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Il “Plan Verde” di Città del Messico
Massimo Angrilli
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Il “Plan Verde” viene lanciato nel 2007 dal sindaco Edbrard Casaubon, con l’ambizioso obiettivo di fare di Città del Messico (la città più inquinata del pianeta!) una metropoli sostenibile. L’impulso per il lancio del Piano giunge proprio dal clamore suscitato dai preoccupanti dati di inquinamento atmosferico, in larga parte dovuti all’enorme traffico che affligge la capitale a partire dagli anni Settanta e che le hanno fatto meritare il nomignolo di “Make-Siko”. Nel 1990 i rilievi del livello di ozono facevano registrare il superamento della soglia massima degli standard nazionali per ben 333 giorni su 365. Già nel 2009 i giorni in cui si è superata la soglia scesero a 180 giorni su 365. A 7 anni di distanza Mexico City è citata come esempio per le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici.
Protagonista di primo piano di questa rivoluzione è stata l’allora Assessore all’ambiente Martha Delgado [1], una delle principali leader dei movimenti ambientalisti che hanno preso parte attivamente alle politiche di contrasto dei problemi ambientali di Città del Messico. In una intervista del 2010 Martha Delgado afferma come i mutamenti del regime delle piogge degli ultimi due decenni abbiano comportato gravi problemi di approvvigionamento idrico, a fronte di un significativo incremento del numero di abitanti, e come diventò a tutti chiaro che la battaglia per contrastare gli effetti del cambiamento climatico fosse divenuta di importanza primaria e come questa battaglia dovesse essere combattuta localmente: “At the end of the day, while countries are participating in the debate worldwide, local authorities are the ones who are going to implement these measures are expected to deliver [...] adoption of climate change commitments is a local matter, mayors need to allocate resources and deliver to citizens, so mayors should lead the cause. Today, Mexico City is investing one billion US dollars a year in its climate action program (almost eight per cent of the year budget) and in December 2009 Mayor Marcelo Ebrard was named chairman of the World Mayor Council on Climate Change”.
Il governo di Mexico City ha poi parallelamente intrapreso una politica progressista segnata da consultazioni e processi partecipativi con il coinvolgimento di un numero impressionante di cittadini (circa 1,5 milioni di persone dal 2007 al 2010). La mobilitazione intorno ai temi ambientali ha puntato in particolare a 7 temi, ai quali corrispondono i 7 punti trattati dal Plan Verde: conservazione del suolo; vivibilità e spazi pubblici; acqua; mobilità; qualità dell’aria; rifiuti e riciclaggio; energia e cambiamenti climatici.
Il primo tema “Conservazione del suolo” ha come obiettivo la salvaguardia del suolo, inteso come spazio vitale per l’equilibrio ecologico della città, ed è affrontato secondo 4 strategie: 1) contenimento dell’espansione urbana e recupero degli insediamenti sorti abusivamente su suoli destinati alla conservazione; 2) Restauro e conservazione degli ecosistemi sui suoli destinati alla conservazione; 3) Pagamento dei servizi e dei beni ambientali come meccanismo per compensare i costi della conservazione; 4) Promuovere la formazione di agroecosistemi e la gestione sostenibile delle risorse naturali.
Gli effetti di questa politica sono rilevanti: il 59 per cento del territorio del Federal District of Mexico City è stato classificato come Area di Conservazione. Tali aree, sempre minacciate dallo sviluppo edilizio spontaneo, da disboscamenti e da incendi, sono state poste sotto la sorveglianza di una speciale unità di polizia, che conta 1.500 agenti, deputati a far rispettare le normative ambientali. Inoltre 1,4 milioni di alberi sono stati piantati in tutta la città.
Il terzo tema concerne una delle risorse storicamente più controverse a Città del Messico: l’acqua [2] . La sua conservazione e gestione sostenibile sono di rilevante importanza per il Governo Metropolitano e le 4 strategie contenute in questo punto del Piano mirano a intervenire su tutte le principali criticità della risorsa, per raggiungere l’obiettivo dichiarato della gestione integrale dell’acqua nel Distretto Federale. Dalla falda acquifera alla riduzione del consumo di acqua potabile, dalla riduzione delle dispersioni nelle reti al trattamento e riutilizzo dell’acqua stessa. Le azioni specifiche coprono aspetti molto disparati, dalla messa sotto tutela di 33 Barrancas Urbana (forre urbane) alla espansione della rete dei pozzi di infiltrazione. L’impressione che se ne ricava è che si sia compresa la dura lezione che l’ambiente ha impartito all’uomo dopo le pesanti trasformazioni imposte al naturale regime idrografico di Città del Messico e che sia maturata una nuova fase del rapporto uomo-natura a Città del Messico.
Il quarto tema affronta uno dei problemi più gravi della megalopoli, quello della mobilità, con l’obiettivo di favorire il trasporto collettivo e la mobilità non motorizzata. L’obiettivo è articolato in cinque strategie: l’incentivo alla mobilità pubblica; il disincentivo alla circolazione veicolare; l’incentivo alla mobilità non motorizzata; il miglioramento della rete della viabilità; il rafforzamento della gestione del traffico. All’interno delle cinque strategie vi sono alcuni programmi rilevanti come la costruzione del Sistema di Metrobus con la previsione di 5 nuovi corridoi riservati ai ciclisti; la promozione della ciclabilità attraverso infrastrutture dedicate e attraverso programmi di educazione e mobilitazione collettiva.
Il quinto tema riguarda il miglioramento della qualità dell’aria, mediante il controllo degli inquinanti atmosferici, in particolare dell’ozono e delle polveri sottili. Le strategie mirano alla riduzione delle emissioni inquinanti; all’incremento dell’efficienza dei trasporti pubblici e al monitoraggio costante della qualità dell’aria. Il sesto tema riguarda i rifiuti solidi ed è affrontato con 4 strategie, la prima per il rafforzamento della gestione integrata dei rifiuti solidi; la seconda prevede il rafforzamento del programma di separazione e riciclaggio dei rifiuti a partire dai luoghi di origine, case, stabilimenti commerciali, di  servizio e industriali. La terza strategia mira a creare e promuovere opportunità di mercato per incrementare l'uso di  materiali riciclati. La quarta strategia, infine, punta a modernizzare i metodi di raccolta, di trasporto, trattamento e smaltimento dei rifiuti. Il settimo ed ultimo punto affronta ambiziosamente il tema del cambiamento climatico con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra, promuovere e rafforzare il mercato delle energie rinnovabili e prendere misure per adattarsi ai cambiamenti climatici. Lo fa attraverso 3 strategie, la prima prevede di intraprendere azioni per ridurre le emissioni di gas serra, tra le quali la promozione del “Plan de Acción Climática de la Ciudad de México”, la seconda prevede di ridurre la vulnerabilità della Città del Messico ai cambiamenti climatici e le misure di adattamento per la popolazione generale. La terza strategia intende promuovere azioni di comunicazione e formazione sui cambiamenti climatici, quali il consolidamento del Centro Virtual de Cambio Climático de la Ciudad de México.
Il giudizio positivo per la lungimiranza che anima il Plan Verde non impedisce di osservare come l’elenco di azioni che costituisce il corpo del Piano tradisca un difetto di impostazione, quello di proporre una commistione di azioni minute, come la sostituzione delle lampadine lungo le luminarie stradali, e azioni di vasta portata, come la formazione di un Piano di azione climatica per la città. Tuttavia grazie al Plan Verde e ad altre azioni Città del Messico ha ricevuto nel nel 2010 il punteggio più alto al Siemens Green City Index per la governance ambientale, diventando un esempio per altre grandi metropoli dell’America Latina.


Note

[1] Oggi Martha Delgado è Direttore Generale del “Global Cities Covenant on Climate Secretariat”, in passato ha guidato la “Confederation of Environmentalist Groups”, una delle principali reti di gruppi ambientalisti del Messico.
[2] Vedi in questo numero l’articolo  “Idrogenesi di Città del Messico: da città lacustre a megalopoli ecologica” di Cesare Corfone.

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