con contributi di Stefania Staniscia, Chiara Rizzi, Marco Malossini, Vincenzo Cribari, Thomas Demetz, Laura Cipriani; TALL/UNITN, 2011, Discusso all’interno di Manifattura Domani, Rovereto, Giugno 201
Sostenibile non basta, sostenibile è abusato, sostenibile rischia di perdere il suo vero significato: per questo motivo stiamo lavorando ad un primo manifesto collettivo, da condividere con tutti coloro che hanno a cuore le sorti di una città, di architetture, di oggetti e prodotti realmente sostenibili, ma soprattutto esteticamente significanti.
Sostenibile è un progetto che nasca con una buona relazione con il contesto. I contesti sono molto diversi tra loro e altrettanto diverse devono essere le risposte progettuali.
Sostenibile è una risposta del progetto alle contraddizioni della città contemporanea costruita per sommatorie. La risposta sostenibile è: all’idea di architetture e città come “biotopi”, con meno costruito, più naturalità diffusa e nuovi paesaggi, più qualità.
Sostenibile è pensare a un approccio di “Biologia Urbana” piuttosto che di semplice Pianificazione. “Biologia Urbana” come processo progettuale e morfogenetico del paesaggio; sostenibile è pensare a relazioni organiche e auto-organizzativa tra le persone e gli spazi che esse abitano.
Sostenibile è rigenerare tutte le parti pubbliche della città con un processo continuo di “agopuntura urbana” che ricostruisca centralità soprattutto nelle zone marginali e periferiche e costituisca una rete diffusa di spazi accoglienti, esteticamente qualificanti, socialmente aggreganti.
Sostenibile è usare materiali naturali e forme contemporanee, materiali naturali frutto di processi ecologicamente sostenibili e che non producano alterazioni irreversibili dell’ambiente, orientando le future produzioni di materiali naturali e soprattutto materiali ‘ecologicamente performanti”, frutto di riciclaggio e ricomposizione, per non sfruttare perennemente la natura e usare al meglio le nuove tecnologie.
Sostenibile è adottare il design-progetto come strumento in grado di conferire qualità diffusa a qualsiasi oggetto, prodotto, edificio, il design e il progetto di qualità completano il buon processo dei protocolli energetico-ambientali, i quali garantiscono soltanto qualità edilizia, che è molto lontana da quella dell’architettura, del buon design, del buon progetto urbano. Design come “forma di coltivazione” che propone nuove ecologie artificiali, in cui la morfologia è legata ai processi di funzionamento, e dove i sistemi sono generati invece che “fabbricati”.
Sostenibile è una nuova cultura urbana, che introduca il concetto di partecipazione reale dei cittadini alle scelte della trasformazione dei luoghi che vivono e abitano, è proporre il confronto, attraverso competizioni ed esposizioni di progetti che riguardano spazi ed edifici che coinvolgono nel futuro uso la collettività. Con il Design, strumento di qualità estetica, “meta-linguaggio” in grado di offrire importanti informazioni emotive necessarie alla conoscenza e all’adattabilità e quindi al benessere.
Sostenibilità è anche imprevedibilità, sopresa e novità espressi nel linguaggio della transizione.L’approccio partecipato, anche conosciuto come “bottom-up”, implica proprio questo: l’architettura come “forma collettiva” è legata alla qualità generata da innumerevoli decisioni individuali, tracce fisiche della complessità.
Sostenibile è riportare la campagna alla sua dimensione di luogo produttivo, naturale, di manutenzione continua, di qualità del territorio e di identità del paesaggio, evitando la continua erosione da parte delle aree urbane che sottraggono spazio ai luoghi naturali.
Sostenibile è il Design che diventa una forma di intensificazione di presenza delle differenze: biologiche, economiche e sociali (l’ecologia, come la definisce Guattari nel suo testo ecosofico “The 3 ecologies”, è proprio la logica delle intensità).
Sostenibile è pensare le infrastrutture come occasioni di nuove e diverse relazioni con il paesaggio, il territorio e la città, immaginando che i processi dei protocolli costruttivi siano applicati anche a questi manufatti insieme nuovi valori estetici, progettuali e paesaggistici. Superando la generica valutazione ambientale e introducendo quella più articolata e complessa del rischio e della valutazione di paesaggio. Sostenibile è anche immaginare che il progetto delle reti includa anche il potenziamento delle reti virtuali, per ridurre il traffico e l’inquinamento e diverse relazioni di interscambio, pensando sempre più che la tecnologia può aiutare a mitigare e controllare i flussi che si muovono sulle reti viarie e ridurre le emissioni seguendo modelli allometrici.
Sostenibile è adottare metodi e strumenti di progettazione che abbiano la capacità di avvicinarsi il più possibile ai percorsi della natura, immaginando in tal senso che ogni nuovo edificio nasca da una attenta lettura della forma del luogo, senza produrre alterazioni ma inserendosi coerentemente e naturalmente, armonicamente come da sempre la stessa natura ha insegnato.
Sostenibile è compattare, contro la dilatazione: compattare la città, gli edifici, i luoghi, i rifiuti, i materiali e i processi di costruzione. Non drasticamente e solo per decrescere, ma per continuare a crescere con intelligenza.