In Abruzzo, la sensibilità ai temi dello sviluppo sostenibile è andata emergendo negli ultimi anni, secondo percorsi notevolmente differenziati, talvolta sotto l’impulso di proposte pionieristiche di alcuni politici, molto più spesso per effetto delle strategie nazionali e locali che sono andate evolvendo con tempi e modalità assai diverse tra loro. Anche in questa regione sembra t riprodursi la singolarità del nostro Paese, in cui i processi di sviluppo e d’innovazione sono espressione soprattutto di iniziative settoriali da parte dei singoli territori locali, debolmente governati dal centro con politiche unitarie e di sistema. Oggi alcuni amministratori e aziende sembrano interessati a investire seriamente sulla green economy e in particolare sulle prospettive di riduzione dei consumi energetici previste nel pacchetto europeo su “clima ed energia” del 2009, con il “Patto dei Sindaci” cui hanno aderito tutti i 305 Comuni del territorio abruzzese, le quattro Amministrazioni Provinciali e la Regione, impegnandosi a dare seguito alle direttive della Commissione Europea per la salvaguardia del clima; e soprattutto con l’ambizioso programma di sviluppo “Poli d’innovazione”, mediante il quale la Regione Abruzzo si prefigge di rilanciare la competitività del territorio promuovendo un’alleanza costruttiva con gli attori dello sviluppo economico e con le università regionali. A queste iniziative pilota la Regione ha aggiunto la sperimentazione di nuovi eco-quartieri intesi come strumenti della green economy, affidandone al centro SCUT dell’università di Chieti-Pescara lo studio di fattibilità.
In assenza di una strategia nazionale che indirizzi in modo organico l’azione delle Regioni e delle imprese, fioriscono dunque le prime esperienze locali, e si cominciano a sperimentare nuovi know how, relativi soprattutto alla produzione edilizia nelle sue varie componenti, dai materiali da costruzione alle tecnologie impiantistiche e ai sistemi di realizzazione. Seppur in sensibile ritardo rispetto ad altre regioni come il Trentino- Alto Adige e la Val d’Aosta, in cui la filiera della costruzione sostenibile nell’edilizia ha indotto la formazione precoce di nuovi distretti industriali ad elevata competitività, anche in Abruzzo stanno nascendo nuovi sistemi d’imprese specializzate soprattutto nella ristrutturazione energetica, nella produzione di materiali per la bioedilizia, nei servizi di consulenza avanzati; iniziative ancora al loro esordio, che non sono ancora in grado di consolidarsi come sistemi alternativi, ma che comunque testimoniano una certa effervescenza della situazione. A un altro livello, le politiche regionali e locali stanno cercando di attivare una varietà di settori orientati alla transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio; in particolare, la produzione delle energie rinnovabili, il trasporto pubblico a bassa emissione, la gestione differenziata dei rifiuti, la tutela e il riciclo delle acque, il contenimento del consumo di suoli, la protezione delle biodiversità.
Assai più rare, per non dire inesistenti, sono invece le esperienze di “messa in sostenibilità della città esistente”, anche nella versione più limitata della realizzazione di nuovi quartieri ecosostenibili. A fronte di interventi alla scala edilizia che ormai appaiono sufficientemente esplorati, tanto da aprirsi alla ricerca di nuovi linguaggi architettonici, in cui architettura, ingegneria e tecnologia riescano a fondersi generando nuove configurazioni degli involucri e degli spazi costruiti, il progetto urbano sull’esistente rimane sostanzialmente attardato, e per la verità anche poco frequentato. Ancora non si vedono emergere esperienze convincenti di innovazione delle pratiche correnti, in Abruzzo come del resto in tutta Italia, dove il riferimento più avanzato continua ad essere rappresentato ai programmi complessi, introdotti ormai venti anni fa. Eppure, non v’è dubbio che soprattutto a questa scala si possono conseguire risultati significativi ai fini della sostenibilità, agendo sui cicli funzionali da cui dipende il metabolismo urbano complessivo e quindi contribuendo fattivamente alla conservazione generalizzata delle risorse non riproducibili. Mentre infatti la progettazione alla scala dell’edificio è orientata a privilegiare tendenzialmente la questione delle prestazioni energetiche, e quella alla scala del quartiere la trasformazione degli equilibri ambientali locali, è solo alla scala urbana che si possono affrontare compiutamente le questioni dello sviluppo sostenibile, integrando le politiche spaziali con quelle ambientali, sociali ed economiche.
C’è insomma bisogno di promuovere una nuova strategia dei progetti urbani integrati, alla ricerca di soluzioni portatrici di sostenibilità ma anche di qualità e di bellezza, altrettanto importanti ai fini della rigenerazione delle città abruzzesi. Questa esigenza si avverte in Abruzzo quanto altrove, dovunque ci si è resi conto che è necessario un cambiamento di scala delle strategie della sostenibilità, pena l’inefficacia degli interventi che agiscono sui singoli oggetti edilizi. Per far fronte alla sfida di una nuova politica delle città ispirate agli obiettivi della sostenibilità la Regione a promosso in particolare due iniziative che dovrebbero produrre i loro effetti positivi a breve termine. Ha sottoscritto a Bruxelles nel 2010 l’adesione (in qualità di Organismo di Supporto) al Patto dei Sindaci “Covenant of Mayors”, e avviato la cooperazione tra l’assessorato regionale allo sviluppo economico e il Centro di ricerche S.C.U.T. dell’Ateneo “G.d’Annunzio Chieti-Pescara per un progetto di ricerca applicata, “Ecoquartieri d’Abruzzo” ( 2011). In entrambe queste iniziative la Regione Abruzzo ha curato il tema della sostenibilità, soprattutto sotto il profilo della nuova economia verde e della riorganizzazione delle filiere produttive in cui si articola il settore edilizio abruzzese.
Patto dei Sindaci “Covenant of Mayors”
Il Patto dei Sindaci nasce da un intenso lavoro di preparazione dei Comuni, delle Province, della Regione finalizzato alla salvaguardia del clima, dando seguito agli indirizzi della Commissione europea che si è resa conto di poter raggiungere il suo obiettivo del “20-20-20” solo con il sostegno attivo dei Comuni e degli Enti locali. In attuazione della Delibera di Giunta Regionale n. 761 del 4 ottobre 2010, è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa fra le quattro Province, l’ANCI e la stessa Regione, al fine di creare una Cabina di Regia per il coordinamento di tutte le attività necessarie all’ attuazione al Patto dei Sindaci. Sono membri della Cabina di Regia i Presidenti delle Province e loro delegati, il referente ANCI Abruzzo per le questioni energetiche, nonché i direttori tecnici provinciali e regionali.
Tutti i 305 Comuni del territorio abruzzese hanno aderito al Patto dei Sindaci. Per il successo registrato in questa politica di condivisione tra le diverse autorità di governo, il Patto della Regione Abruzzo è stato riconosciuto dalla Commissione Europea come una buona pratica da divulgare e replicare. Documento fondamentale per i Comuni sottoscrittori del Patto dei Sindaci è la redazione, entro un anno dall’adesione, del Piano di Azione Comunale (Sustainable Energy Action Plan – SEAP). Tale documento, basandosi sul bilancio delle emissioni di CO2 (Balance Emission Inventory – BEI), si concretizza nell’individuazione delle strategie necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo 20-20-20, con la definizione di interventi specifici su impianti e involucri edilizi.
Come atto iniziale si è prodotto in tempi brevi un bilancio di CO2 per ogni Comune. Questo bilancio è servito non solo per quantificare l’impegno conseguente alla sottoscrizione del Patto , ma anche come quadro di riferimento complessivo per i Comuni, allo scopo di posizionare il proprio livello di base, individuando i tratti comuni e quelli specifici di ciascuno.
L’Unione Europea ha messo a disposizione dei firmatari del Patto una varietà di programmi e iniziative di carattere finanziario, mentre la Regione Abruzzo per parte sua sta contribuendo alla effettiva realizzazione del Patto attraverso la erogazione ai Comuni interessati dei fondi strutturali del POR/FESR 2007/2013.
Ecoquartieri d’Abruzzo
Il programma di ricerca applicata “Ecoquartieri d’Abruzzo” è finalizzato a sperimentare nuovi modelli di intervento finalizzati alla realizzazione di insediamenti residenziali ad elevate prestazioni ambientali. Interessa indagare non soltanto i temi del progetto urbano e della sua attuazione con riferimento alle capacità operative dei sistemi d’impresa locali, ma anche il contributo che ne può provenire ad una nuova politica di green economy, in grado di radicarsi nel sistema economico e produttivo abruzzese.
La ricerca è stata condotta nell’ambito di una struttura specifica del centro universitario SCUT, il Laboratorio “Progetto urbano sostenibile”. Questo Laboratorio è mirato a far convergere operativamente i saperi dell’architettura, dell’urbanistica, dell’ingegneria, della tecnologia, delle scienze ambientali, delle scienze economiche e sociali in una comune prospettiva d’intervento, espressione della cultura della città sostenibile affermata in sede europea.
Obiettivo specifico della ricerca era di mettere a punto modelli di progettazione di insediamenti ad elevata sostenibilità, e di saggiarne l’ applicabilità a diversi contesti di intervento abruzzesi, selezionati dalla Regione. A questo scopo è stato adattato al caso abruzzese quanto ormai è acquisito nelle ricerche più avanzate in materia di sostenibilità. In particolare il raggiungimento degli standards di riduzione dei consumi energetici imposti in sede comunitaria, che si traduce in un disegno degli assetti insediativi orientato alla produzione delle energie da fonti rinnovabili con la prospettiva dell’autosufficienza locale; l’organizzazione della mobilità sostenibile mirata alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera; la razionalizzazione del ciclo delle acque finalizzata al recupero e al riuso delle acque piovane; l’utilizzazione efficace delle aree e degli strumenti di controllo delle densità abitative, al fine di ridurre il consumo del suolo; la tutela e valorizzazione delle risorse identitarie connesse al paesaggio locale; la riqualificazione degli spazi pubblici; la costruzione dei manufatti edilizi secondo i principi dell’ eco-architettura; la organizzazione del cantiere ambientalmente sostenibile.
Il Progetto urbano sostenibile integra i diversi temi in ragione degli specifici contesti d’intervento nell’ambito dei tre casi di applicazione scelti ( Pescara, Teramo, Chieti ), prefigurando una visione d’insieme per il futuro a medio termine dell’area e articolando di conseguenza le strategie di organizzazione degli usi e delle morfologie insediative più adatte a perseguire localmente l’obiettivo della sostenibilità.
All’interno di questo quadro programmatico, il progetto è indirizzato in particolare alla sperimentazione di nuove tipologie di edifici residenziali, di servizi collettivi e pubblici emblematici di nuove forme della vita collettiva. L’attenzione ai temi della sostenibilità ambientale riguarda anche la scelta dei materiali e strutture, con un’organizzazione del sistema di cantiere e del suo approvvigionamento che riduca quanto più possibile l’inquinamento, migliorando le prestazioni ambientali complessive.
Il punto di arrivo di queste sperimentazioni abruzzesi è stato quello di estendere la nozione del Progetto Urbano, oltre quella convenzionale di un insieme coerente di opere edilizie e opere pubbliche corredate delle procedure di reperimento delle relative risorse economico-finanziarie. Il Progetto urbano dovrebbe essere inteso come combinazione finalizzata di azioni per lo sviluppo e il welfare locale, per l’ambiente, per la mobilità, insieme a quelle per l’urbanistica, l’edilizia e le opere pubbliche. Una combinazione a geometria variabile, con un grado d’intersettorialità tra le dimensioni spaziali, economiche e sociali che dipende volta per volta dalla specificità del contesto, dalla complessità e dalla rilevanza dei problemi da affrontare localmente e dalla disponibilità degli attori in gioco.
L’ARAEN ( Regional Energy Agency ) e il Piano energetico regionale(PER)
In Abruzzo l’Agenzia Regionale per l’energia, istituita con Legge Regionale 8 febbraio 2005 n. 6, è lo strumento per attuare le strategie previste nel Piano energetico regionale, promuovendo lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Lo sviluppo di queste fonti e la riduzione dei consumi energetici è affidato anche alle agenzie provinciali già istituite o di nuova costituzione. Le diverse misure in gioco riguardano in particolare:
Per il suo conclamato impegno nel settore, la regione Abruzzo è stata riconosciuta dalla Commissione Europea quale partner ufficiale della campagna “Energia Sostenibile per l’Europa”. Tra le diverse azioni di sensibilizzazione mirate alla riduzione dei consumi finali e la diffusione dell’uso delle fonti rinnovabili di energia possono essere ricordate:
POIE - Programma Operativo Interregionale “Energie rinnovabili e risparmio energetico” 2007-2013
In attuazione del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 l’Abruzzo, la Basilicata, il Molise e la Sardegna (Regioni competitività del Mezzogiorno) con le Amministrazioni centrali (MISE e MATTM) e le 4 Regioni dell’Obiettivo Convergenza( Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) hanno elaborato il "Programma Operativo Interregionale Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico”, approvato dalla Commissione UE il 20 dicembre 2007 . Obiettivo generale del Programma è aumentare la quota di energia consumata proveniente da fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica, promuovendo le opportunità di sviluppo locale.
Il POI Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico si articola in tre Assi prioritari:
Asse I: Produzione di energia da fonti rinnovabili
Asse II: Efficienza energetica e ottimizzazione del sistema energetico
Asse III: Assistenza Tecnica e azioni di accompagnamento
In particolare l’Asse II “Energia”, prevede tre diverse forme di interventi con finanziamenti alle imprese, interventi in opere pubbliche e acquisizione di beni e servizi finalizzati a incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili (installazione di pannelli fotovoltaici e di solare termico, promozione di sistemi di risparmio energetico, attività di animazione e sensibilizzazione per la conoscenza delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico). Le risorse assegnate alla regione Abruzzo sono pari a 35,239 milioni di euro.
Poli d’ innovazione
La Regione Abruzzo con l’istituzione dei Poli di Innovazione e delle Reti di Impresa sta cercando di rilanciare il territorio regionale propiziando un’alleanza costruttiva con gli attori dello sviluppo economico sostenibile, con l’obiettivo di produrre progetti che si distinguono per una reale sostenibilità. I Poli dovrebbero contribuire a innovare i processi produttivi di beni e servizi migliorando le loro performances ambientali, con la convinzione che ciò rafforzi anche la competitività sui mercati sovralocali. In particolare il Polo dell’Energia e quello dell’Agroalimentare prevedono esplicite premialità per i progetti che si dimostrano capaci d’integrare la produzione, la tutela dell’ambiente e del territorio.
Nel Polo edilizia sostenibile i progetti di filiera coinvolgono complessivamente quarantacinque imprese, stimolando le relazioni con gli altri Poli di Innovazione italiani al fine d’istituire accordi di collaborazione e in particolare per portare in Abruzzo la certificazione LEED®. I progetti saranno finanziati attraverso i fondi messi a disposizione dalla Regione Abruzzo.
Conclusioni
Il punto di arrivo di questo bilancio sintetico sull’esperienza abruzzese in materia di sostenibilità è che ci si trova di fronte complessivamente a un insieme di azioni disgiunte, con iniziative volenterose e spesso partecipate come per il Patto di Sindaci, che però non riescono ancora a fare massa critica per un cambiamento in profondità dei meccanismi di trasformazione delle città e del territorio. Anzi, la loro rappresentazione più evidente, il dilagare sulle creste collinari e montane degli impianti eolici spesso sottoutilizzati, suscita reazioni spesso contrastanti, per il sacrificio dei valori di paesaggio in nome di un discutibile primato delle energie pulite. Siamo per la verità in una fase ancora di esordio delle politiche della sostenibilità nel territorio e nelle città, e manca ancora una visione d’insieme.
Inoltre l’Abruzzo, come del resto tutto il Mezzogiorno, si gioverebbe molto di progetti pilota capaci d’incidere sull’immaginario sociale dimostrando la positività -e la fattibilità- delle azioni mirate alla riduzione generalizzata dei consumi di risorse non riproducibili, e al tempo stesso alla mitigazione degli effetti dei mutamenti climatici con la riduzione dei processi d’inquinamento ambientale.
A questo scopo sarebbe opportuno ricorrere in modo più convinto alle misure che incentivano i processi virtuosi di decarbonizzazione delle attività urbane, sperimentando in particolare le soluzioni delle isole energetiche locali, della riconversione dei sistemi della mobilità verso la “emissione zero”, e della riorganizzazione del sistema di raccolta dei rifiuti solidi verso il modello “zero waste”. Ma al tempo stesso sarebbe auspicabile inquadrare in modo organico le diverse strategie di settore, utilizzando il metodo del progetto urbano per portare valore aggiunto ai processi di messa in sostenibilità della città esistente.
Ciò presuppone il cambiamento anche del modo d’intendere il progetto urbano sostenibile. Questo dovrebbe essere ridefinito come strumento versatile alle diverse scale d’intervento, utile per rispondere alle diverse domande di trasformazione, riconducendole agli obiettivi di sostenibilità ambientale e paesaggistica e di rafforzamento delle qualità identitarie locali. Uno strumento da adoperare sia per l’apprendimento delle dinamiche evolutive più rilevanti, focalizzandosi solo sulle questioni decisive ai fini della configurazione dei nuovi assetti urbani; sia per costruire le soluzioni più efficaci rispetto a visioni di futuro del territorio abruzzese, ricondotte al principio di sostenibilità urbana e territoriale condiviso dai principali protagonisti dell’economia, della società e delle istituzioni pubbliche.
Ma questo è un problema non solo dell’Abruzzo e del Mezzogiorno, bensì di tutto il nostro Paese costretto a misurarsi urgentemente con una questione ambientale ormai ineludibile.