a propagare nello spazio (anche all’esterno, verso la città residenziale) e nel tempo processi di trasformazione funzionale e spaziale nel segno dell’adattività climatica.
Come si è affermato in precedenza, la rigenerazione adattiva della città è riferita non soltanto al contesto direttamente interessato dall’intervento, ma anche allo spazio di prossimità dove si riverberano gli effetti generati dalla trasformazione.
Il Progetto Urbano per Pescara Vs Città Adattiva inizia dalla rigenerazione del fiume con l’ingresso delle prime green infrastructures capaci di migliorare le zone climatiche critiche, la decementificazione dei suoli, la forestazione urbana, il potenziamento delle aree permeabili mirando al loro completamento a breve termine (almeno cinque anni), per poi raggiungere il livello ottimale di adattività al 2030. Però la durata dell’intera realizzazione del progetto di adattività climatica non è definibile preventivamente; durante il suo corso saranno probabilmente necessarie modifiche, integrazioni, cambiamenti; gli attori potranno cambiare al mutare delle convenienze e delle domande, e se anche restano gli stessi, possono modificare il loro orientamento e le loro scelte.
Il successo del progetto urbano adattivo a Pescara si gioca fondamentalmente sulla sua capacità di misurarsi con la durata e il miglioramento climatico. In questo senso il tempo per la sua ideazione e realizzazione assume un ruolo centrale nel programma della trasformazione urbana.

 

Conclusioni

Il percorso intrapreso dalla Città di Pescara è al suo esordio. In ogni caso istituisce uno sfondo organico e sistematico per le operazioni progettuali che dovranno candidare Pescara a diventare una città adattiva, con una strategia mirata a contenere i processi d’inquinamento urbano e più complessivamente a ridurre lo scarto tra risorse in ingresso e quelle in uscita nel metabolismo urbano locale, facendola diventare una Città Adattiva ai Cambiamenti Climatici.

In questa prospettiva verrà fatto ricorso a un approccio SAUD, “Sustainability Adaptive Urban Design”, che è chiamato a codificare il funzionamento di cicli metabolici adattivi alle condizioni climatiche di contesto che governano la riproduzione delle risorse all’interno dei loro flussi complessivi, sia in entrata sia in uscita dal sistema locale. Il miglior progetto sostenibile è in definitiva quello che riduce la dipendenza dalle risorse esterne (acqua, energia, beni alimentari) e il volume di scambi complessivi (in particolare sistemi di mobilità con mezzi inquinanti, rifiuti solidi ), perché attinge soprattutto alle risorse interne, riciclandole per quanto possibile all’interno di cicli funzionali mirati all’autosufficienza locale.
Questa idea di città adattiva, compatta e porosa al tempo stesso, attraversata dai grandi segni del verde e dell’acqua, è del tutto coerente con la prospettiva del policentrismo e della molteplicità delle differenze. È al tempo stesso una città multiscalare, che lega in un disegno unitario le aree urbane interne con le periferie diffuse, gli spazi periurbani e i territori aperti più esterni, dove le reti verdi e della sostenibilità s’ispessiscono progressivamente, dilatandosi nei grandi parchi e negli ambiti di naturalità che circondano i territori urbani.
È con questo genere di prefigurazioni che il tema della città adattiva diventa un tema di urbanistica e architettura, emancipandosi dai tecnicismi dell’ingegneria ambientale che hanno finora caratterizzato la cultura progettuale della sostenibilità.
Con questa ipotesi di progetto sullo sfondo, Pescara sta attuando un insieme di programmi multiscalari, che letti nel loro insieme danno sostanza alla prospettiva della città adattiva, tra cui: il PUMS(Piano Urbano Mobilità Sostenibile), il Biciplan;  il Contratto di Fiume; il Progetto Urbano Fiume, il Piano di Resilienza Municipale e il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Tutto questo confluisce nel programma promosso dalla Commissione europea 100 climate neutral cities by 2030 nell’ambito dell’EU horizon Europe framework.

 

 

Riferimenti bibliografici

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