Il rapporto tra Sostenibilità e Innovazione tecnologica nella progettazione dell’ambiente urbano a cura di Filippo Angelucci

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La sperimentazione progettuale sulla Città: il caso studio di Civitanova Marche
Laura Ridolfi, Sara Cipolletti
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Abstract:
Quattro parole chiave per interpretare la città contemporanea e per procurare interessi tematici chiari negli scenari di trasformazione urbana - interferenza, flussi, temporaneità, connettività; quattro laboratori disciplinari dell’architettura a confronto tra loro, ognuno con i rispettivi sviluppi progettuali nei processi  di rigenerazione e le opportune scale di  approfondimento - progettazione architettonica e urbana, tecnologia, urbanistica; una sola città come caso studio - Civitanova Marche: questi sono gli elementi e i componenti principali, che hanno definito la recente esperienza dei laboratori finali delle lauree triennali nella Scuola di Architettura e Design di Ascoli Piceno, Università di Camerino.
L’articolo espone la sfida multidisciplinare condotta dai quattro gruppi di ricerca, le metodologie assunte per comprendere e interpretare la città contemporanea, i risultati progettuali e spaziali sperimentati, gli esiti e il dibattito scientifico condiviso anche con l’amministrazione comunale aperta al dialogo e alla progettualità dell’architettura. Nello specifico il gruppo di docenti e ricercatori afferenti all’ambito disciplinare della Tecnologia dell’Architettura ha assunto la temporaneità come paradigma generatore non di soluzioni determinate ed univoche ma mutevoli ed indefinite.
La città temporanea di Civitanova Marche è stata analizzata negli usi non codificati, informali ed imprevisti dei suoi tre eventi principali, i mercati, i festival, le esposizioni che meglio caratterizzano sia le pratiche quotidiane degli abitanti, che le rapide e dinamiche alterazioni attivate negli spazi urbani. I progetti aderenti ai contenuti propri della costruzione dell’architettura e dell’ambiente hanno sperimentato un sistema di supporti da sovrascrivere temporaneamente alla città esistente, generando nuove relazioni virtuose. La flessibilità dei sistemi individuati si riferisce non solo all’uso e alla loro configurazione ma anche agli aspetti tecnologico-costruttivi dei supporti, connotati da intercambiabilità, modularità, reversibilità, trasportabilità e riuso.
Il lavoro su Civitanova Marche nell’insieme delle quattro tematiche proposte restituisce una mappa strategica per la città e gli scenari delineati attraversano la dimensione urbana con tutte le scale del progetto, da quella territoriale e paesaggistica fino a quella architettonica e della dimensione tecnologica e costruttiva.

Parole chiave ERC
PE8-12:           Progettazione sostenibile
SH3-10:          Urbanizzazione, città e aree rurali/Spazi aperti urbani

Premessa
Civitanova Marche, Comune della costa adriatica situato nella provincia di Macerata, ha rappresentato l’oggetto d’indagine della ricerca progettuale svolta nell’ambito dei Workshop Finali di Laurea1, a.a. 2014-2015 del Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura, presso la Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino. Nelle esperienze progettuali svolte nei quattro laboratori, afferenti ciascuno a discipline differenti – Pianificazione del Territorio, Progettazione dell’Architettura e Tecnologia dell’Architettura – il tema di ricerca è stato declinato alle diverse scale di progetto secondo le metodologie caratterizzanti la disciplina dei corsi. Partendo da tematiche condivise, ciascun percorso didattico ha esplorato la città da angolazioni differenti, indagando le problematicità di alcune aree attraverso sperimentazioni progettuali spesso anche sovrapponibili e integrabili fra loro. Le strategie di trasformazione previste hanno interessato le reti di relazioni urbane e ambientali e i sistemi edilizi nei loro aspetti spazio-funzionali e tecnico-costruttivi, e hanno restituito una varietà di soluzioni possibili per tutte quelle aree della città che necessitano di una rigenerazione per tramutarsi da spazi residuali ed irrisolti  a  luoghi vitali ed attivi.

Metodologia e strategie d’intervento della ricerca progettuale
In una prima fase della sperimentazione progettuale sono state individuate le aree d’intervento sulla base delle principali criticità di natura diversa rilevate mediante un’analisi diretta condotta sul territorio. Fatta eccezione per le due principali matrici verdi della Città, il Parco Fluviale del Chienti e il Parco del Castellaro, che hanno un’estensione più diramata sul territorio, le altre aree di progetto hanno interessato una porzione significativa del tessuto urbano del centro cittadino (Fig. 1). In particolare, la zona del Borgo marinaro, dell’ex-fiera e del bacino portuale, tutti luoghi contigui uno all’altro in cui si traducono e prendono forma gli usi e le tradizioni della popolazione locale. Spesso tra loro si innescano delle relazioni che generano delle dissonanze, le quali si trovano tradotte in quegli spazi residuali di connessione governati da diversi usi del suolo e da diverse pratiche quotidiane. In molte delle proposte elaborate sono proprio questi spazi a rappresentare dei paradigmi progettuali, poiché le criticità dei luoghi sono state lette, interpretate e tradotte in potenzialità, tenendo conto dell’insieme di relazioni ambientali, spaziali e sociali.
Le problematicità emerse dalle analisi riguardano principalmente il sistema delle infrastrutture e dei parcheggi, l’uso del suolo, le connessioni pedonali e ciclopedonali, la rigenerazione delle strutture esistenti, i programmi funzionali. Durante la fase di analisi, la ricognizione delle criticità è stata svolta con metodologie e ottiche differenti, tipiche delle diverse discipline caratterizzanti i laboratori.
Uno degli obiettivi della sperimentazione è stato, infatti, quello di adottare un metodo comune generale ma di esplorare il caso studio attraverso letture tematiche, rivolte ciascuna ad aspetti specifici, le quali hanno rappresentato degli elementi utili a ricostruire un’indagine cognitiva più completa e maggiormente dinamica per la loro interazione e possibile sovrapponibilità.
Il metodo condiviso nella ricerca è stato quello analizzare la città di Civitanova Marche declinandola attraverso delle parole chiave: Città delle Interferenze, Città della Temporaneità, Città dei Flussi e Città della Connettività, quattro coniugazioni del tema che hanno restituito letture e modalità d’intervento differenti.
L’interferenza è stata intesa come sovrapposizione di fenomeni della stessa natura o di natura differente che in alcune aree possono sommarsi o annullarsi, lasciando tracce sul suolo, non sempre univocamente decifrabili, comunque interpretabili e traducibili in forme architettoniche.
La città delle Interferenze, incentrando la sua attenzione sull’area portuale e sulla connessione di quest’ultima con il Borgo marinaro, ha indagato le relazioni tra insediamento e infrastruttura, tra lavoro e tempo libero, spazi residuali e spazi per attività portuali, con l’obiettivo di mettere a punto dei programmi innovativi che possano includere anche nuove attività e dare un nuovo equilibrio al borgo e porto (Figg. 2/3).
I flussi sono stati interpretati nel senso più ampio del termine, considerando i flussi umani, di merci e di informazioni quali elementi vitali e pulsanti di una città. Le reti di comunicazione hanno un ruolo determinante nella configurazione degli attuali assetti di città e territorio, spesso si sovrappongo a tracciati ed insediamenti preesistenti ed impongono con i loro terminali all’intero della città punti di riferimento mutevoli nello spazio e nel tempo, luoghi altri dagli spazi identitari, relazionali e storici dell’esperienza tradizionale. La città dei Flussi ha concentrato la sua attenzione sulle aree residuali del sistema urbano riconoscendo l’area tra il borgo e il porto come un condensatore di spazi e di tempi in cui flussi diversi andranno a intricarsi annodando i ritmi ordinari della mobilità locale ai filamenti delle relazioni globali, tenendo insieme geografie e atopie, identità sradicamenti (Figg. 4/5).

Ricerche, progetti e risultati finali
Una ricerca fatta per parole chiave implica sempre una scelta di significati ben definiti che aiutano in qualche modo a incanalare nella giusta direzione l’investigazione, ottenendo attraverso esse informazioni, interpretazioni e chiarimenti precisi. Le parole chiave servono quindi per sviluppare una ricerca educando lo sguardo attraverso dei dispositivi che affinano le scelte. 
Acquisiti quindi nella prima fase del seminario gli strumenti interpretativi per comprendere Civitanova Marche e le aree di progetto, avviate le conoscenze attraverso incontri con esperti, artisti, intellettuali, il secondo momento dell’esperienza dei laboratori triennali di tesi invece ha assunto un valore sperimentale strettamente legato alla disciplina della progettazione.
La formula scelta del workshop, oramai consolidata in Architettura e molte volte collaudata all’interno della Scuola di Ascoli Piceno, ha costituito un’esperienza intensa e molto concentrata nel tempo – della durata di due settimane – determinandosi come un momento di riflessione e di confronto progettuale importante.
Le idee e le interpretazioni si sono formalizzate in progetti e proposte di rigenerazione urbana, la gamma di interpretazioni sulla città di Civitanova Marche, che le parole chiave avevano preventivamente fornito, si è misurata successivamente nel progetto con la discesa in scale di approfondimento progettuale diverse, rivelando relazioni urbane e territoriali, mescolanza, ed implicando il conseguimento da parte dello studente di una sensibilità, che sappia filtrare e vedere la complessità della realtà contemporanea.
Gli studenti - che hanno lavorato durante il workshop individualmente - hanno dato luce a progetti che fanno inevitabilmente i conti con sovrapposizione di usi, inerzie, nuove economie, eccezionalità e ordinarietà, preesistente e nuovo; le aree in cui hanno scelto di intervenire sfidano non solamente casi specifici, ma ragionano su labilità, carenze proprie della città contemporanea dando forma ai significati presenti possibili.
Nel caso della città delle interferenze l’elaborazione di un masterplan unico e condiviso del porto, come strategia rigenerativa complessiva, concede la sperimentazione di architetture molto inclusive e delimitate in pianta da una configurazione stretta e allungata, che si succedono ritmicamente nell’attraversamento dello spazio tra la città e il porto investendo tutta la longitudinalità dell’infrastruttura. 
Queste architetture palesano le contraddizioni, le sovrapposizioni e le contaminazioni tra elementi diversi recuperabili proprio nell’intersezione tra il porto e la città, nell’incontro della materia acqua e terra, sono i residui fruibili tra i capannoni del porto. All’articolazione in sezione del progetto è lasciato il compito di tradurre l’interferenza come intersecazione di livelli, stratificazioni di piani, vuoti e incrocio di punti eccezionali. 
La città dei flussi invece lavorando alla progettazione di un Hub for Sustainable Mobility, spazio che fin da subito assume una sua chiara specificità, sperimenta tre scenari principali. Il primo lavora sulla riscoperta del paesaggio marino originario di Civitanova Marche come carattere di identità nella contemporaneità dei nuovi sistemi infrastrutturali. Le linee dell’acqua e della costa, la fascia sabbiosa, precedentemente dominate e dissimulate in alcune porzioni dai sistemi infrastrutturali fondativi della conurbazione adriatica, possono ora risultare elementi caratterizzanti  dell’area e tracce organizzative dei nuovi flussi sostenibili, in cui risulta essenziale l’intersezione turistica con il lungomare. La determinazione di una nuova centralità dei flussi promuove l’elaborazione di una seconda categoria spaziale importante per la città, quella del grande spazio pubblico. L’area rettangolare e precisamente scandita dal porto e da Corso Umberto I diviene una grande hall predisposta ad accogliere energie, merci, persone, trasporti assumendo l’incarico di spazio estremamente performante per il funzionamento della città. Il terzo esito ricercato agisce invece sul sistema di relazioni trasversali, che la geografia adriatica tesse tra il mare e l’entroterra, i flussi si configurano come sistema di link contestuali e iper-contestuali alla città di Civitanova Marche.
I risultati ottenuti in merito alla città temporanea immaginano e prefigurano una città alternativa e complementare a quella esistente, che per un periodo limitato di tempo va a sovrascriversi a essa dialogando necessariamente con il sistema urbano e di relazioni esistenti. Il progetto per la città degli eventi è partito da un’analisi sull’uso codificato e non codificato dei luoghi, indagando per quest’ultimo le tracce che nella città esso lascia per anticipare le trasformazioni possibili attraverso gli usi consolidati.
Tre principali categorie di eventi, festival, expo e mercati, hanno costituito lo strumento metodologico attraverso il quale sperimentare il concetto di temporaneità alle diverse scale di progetto, da quella urbana fino alla definizione di piccole architetture, sempre nell’ottica di non voler restituire una proposta univoca ma strategie ed una sperimentazione di soluzioni che ampliano il campo delle possibilità. L’approccio sistemico ha caratterizzato tutte le scale del progetto ed è stato tradotto nella disposizione di piccole architetture in spazi aperti della città o come supporto di architetture esistenti, con diversa combinazione spazio-funzionale e con flessibilità tecnico-costruttiva.
La concezione di uno spazio temporaneo per i tre eventi consente di sperimentare in termini di mutevolezza, variabilità, dinamicità, incertezza nuove relazioni tra gli spazi urbani pubblici.
I progetti, infatti, sovrappongono alla città esistente assi, percorsi, reti, punti nodali, microarchitetture, intessendo nuove configurazioni e determinando nel momento in cui l’evento si manifesta, un’azione e un funzionamento della città completamente trasformati.
La città della connettività ha come risultato una mappatura delle aree aperte che punteggiano la città di Civitanova Marche e il suo contesto, dagli assi fluviali del Chienti e del Castellaro, alle aree industriali e agricole dismesse, alle aree residuali del ritaglio edificatorio, fino alle più estese aree aperte rurali collinari e del litorale. La multiforme grana del verde e degli spazi aperti, ottenuta in questo lavoro di rilevamento e analisi, rende chiaro il supporto esistente della città su cui riorganizzare il ridisegno dei sistemi urbani e su cui rigenerare contesti degradati. Il risultato principale pertanto insiste sulla formazione di una visione complessiva del paesaggio urbano connessa ai sistemi verdi e ambientali, invece finora formatasi per progressiva addizione di interventi puntuali.

Conclusioni
Se è stato metodologicamente necessario armarsi delle parole chiave per meglio condensare le rispettive ricerche dei laboratori, per orientare gli studenti nella comprensione della realtà mutevole e complessa di Civitanova Marche secondo quella che è un’accezione più specifica del  linguaggio della rete, le parole chiave servono anche per ‘farsi trovare’ da chi sta cercando qualcosa, in una sorta di doppio gioco servono quindi per rendersi ben visibili. Pertanto in una ricerca le parole chiave si manifestano fortemente convenienti anche per scongiurare quello spettro dell’irreperibilità appunto e di una scarsa comprensione nei confronti di chi  vuole captare ciò che in quel momento noi stiamo disponendo.
I termini interferenze, flussi, temporaneità, connettività sono stati dei segnalatori utili all’amministrazione comunale di Civitanova Marche per meglio comprendere l’obiettivo della ricerca, disponibile in questa esperienza ad uno scambio, al dialogo e in cerca di idee e sperimentazioni libere e creative. L’impostazione metodologica e la lettura angolata di contenuti precisi, fatta attraverso quattro ambiti tematici diversi, ha sollevato un interesse verso temi attuali ampiamente sovrapponibili tra loro e ricchi di stimoli, su cui calamitare l’attenzione dell’amministrazione e convogliare le future energie.
Le analisi dei caratteri attitudinali dei luoghi e la sperimentazione progettuale condotta assieme a giovani studenti di architettura hanno permesso di intravedere e prefigurare degli scenari possibili attivando un momento di confronto interdisciplinare e scientifico interno alla Scuola di Architettura.
I risultati prodotti rappresentano non solo una sorta di grande mappa strategica per la città di Civitanova Marche, disponibile all’amministrazione e ai cittadini, ma un motore di innovazione poiché mirano ad innescare un dibattito culturale e progettuale interno alla città rivolto ad una lettura complessiva e non circoscritta delle problematicità.

 

Note

1. Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura (L17) – Workshop Finali di Laurea a.a. 2014-2015: La città dell’Interferenza, Luigi Coccia con Alessandro Gabbianelli e Silvia Lisi; La città dei Flussi, Marco D’Annuntiis con Sara Cipolletti ed Emmanuele Pedicone; La città della temporaneità, Massimo Perriccioli con Laura Ridolfi ed Elisa Ciucciové; La città della Connettività, Massimo Sargolini con Roberta Caprodossi e Ilenia Pierantoni.

   

 

Fig. 1 Civitanovissima. Aree di progetto del workshop. Fig. 2. La Città delle Interferenze. Fig. 3. La Città delle Interferenze. Fig. 4. La Città dei Flussi. Fig. 5. La Città dei Flussi. Fig. 6. La Città della Temporaneità. Fig. 7. La Città della Temporaneità. Fig. 8. La Città della Temporaneità. Fig. 9. La Città della Connettività. Fig. 10. La Città della Connettività.