Sondaggi: Eco_Luoghi 2013

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Progetti di rigenerazione urbana.
Ledo Prato
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Nel 2011 abbiamo dato avvio alla prima edizione di Eco_Luoghi segnalando che Società, Ambiente e Paesaggio rappresentavano allo stesso tempo i grandi temi del dibattito pubblico nel perdurare della crisi e le sfide con cui avrebbe dovuto fare i conti la cultura del progetto architettonico, incalzata dai profondi mutamenti sociali e dai nuovi bisogni (dal risparmio energetico al consumo dei suoli, dall’agricoltura biologica alla raccolta differenziata, dalle case bioclimatiche alle auto a emissioni zero). Con la seconda edizione “la prateria si è allargata”. Se nella prima edizione la ricerca si è svolta sul terreno impervio del rapporto fra architettura e paesaggio, sotto la spinta di una pesante omologazione progettuale e una altrettanto pesante insofferenza per quartieri e periferie sempre più degradate, nella seconda edizione la ricerca si è allargata alla scala urbana, ai temi della rigenerazione, del riuso, del contenimento del consumo di suolo agricolo, dando una dimensione più ampia e compiuta al senso e al significato di Paesaggio. Gli ambienti più avvertiti hanno colto la necessità di andare oltre una concezione secondo la quale mentre i centri storici andavano preservati escludendo qualunque intervento persino di riqualificazione, nella costruzione della cosiddetta “città moderna” si rendevano possibili soluzioni urbanistiche in grado di dare spazio ai nuovi paradigmi dell’architettura. Questa concezione, applicata alle politiche di questi ultimi 30 anni, ha determinato, in molti casi, la desertificazione dei centri storici, con il conseguente abbandono e degrado di palazzi storici, l’estensione di “spazi vuoti”, l’espulsione di un tessuto di piccole imprese artigiane a vantaggio di esercizi commerciali sempre più omologati. E’ come se architetti, ingegneri e urbanisti avessero rinunciato a misurarsi con la complessità rappresentata dalla tenuta e dalla valorizzazione dei centri storici e avessero volto l’interesse e lo sguardo verso la costruzione delle “città moderne”, diventate l’ambito della ricerca di nuovi paradigmi architettonici spesso sganciati da qualunque riferimento ai centri storici e alle loro specificità. I centri storici sono diventati “muti”, silenziosi, incapaci di orientare la modernità, la contemporaneità. E le città moderne hanno assunto una “vita” propria, separata dal contesto, percependosi come spazi flessibili, liberi dai pesanti condizionamenti della storia architettonica della propria città. Gli effetti di una tale dissennata politica stanno sotto i nostri occhi. E non sarà certo la rincorsa affannosa verso la dimensione smart di molte città storiche che ci riconsegnerà centri storici vivibili, se tutto si riduce alla diffusa applicazione di nuove tecnologie che spesso prescindono dal coinvolgimento dei cittadini, dalla riappropriazione degli spazi comunitari.

L’ambizione di Eco_Luoghi 2013/2014 si trova scavando fra le righe di quanto abbiamo scritto e si è resa esplicita nell’invito rivolto a ingegneri e architetti, ma anche alle imprese del ciclo dell’edilizia sostenibile, a progettare un’architettura che, mantenendo i tratti della modernità e della sostenibilità, si ponesse in relazione con i paesaggi tipici dell’Italia negli ambiti territoriali extraurbani. L’identità, la tutela dinamica del paesaggio è infatti possibile se l’architettura contemporanea ne svela il segno e contribuisce ad arricchirlo del sapiente lavoro dell’uomo. Allo stesso tempo la nostra ambizione è arrivata a interpellare architetti e ingegneri sul difficile terreno della rigenerazione urbana nei centri storici ma anche nella città moderna, attraverso la progettazione del riuso di spazi dismessi o abbandonati, la ri-funzionalizzazione di edifici storici e spazi urbani, il ripensamento delle aree periurbane in una fase di calo demografico e di contenimento dell’uso del suolo agricolo. E il risultato è stato molto interessante ed evidente nella qualità dei progetti selezionati e premiati. Tutti hanno colto che il nostro obiettivo era connettere i temi, interpellare ingegneria e architettura sui grandi temi del paesaggio urbano ed extraurbano, nel rispetto delle diverse discipline ma con una visione unitaria dell’abitare sostenibile. Con una nota a margine. Particolarmente rilevante è risultato il lavoro dei giovani professionisti che hanno partecipato con entusiasmo e generosità, in una sana competizione con i progettisti senior. Il merito delle scelte fatte va attribuito al lavoro serio e appassionato che hanno fatto le due Giurie composte da docenti universitari provenienti da diversi atenei italiani. La loro competenza e passione hanno generato anche riflessioni critiche di cui terremo conto. Un ringraziamento particolare va rivolto al Dipartimento di Architettura di Roma Tre per il sostegno dato al progetto, per la disponibilità degli spazi dedicati alle mostre, per la curiosità con cui ha seguito il lavoro fatto. Infine è bene ricordare che questa seconda edizione non sarebbe stata possibile senza il contributo del Ministero dell’Ambiente, di Unioncamere e di alcune Camere di Commercio, dei Consigli nazionali degli Architetti e degli Ingegneri e, per ultimo, ma non da ultimo, degli architetti e degli ingegneri che si sono cimentati nei due Consulti. A tutti va un sincero ringraziamento.