Dossier: Il progetto urbano per i centri minori. Opinioni a confronto

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Tomaso Tommasi di Vignano
Presidente Hera
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Il progetto di EWT appare estremamente coerente con le esigenze attuali di natura sociale, ambientale ed economica. La lotta al cambiamento climatico, alla riduzione di utilizzo del suolo, alla riduzione dello sfruttamento delle risorse del pianeta, all’incremento dell’inclusione sociale sono tutte sfide che ben si prestano a essere indirizzate anche attraverso un nuovo ruolo per le città.
Nelle città europee vive circa il 75% della popolazione, viene consumato tra il 70% e l’80% delle risorse, viene emesso circa l’80% delle emissioni climalteranti e viene prodotto quasi l’80% del PIL. Da questi dati è evidente come indirizzando i problemi delle città sia facile anche indirizzare le più ampie sfide globali.
I progetti urbani non sono quindi solo attuali, ma divengono essenziali per far convergere l’impegno di una pluralità di stakeholder verso una nuova configurazione di città che sappia rispondere in modo efficace alle sfide globali dell’agenda ONU 2030.
Le citate derive del “presentismo” sono ben note e purtroppo investono ormai ogni tipo di decisione strategica o di investimento che abbia a che fare con il territorio locale e spesso sfociano nell’opposizione alla realizzazione di qualunque innovazione sul territorio. Tuttavia, rinunciare a un approccio “costruttivo” (proprio per costruire le nuove città) e multidisciplinare equivarrebbe alla rinuncia di calmierare i noti effetti ambientali ormai innescati.
Piuttosto devono essere comunicate in modo chiaro e trasparente le ragioni che spingono a ritenere che i progetti urbani “completi” possano rappresentare la soluzione a molti dei problemi della vita nelle città. Spesso la comunità locale non percepisce i benefici legati ai progetti, a causa di una frammentaria comunicazione.
Al contrario, in una logica di “progetto urbano” complessivo (fino al concetto di “smart city” che integra la dimensione tecnologica all’interno di un approccio olistico alle città) sono molteplici i possibili benefici per il cittadino. Migliore contesto ambientale, maggiori opportunità occupazionali, maggiore inclusione sociale, minore uso di risorse, migliori opportunità di interazione tra cittadino e amministrazione, migliore qualità dei servizi fruiti. Tutti questi aspetti devono essere veicolati in modo unitario per essere più facilmente compresi dalla popolazione e creare quindi quella condivisione del progetto necessaria a generare supporto allo stesso.
La comunicazione delle esperienze positive e dei casi di successo già testati in realtà urbane minori o analoghe giocherà un ruolo altrettanto importante per facilitare la creazione di consenso e consapevolezza nel territorio.
Infine, la maggiore consapevolezza diffusa sulla call to action delle Nazioni Unite sta alimentando nel mondo finanziario, istituzionale e all’interno delle realtà aziendali una maggiore propensione a strategie e soluzioni di lungo termine che sappiano coniugare la crescita economica dell’azienda con la sostenibilità delle proprie attività e le ricadute positive sul territorio di appartenenza. Anche questa evoluzione di pensiero potrà contribuire al superamento degli ostacoli che si frappongono allo sviluppo delle “nuove città”.