Fiume come paesaggio (premio europeo)

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Paesaggi evolutivi.
Premio europeo di paesaggio. La rivitalizzazione del fiume Aire a Ginevra
Claudia Di Girolamo PDF




La riscoperta negli ultimi vent’anni del valore assoluto della natura, intesa come conservazione e valorizzazione della biodiversità e supportata da un consistente apparato normativo, va di pari passo con l’emergere del concetto di paesaggio locale, in quanto stratificazione fisica e culturale delle specificità di un dato luogo, come si presenta alla popolazione nativa e ai fruitori.
Anche la cultura progettuale intorno ai fiumi si è spinta verso un approccio sempre più olistico. Dopo più di un secolo, quando i corsi d’acqua venivano tombati, canalizzati, deviati e imbrigliati, oggi si parla di paesaggio fluviale, di rivitalizzazione delle acque, di parchi fluviali. Anche dal punto di vista normativo l'orientamento tende a diventare interdisciplinare, superando i tradizionali confini amministrativi in favore del concetto di bacino idrografico come entità paesaggistica e naturale unitaria.

Queste premesse rispecchiano appieno il progetto di “Rinaturazione del fiume Aire” a Ginevra, frutto della collaborazione di un’equipe multidisciplinare con il quale la Svizzera ha vinto il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa (edizione 2018-19), partecipando tra l’altro per la prima volta. Già vincitore dello Schultess Garden Prize nel 2012 - della Società svizzera per la salvaguardia del patrimonio culturale - e del Landezine International Landscape Award nel 2018, il progetto ha superato con successo la procedura svizzera di selezione delle proposte da presentare al Premio del Paesaggio europeo. Il raggruppamento Superpositions (sovrapposizioni), formato da esperti di architettura, paesaggio, ingegneria e scienze biologiche - Georges Descombes + Atelier Descombes & Rampini, B+C Ingénieurs, ZS Ingénieurs civils, Biotec SA - ha costruito un programma denso, con diversi spunti di innovazione.

Il parco fluviale, differentemente da quanto richiesto dal bando di concorso, dà origine a un nuovo disegno della naturalità, affiancando l’opera di regimazione delle acque realizzata fra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni Quaranta del Novecento, al fine di evitare gli allagamenti nelle campagne coltivate circostanti, che il Cantone di Ginevra chiedeva di rimuovere. Il vecchio canale, testimonianza di archeologia idraulica, viene così elevato a simbolo della memoria collettiva locale.

Il progetto elabora più complessivamente un paesaggio culturale che conserva le tracce architettoniche e lo sviluppo morfologico nel tempo del suo contesto, diventando progetto urbano e territoriale senza tralasciare l’impronta ecologica alla base del bando. Il parco proposto diventa l’elemento caratterizzante della vallata del fiume Aire, che sfocia a nord-est nell’affluente destro del Rodano, l’Arve, verso la città di Ginevra, riallacciandosi alla Route Rhone (rete di percorsi ciclopedonali turistici intorno al fiume Rodano), mentre a sud-ovest diventa elemento connettivo con il vicino confine francese.

Scrive André Corboz che, «in ogni civiltà, la natura è ciò che la cultura designa come tale». Ciò che conta, nel paesaggio, non è tanto la sua “obiettività” quanto il valore attribuito alla sua configurazione. Questo valore è, e non potrebbe essere che culturale. Alla base quindi della scelta di conservare il canale come fil rouge e testimone della storia di quei luoghi c’è un’idea di territorio come palinsesto, sovraccarico com’è di tracce e di letture passate. Ciascun territorio è unico, per cui è necessario “riciclare”, grattare una volta di più (ma possibilmente con la massima cura) il vecchio testo che gli uomini hanno inscritto sull’insostituibile materiale del suolo, per deporvene uno nuovo, che risponda alle esigenze d’oggi, prima di essere a sua volta abrogato (A. Corboz, 2001).
Anziché ricostruire semplicemente il letto naturale del fiume com’era prima, i progettisti si rifanno alla teoria della Topographic Imagination, che può essere compresa attraverso la metafora della reciprocità della visione e del movimento: la vista fornisce un invito al movimento, che a sua volta modifica la vista con un elemento di ambiguità della relazione, poiché uno ridefinisce l'altro (E. Rosenberg, 2002). Il vecchio canale insomma funge da traccia di riferimento, che rende leggibile il passato recente e si combina con i lavori in corso del nuovo fiume.

Dal punto di vista ambientale, il nuovo paesaggio fluviale offre prestazioni utili per regolare le dinamiche naturali di inondazione e la rigenerazione di risorse rinnovabili come l’acqua e il suolo, creando al tempo stesso un prezioso biotopo per piante e animali a ristoro della graduale perdita di habitat conseguente all’arginatura del secolo scorso. Il piano di riconfigurazione dell’alveo ripercorre a grandi linee i meandri del fiume che esistevano prima della canalizzazione, coinvolgendo parte dei terreni circostanti vocati all’agricoltura, modellati a loro volta da una griglia artificiale a losanghe che consente di dare libero gioco ai fenomeni erosivi da parte dell’acqua, e che permette dunque al fiume di espandersi. Muovendo dalla consapevolezza che un fiume ama progettare liberamente sé stesso, il gruppo Superpositions ha proposto uno schema di innesco co-evolutivo tra il movimento dell’acqua e il suolo circostante, come in un’opera di landart - così definita da loro stessi - che nei tempi dettati dalla natura potrà assumere forme e consistenze inaspettate. I tempi previsti per la ultimazione dei lavori di progetto sono di circa vent’anni, tempi propri dei mutamenti paesaggistici. Dal 2002 ad oggi sono state attuate le prime tre fasi, mentre la quarta è in corso di completamento per il 2022.
I progetti paesaggistici dovrebbero essere «laboratori open-air», dice Descombes «nei quali dobbiamo adottare il paradigma lavorare con - dove le azioni umane non interferiscono dall'esterno su un qualcosa di inerte, ma partecipano, dall'interno, ai movimenti di un soggetto vivente. E agiscono attraverso aggiustamenti e correzioni, per adattare ogni azione a una situazione in costante trasformazione. Una modalità che differisce dal seguire rigidamente un piano o un programma precostituiti. Il progetto deve quindi impegnarsi nella prospettiva di un dialogo con tutte le forze presenti sul territorio, fisiche e sociali».

Una combinazione di obiettivi progettuali innovativi e azioni processuali è alla base del successo di questo progetto, secondo le motivazioni della giuria internazionale che l’ha scelto come vincitore del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. Non ultima la componente ricreativa, sviluppata tramite una sequenza di piazze, giardini, spazi di sosta e ristoro creati sul canale preesistente prosciugato, dando luogo a un vero e proprio giardino lineare che entra in una relazione a geometria variabile con la passeggiata lungo l’argine e con il nuovo paesaggio fluviale. L’avvicendarsi dei diversi spazi d’incontro e svago è progettato con differenti strategie e atmosfere, come ad esempio quella del “paesaggio in prestito” (borrowed landscape) tipica dei giardini d’oriente, dove si dà risalto alle visuali paesaggistiche che hanno sullo sfondo bellezze naturali da incorniciare. Si legge infatti nel rapporto della giuria che “pur consentendo la prevenzione delle inondazioni e la ricostruzione di ecosistemi favorevoli alla vita animale e vegetale, questo paesaggio vivente costituisce anche uno spazio per passeggiate, relax e luogo di incontro, che lo rende un successo per le popolazioni”.
Tutto ciò è inserito all’interno di un quadro normativo favorevole. In Svizzera infatti, già dalla fine degli anni Novanta è stata istituita la legge federale sulla protezione delle acque LPAc, che ha introdotto l’obbligo della loro rivitalizzazione, ma che comunque consente anche di promuovere le valorizzazioni ecologiche, tenendo conto dei possibili benefici di natura economica.
Le acque devo­no costituire elementi paesaggistici caratteristici e prossimi allo stato naturale, si legge; diventa allora fondamentale creare sinergie e trovare un compromesso tra gli interessi della protezione della natura e quelli delle persone in cerca di ristoro. Con l’obbligo di creare lo spazio necessario alle acque, i Cantoni pongono le condizioni territoriali affinché tale spazio sia sistemato e sfruttato non considerandolo però superficie per l’avvicendamento delle colture, la cui perdita va compensata in modo adeguato come previsto dai piani settoriali della Confederazione. I corsi d'acqua sono da sempre considerati infatti come una minaccia per le colture e l'edificazione oppure solamente come luoghi di naturalità o di svago. A conciliare le differenti posizioni e facilitare l’appropriazione di senso da parte della popolazione locale è stato il processo di concertazione con gli attori in gioco, primi fra tutti gli agricoltori e le associazioni ambientaliste, e poi naturalmente gli abitanti e le amministrazioni comunali e cantonali. Il successo dell’intervento è dovuto anche alla capacità di mobilitazione dell’immaginario collettivo sia all’inizio con la presentazione del progetto, sia durante la realizzazione per fasi successive e, ancor più nel riconoscimento finale del nuovo paesaggio evolutivo e multifunzionale come valore sociale e patrimoniale condiviso.

Il gruppo Superposition con il suo rivergarden ha superato la dicotomia tra natura e cultura sottesa dal programma di concorso, che poneva l’accento soprattutto sulla necessità di un miglioramento ambientale dell’area. Lo sviluppo della componente ecologica del progetto per l’Aire è incorporato all’interno di un programma culturale più ampio: l'impronta del canale è un dispositivo chiave, una traccia permanente che introduce una temporalità complessa, sia passato che futuro, memoria e desiderio.
Partendo inizialmente da un’idea di “progetto di architettura del paesaggio” - cioè il sapiente inserimento di un artefatto nel suo contesto di riferimento, capace a sua volta di modificarlo - la voluta indeterminatezza degli esiti progettuali e la volontà di pilotare una possibile evoluzione del paesaggio nel tempo alle diverse scale ha dato vita ad un progetto processuale dai risultati non del tutto governabili. Infatti, sia il processo di acquisizione del consenso tramite partecipazione e condivisione degli intenti, sia lo schema direttore per la configurazione della geomorfologia del nuovo fiume non potevano essere del tutto immaginati e programmati fin dall’inizio, e infatti sono stati sottoposti a particolari momenti correttivi durante le delicate fasi di attuazione. Il risultato fin qui raggiunto e che denota il buon governo delle diverse componenti in gioco e dei momenti di attuazione del progetto è che l’intervento di rinaturalizzazione si costituisce come un progetto integrato di territorio, elaborato in un ambiente periurbano e urbano caratterizzato da una forte pressione antropica.




Riferimenti bibliografici

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Rapport du Jury International du Prix du Paysage du Conseil de l’Europe, 6e Session 2018-2019
rapport-prix-du-paysage-du-conseil-de-l-europe-reunion-du-jury-interna/
Legge federale sulla protezione delle acque (LPAc) https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/19910022/index.html
Rinaturazione delle acque e spazi riservati alle acque, in Conservare e sviluppare la qualità del paesaggio. Panoramica degli strumenti della politica del paesaggio, Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), Berna, 2016 https://regiosuisse.ch/sites/default/files/2016-12/Conservare_e_sviluppare_la_qualita_del_paesaggio.pdf
https://m.professionearchitetto.it/n/n22644/Cercando-una-forma-conferenza-pubblica-di-Georges-Descombes
https://www.bafu.admin.ch/bafu/it/home/temi/paesaggio/dossier/premio-del-paesaggio.html#1859030533

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