Un titolo come Cities in Nature non lascia dubbi sull’intento dell’opera, quello di affrontare la questione teorica e progettuale implicata da un diverso rapporto tra città e sistemi naturali, auspicando un approccio olistico, che vada dalle politiche dell’efficienza energetica a quella del riciclo dell’esistente. Ma il titolo descrive anche con appropriatezza i casi delle città del Trentino e dell’Alto Adige, città cioè letteralmente a contatto con la natura e prime per qualità della vita in Italia, sulle quali è stata condotta una sperimentazione documentata dal libro: Bolzano e Trento.
L’ambizione dichiarata del volume è “riuscire a ridefinire e delineare una fisionomia più originale e peculiare del modello di sviluppo territoriale, urbano e paesaggistico futuro del Trentino e dell’Alto Adige/Südtirol” oltre che “...descrivere un progetto culturale e di ricerca stabile, con una strategia chiara e mirata alla definizione e individuazione di punti sensibili nelle città e territori della regione Trentino-Alto Adige, all’interno dei quali inserire processi e dispositivi di cultura ed esperimenti progettuali in grado di rendere attivo un percorso -partecipato - e ampio di nuove forme di condizione urbana e ambientale, ricche di biodiversità, sostenibilità, integrazione sociale, qualità diffusa”.
Il libro si propone anche come resoconto, per immagini e progetti, di quattro anni di didattica e ricerca svolti nel Corso di Urbanistica e Paesaggio e nel Laboratorio TALL (Trentino Alto Adige Advanced Land-scape design Lab) dell’Università di Trento. Ma sullo sfondo c’è sicuramente la volontà di tornare ad attribuire alla natura un ruolo di guida per i processi dell’insediamento contemporaneo, manifestando una certa insofferenza per le ricette a base di un generico “tutto sostenibile”.
Il volume è molto curato dal punto di vista editoriale, le diverse sezioni si presentano con soluzioni grafiche differenziate, pensate per rappresentare al meglio le informazioni contenute. Utile ed interessante la sezione “Data”, che sistematizza le informazioni relative ai parametri che definiscono la Green Economy ed agli indicatori delle performances ambientali delle città, presentando in modo molto accattivante i dati che siamo soliti leggere sulle pagine dei quotidiani.
Se una parte del volume (un vero e proprio atlante di progetti “green”) si presta meglio all’esercizio dello sguardo un’altra, quella delle interviste e delle lectures, offre spunti di interesse per approfondimenti critici sui temi sollevati dal libro (si segnalano le interviste a Lester Russel Brown e i saggi di Vicente Guallart e Mosè Ricci).
I libro si conclude con la proposta di un insieme di principi che consentano alle città di affrontare le sfide del futuro e di tracciare, per i principali attori dello sviluppo urbano e per i cittadini europei delle città, le prospettive di una nuova urbanità. Vengono presentati il “Manifesto per la qualità del progetto sostenibile” (Pino Scaglione con Ilaria Di Carlo), il “Decalogo per la Sostenibilità” ed il Manifesto Casa Clima-Bolzano (Decalogo del Sole).
Forse è ancora presto per giungere a delle conclusioni su un tema così complesso come quello del rapporto tra città e natura, fornendo anche, attraverso linee guida, le coordinate per mettere in pratica quella che in fondo è ancora un’utopia. Certamente è necessario apprendere da esperienze virtuose come quelle documentate e provare, come fa Pino Scaglione, a tradurle in principi per l’azione, ormai urgente e indifferibile.