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EChOWAYS
Eco-musei lungo le rotte dei Fenici. Un’eredità mediterranea per la valorizzazione dei territori europei.
Maddalena Ferretti, Antonio Barone




Parole chiave:          Eco-musei; patrimonio immateriale; sistemi territoriali; reti di resilienza; scambio culturale, progetto e innovazione

 

Abstract:

Le rotte dei Fenici sono state utilizzate dal XII sec. a.C. per comunicare commercialmente e culturalmente nel Mediterraneo. L’eco di questa cultura marinara è ancora evidente nel Mediterraneo con manifestazioni materiali e immateriali. Tuttavia la consapevolezza di questo passato non è altrettanto diffusa e la sua scarsa conoscenza, associata ad altri tipi di rischi come la pressione antropica e la concentrazione delle infrastrutture e della produzione lungo le coste, rischia di condurre ad un progressivo oblio di questo importante patrimonio. EChOWAYS, promosso dall’Università Politecnica delle Marche e dalla Rotta dei Fenici, intende creare una rete di eco-musei per valorizzare la cultura del mare lungo le storiche vie d’acqua.




Le rotte dei Fenici sono state utilizzate dal XII sec. a.C. per comunicare commercialmente e culturalmente nel Mediterraneo. L’eco di questa cultura marinara è ancora evidente nel Mediterraneo sia con reperti archeologici che testimoniano la capacità tecnica dei Fenici, maestri della navigazione e artigiani esperti (Bernardini, 2006), sia con manifestazioni immateriali quali tradizioni e costumi, cibi e filiere. Eppure, in molte città costiere, la consapevolezza di questo passato non è altrettanto diffusa e la sua scarsa conoscenza, associata ad altri tipi di rischi come ad es. la pressione antropica e la concentrazione delle infrastrutture e della produzione lungo le coste, rischia di condurre ad un progressivo oblio di questo importante patrimonio.
All’interno di MEDWAYS, EChOWAYS1 è la proposta elaborata dall’Università Politecnica delle Marche e dalla Rotta dei Fenici con la collaborazione di altri partner del cluster di ricerca internazionale che intende creare una rete di eco-musei per valorizzare la cultura del mare lungo le storiche vie d’acqua (fig. 1).

La Rotta dei Fenici è uno dei 40 itinerari culturali facenti parte del Programma del Consiglio d’Europa. Essa si riferisce alla connessione delle grandi direttrici nautiche utilizzate dai Fenici quali fondamentali vie di comunicazione commerciali e culturali nel Mediterraneo. Attraverso queste rotte, i Fenici e altre grandi antiche civiltà del Mediterraneo, contribuirono alla creazione di una koiné (comunanza) culturale mediterranea, favorendo un intenso scambio di oggetti, uomini e idee. Oggi la Rotta dei Fenici coinvolge 11 paesi mediterranei in 3 continenti, rafforzando così i legami storici.
L’obiettivo dell’itinerario è quello di valorizzare il patrimonio culturale di questi luoghi attraverso la collaborazione delle città, delle imprese, delle istituzioni che vogliono apportare il loro contributo alla ricerca di un nuovo rapporto tra l’uomo e il patrimonio culturale e naturale che lo circonda, di nuovi modelli pedagogici e turistici per i bisogni di scambio culturale di oggi.

Dal 2016, per quanto riguarda i progetti di sviluppo integrato, la Rotta ha promosso la creazione di “Smart Ways”, percorsi di eccellenza, anche nautici, che fungono da collettori di patrimoni, comunità e singoli servizi, sviluppando un’offerta di qualità territoriale, valorizzando gli standard di servizio delle aziende e dei territori coinvolti, sviluppando un marchio di qualità territoriale e la cooperazione tra le diverse parti della filiera, promuovendo attività di servizio alla fruizione. L’obiettivo è quello di sviluppare un circuito territoriale volto a creare una maggiore integrazione tra il “territorio” e le “attrazioni”, non solo elementi della cultura “alta”, ma anche i valori paesaggistici e della comunità locale, l’artigianato, il folklore, l’enogastronomia e l’atmosfera. Nodi fondamentali delle Smart Ways sono gli eco-musei dove si incontrano persone, idee, ricordi e innovazione (fig. 2).

In linea con il “Manifesto degli eco-musei”, che li definisce non come luoghi fisici, ma come «un patto attraverso il quale la comunità si prende cura del proprio territorio» (Maggi, 2002), gli eco-musei possono essere intesi come musei diffusi e dinamici che includono anche educazione e ricerca. Perciò essi sono anche incubatori di conoscenza, centri sperimentali in cui studiare il mare e testare le tecnologie per la sua salvaguardia ambientale. EChOWAYS intende potenziare questi nodi come testata dei sistemi territoriali connessi alle linee di costa consolidandone «processi dinamici e scelte condivise per lo sviluppo locale» (Acciai, Andreini et al., 2015) e al contempo promuovendoli a scala globale.
Alcune best practices di musei del mare, come Porto Museo di Tricase, rappresentano una sintesi tra la funzione divulgativa sulle antiche tradizioni marinaresche con la missione formativo-educativa del museo. Altre esperienze, come il Museo della Marineria di Cesenatico, concretizzano il legame con l’ambito portuale dove si conservano antiche imbarcazioni ancora in esercizio, e quello con la comunità e il territorio.
A Porto San Giorgio (FM), in sinergia con l’università, si stanno testando prime ipotesi di ricerca2 in ambito di rigenerazione urbana e di strategie di valorizzazione del sistema porto-città con l’obiettivo di immaginare una riconnessione con l’entroterra e la città di Fermo e di rinsaldare quel legame costa–territorio che è uno degli obiettivi strategici di EChOWAYS (fig. 3).

Il workshop internazionale “Ordinary Legacy”3, organizzato dall’Università Politecnica delle Marche con l’Università Francisco de Vitoria di Madrid, ha esplorato propriamente il tema dell’eco-museo puntando a ricucire le relazioni spaziali e urbane tra l’area dismessa dell’ex mercato ittico e quella del porto turistico, ma sviluppando una riflessione territoriale più ampia con il potenziamento di infrastrutture e servizi per collegare Fermo al mare, anche nell’ipotesi di un coinvolgimento della scuola nautica nel laboratorio didattico dell’eco-museo.
Infine con l’apertura dei “Cantieri della Civiltà Marinara”, curati da F.De Melis, il Comune aggiunge un importante tassello nel processo di consolidamento identitario della cultura marinara di Porto San Giorgio, il cui racconto è indispensabile all’operazione di valorizzazione (fig. 4, fig. 5).
Con le loro storie infatti, gli abitanti di Porto San Giorgio potranno raccontare le esperienze dei padri attraverso l’eco vibrante delle loro voci, che, grazie ad alcuni strumenti di digitalizzazione potrebbero diventare un elemento di attrazione turistica. Ma l’eco-museo dovrebbe essere in grado di andare oltre e proporre prospettive future: raccontare la storia del mare oggi significa affrontare temi cruciali come il cambiamento climatico, l’inquinamento da plastiche, l’innalzamento del livello del mare. Gli eco-musei concepiti per EChOWAYS diventano così centri di ricerca per l’innovazione. Sono anche vetrine di più estesi sistemi territoriali e raccontano la storia di un nuovo modello di abitare decentralizzato, di una diversa qualità dello spazio, di un ritmo di vita lento, dove tuttavia l’innovazione e l’intelligenza digitale sono ingredienti necessari per progredire verso uno sviluppo sostenibile ed ecologico. Queste aree devono essere rigenerate e valorizzate per renderle luoghi di vita più attraenti per possibili nuovi abitanti, devono essere dotate di infrastrutture digitali, promosse per usi turistici, trasformate con configurazioni dello spazio fisico più resilienti per rispondere alle sfide sociali e ambientali del presente. È allora che l’eco, l’eredità del loro passato marinaro incontra il futuro. E apre a nuove prospettive di trasformazione.




Note
1 EChOWAYS è una proposta dell’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM, Italia) e della Rotta dei Fenici (Itinerari Culturali del Consiglio d'Europa). Futuri partner coinvolti: Jaén University (Spagna), Malta University, Zagreb Libertas University (Croazia), Lebanese American University (Libano), Bari (Italia). EChOWAYS contribuisce a MEDWAYS, un cluster di ricerca supportato dall'Accademia dei Lincei, Italia, e coordinato dal prof. Mosè Ricci. Il contributo di EChoWAYS a MEDWAYS è coordinato da UNIVPM (prof. Maddalena Ferretti).
2 L’Università Politecnica delle Marche, con responsabile il prof. Gianluigi Mondaini, ha svolto insieme alla città ricerche relative a strategie di valorizzazione per l’area del porto turistico, vagliando, tra le altre, la possibilità di inserire un eco-museo nella piazza antistante il porto stesso.
3 “Ordinary Legacy, Forms of permanence and innovation dynamics as materials for regeneration processes”. Exchange Workshop UFV Universidad Francisco de Vitoria Madrid e UNIVPM Università Politecnica delle Marche, curato da Maddalena Ferretti (UNIVPM) ed Elena Farini (UFV), supportato dal Comune di Porto San Giorgio e dalla Rotta dei Fenici.

 

Riferimenti bibliografici

Acciai, R., Andreini, C. et al. (2015), Manifesto Strategico degli ecomusei, disponibile a: http://www.ecomuseocervia.it/dettProgetti.aspx?id=3 (visitato 13 Marzo 2021).
Bernardini, P. (2006), “Phoinikes e Fenici lungo le rotte mediterranee”, in Mastino, A., Spanu, P.G., Zucca, R. (Eds.), Tharros Felix 2, Carocci editore, Roma, IT, pp. 197-242.
Maggi, M. (2002), Ecomusei. Guida europea, Allemandi, Torino, IT.
Riva R. (2015), “Ecomusei e turismo”, Ri-Vista. Research for Landscape Architecture, n. 10, pp. 41-48.
Rivière G.H. (1985), “The ecomuseum - an evolutive definition”, Museum International, n. 37, pp. 182-183.

 







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