Materiali didattici

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La Circle Line come occasione di riattivazione urbana per la città di Milano
Il progetto di quattro scali ferroviari dismessi *
Seminario di Tesi di Laurea in “Progetto e Contesto” presso l’Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Dipartimento di Architettura di Pescara
Relatore: Prof. Arch. Alberto Ulisse Correlatori: Prof. Ing. Giuseppe Brando, Prof. Ing. Alberto Viskovic Laureandi: Alessandra Alonzi, Maria Diletta Villani, Alessandro Mora, Ciro Petrella PDF

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Il dialogo decennale tra il comune di Milano e il gruppo di Ferrovie dello Stato SpA, iniziato nel 2005, è culminato in un importante Workshop tenutosi nel capoluogo lombardo dal 15 al 17 dicembre 2016. Questo ha visto coinvolte numerose figure, raggruppate in 5 tavoli di lavoro, ognuno riguardante un tema diverso: ambiente, sociologia, architettura, trasporti ed economia; oltre a questi, sono stati numerosi gli interventi esterni ed i confronti con la comunità.
Il lavoro del Workshop è stato sintetizzato in una Vision che ha come oggetto di studio la Circle line, sede di un vecchio tracciato ferroviario dismesso, che mette a sistema i sette scali ferroviari, oggetto di studio: Farini, Greco, Lambrate, Rogoredo, Porta Romana, Porta Genova e San Cristoforo. Proprio partendo dalle proposte messe in campo da questa Vision sono nate le analisi preliminari e le prime indagini di progetto sull’intera città di Milano, condotte all’ interno del Laboratorio di Tesi di laurea in Architettura nell’ambito “Progetto e Contesto” (coordinamento del professore Alberto Ulisse) dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Pescara, convertite poi, in un secondo momento, in quattro progetti focalizzati su quattro dei sette scali sopracitati.
Questi studi sono stati sviluppati sulla base di quattro macro-temi:

La sovrapposizione di questi studi e l’interazione tra essi è stata la base per i Masterplan di progetto e la discesa di scala sugli scali Greco, Rogoredo, Porta Romana e Porta Genova, come si vedrà nelle schede successive.
Da un lavoro di gruppo quindi si è passato ad un lavoro personale, sempre tenendo a mente però le linee guida dettate sia dalla Vision scaturita dal bando, sia dal lavoro di analisi svolto.

 

* Gli scali presi in esame sono: Greco-Breda, Rogoredo, Porta Romana, Porta Genova

 

PROGETTI

INCAVO, Il caso studio di Greco Breda.
Il progetto pensato per la zona dello scalo Greco-Breda di Milano, opera una ricucitura dei quartieri circostanti, da un lato creando una connessione pedonale di qualità tra il quartiere Bicocca e Precotto, dall’altro inserendosi nel corridoio verde che da Porta Nuova va al parco di Monza e dalla Martesana si congiunge al Parco Agricolo Nord.
Il sito si compone di tre parti: l’ex scalo ferroviario accanto alla stazione Greco-Pirelli; un’area verde ubicata più a est su via Breda; una fascia lunga e stretta di terreno che si affaccia a ovest sul quartiere Bicocca.
Per mitigare acusticamente e visivamente l’infrastruttura ferroviaria attiva si è, attraverso la modellazione del suolo, attuata una strategia progettuale consistente nella costruzione di una duna verde che possa dare un fronte vegetale alla ferrovia e, nello stesso tempo, essere occasione di progetto: la duna, infatti, si configura come il muro di sponda dei diversi ambienti che, in parte trovano spazio nel suo interno ed in parte si innestano ad essa.
Il programma d’uso, parzialmente ripreso dalle richieste del bando, tenta di portare un dinamismo ed una modalità di fare città che sia viva in tutte le fasce del giorno e della notte attraverso la relazione tra elementi culturali, aspetti residenziali e modalità di spostamento. Per questo motivo, le attività commerciali, culturali e ricreative, vengono collocate alla quota urbana e le residenze alle quote più alte.
Nella quota urbana si presta particolare attenzione alla progettazione dello spazio verde procedendo, come indicato nel bando, al riordino e ampliamento degli orti urbani esistenti ed all’integrazione di altre attività connesse.

TERRAPIENO ABITATO, Il caso studio di Rogoredo.

Lo scalo di Rogoredo è posizionato a sud-est della città di Milano. Nonostante la sua collocazione periferica, il quartiere, negli ultimi anni, ha subito un processo di rinnovamento poiché la stazione ferroviaria è diventata l’approdo sud dell’alta velocità e questa particolarità, in connessione con lo scambio della Linea M3, ne fa un nodo di accessibilità dalle reti lunghe.
La Circle Line, da Accordo di Programma, non passa fisicamente all’interno dell’Ex-Scalo, per cui la prima azione è stata ipotizzare il suo prolungamento nell’area di progetto, configurandosi sia come un bordo urbano, sia come un buffer verde ed infine come un nuovo percorso ciclo-pedonale che connette l’area di progetto con il Parco Agricolo Sud e con il patrimonio delle Cascine.
La strategia progettuale nasce dall’intenzione di schermare l’area dai binari ferroviari funzionanti attraverso un terrapieno che degrada come una duna verde naturale, diventando un bordo di protezione vegetale in grado di mitigare visivamente e acusticamente. Il terrapieno, al tempo stesso, diventa occasione di progetto poiché al suo interno si innestano i nuovi edifici che lo modificano morfologicamente.
Le diagonali e le trasversali urbane si rapportano con le nuove volumetrie, con il terrapieno e con la duna verde: non esistono un interno, un esterno o un retro, tutto è in connessione. Il progetto vuole trovare anche un collegamento con il lotto del comparto Enpam, in stato di abbandono, posizionato aldilà della ferrovia, in modo che l’infrastruttura non venga vista sempre e solo come un retro, creando così un nuovo ambito costituito da relazioni, trasversali, percorsi, orti, con l’obiettivo di portare un pezzo di campagna nel tessuto urbano, provando a valorizzare questo brano di città degradato.

IPER-CORTE, Il caso studio di Porta Romana.

Lo Scalo di Porta Romana ha storicamente svolto un ruolo di barriera per la parte sud di Milano, dividendo l’edificato storico berutiano a nord da quello industriale a sud.
La connessione di queste parti di città è l’incipt del progetto urbano sullo scalo dismesso. Mettendo in relazione tutte quelle parti, pezzi, frammenti, del contesto urbano rilevanti come l’edificio di Rem Koolhaas di Fondazione Prada o lo spazio interstiziale delle corti urbane esistenti.Tutti questi frammenti sono quindi messi in relazione attraversando lo scalo che diventerà permeabile alla città, inoltre queste trasversali verranno messe a “sistema” dalla Circle Line collegandole e abbracciandone in alcuni casi l’attacco a terra degli edifici mentre in altri casi ne attraverserà le piazze espositive o sportive.
Il bordo è quindi reso permeabile dalle connessioni, ma si è voluto ricreare una grande corte urbana, Iper-Corte, che mantenga al suo interno sia gli edifici esistenti -riqualificandone le facciate- e sia le volumetrie di nuova costruzione, cosi da mantenere il profilo storico del bordo, della barriera, però reso permeabile da queste grandi aperture. La corte però si piega in un punto lasciando spazio al prospetto di Fondazione Prada, invitandolo quindi a partecipare alla nuova quinta urbana della città.
L’interno della corte urbana diverrà il nuovo polmone verde di Milano creando dei benefici tangibili e percepibili sull’intero bacino della città, tramite la creazione di un nuovo bosco urbano e di spazi sia attrezzati per la città.

OUTDOOR, Il caso studio di Porta Genova.

L’idea di progetto, alla scala urbana, nasce da due elementi fondamentali: la Circle line, che ripercorre il tracciato ferroviario e spancia li dove trova occasione di inglobare funzioni già esistenti, e le trasversali, che corrono in maniera quasi perpendicolare alla Circle line e collegano le diverse emergenze cittadine presenti nella zona.
Proprio dall’intersezione di queste due componenti prende vita il progetto “OUTdoor”.
Elementi filtro che fungono da ricucitura e provano a restituire alla città uno spazio del tutto inutilizzato, facendo, allo stesso tempo, da ingresso ad una delle zone più “in” di tutta Milano e che ad oggi è accessibile solo dalla stretta via Tortona.
Questi dispositivi urbani si affiancano e vanno a dare forza alle trasversali sopracitate creando una sorta di collegamento con le centralità che esse intercettano.
Un sistema semplice e modulare di portali, passerelle e collegamenti verticali permette così di vivere in maniera del tutto nuova gli spazi e gli ambienti degli edifici esistenti, consentendo inoltre a questi ultimi di svolgere le loro funzioni in maniera più efficace.
La loro modularità consente, inoltre, un agevole flessibilità nella facciata, permettendole di cambiare volto per qualsiasi tipologia di evento, pur mantenendo lo “scheletro” di base.
Un’ architettura semplice ma efficace, leggera e flessibile allo stesso tempo, che permette all’intero complesso di mutare ed adattarsi ad ogni tipo di situazione, e che prova a dare nuova vita ad uno spazio che farebbe da testata al gettonato percorso dell’alzaia del Naviglio Grande, per andare a concludere la sua corsa nel distretto della Darsena recentemente riqualificato.