Negli anni ’70 del secolo scorso per la prima volta nella storia dell’umanità l’impronta ecologica del Pianeta ha superato la sua biocapacità.
L'impronta ecologica è un indicatore proposto da Rees e Wackernagel nel 1996 che valuta la quantità totale di risorse e servizi ecologici che una popolazione o un'attività produttiva utilizza, calcolando l'area totale di ecosistemi terrestri e acquatici necessaria per fornire in modo diretto e indiretto tutte le risorse usate e per assorbire le emissioni prodotte.La biocapacità indica invece l’insieme dei servizi ecologici erogati dagli ecosistemi locali ed è stimata attraverso il calcolo delle aree ecologicamente produttive – classificate dall’Unione Mondiale per la Conservazione in: aree per l’energia, aree agricole, pascoli, foreste, aree marine e superfici degradate. Queste ultime, in particolare, sono quelle occupate da infrastrutture ed edifici e considerate “ecologicamente improduttive
In altri termini, quindi, negli ultimi 40 anni si è affermato un trend secondo il quale l’umanità consuma le risorse rinnovabili ad una velocità maggiore di quella impiegata dagli ecosistemi per rigenerarle.
Circa un terzo dell’energia globale si consuma all’interno degli edifici e circa il 60% dell’elettricità mondiale è consumata da edifici residenziali e commerciali. Secondo le tendenze attuali si prevede che la domanda energetica per il settore edilizio aumenterà del 60% entro il 2050.
Ma non di sola efficienza energetica può trattarsi. Nonostante la questione energetica abbia un ruolo centrale nel delineare ed indirizzare la futura programmazione edilizia, è necessario un atteggiamento progettuale basato su un approccio ecologico alle questioni urbane (Ecological Urbanism) e una valutazione che, alla scala del manufatto, prenda in considerazione l’intero ciclo dell’edificio (Life Cycle Assessment).
Una scelta, prima che necessaria, urgente. Lo dimostra la crisi attuale. Essa non è semplicemente una crisi finanziaria, ma coinvolge direttamente i nostri stili di vita, cambia le priorità e orienta le nostre scelte.
Emblematico di questo processo di vera e propria mutazione culturale è il percorso fin qui tracciato dall’Agenzia Casaclima.
L’agenzia Casaclima è una struttura pubblica della Provincia Autonoma di Bolzano che da circa 10 anni si occupa della certificazione degli edifici, ma non solo. Fino ad oggi sono stati certificati oltre 3800 edifici e più di 800 progetti sono in fase di certificazione, distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Il marchio Casaclima, nato con l’intento di porre le basi per “una rivoluzione energetica globale fondata sull’efficienza, sul risparmio energetico e sull’utilizzo di energie rinnovabili” (cfr. Decalogo del Sole), si è oggi dotato di nuovi strumenti.
Ad esempio CasaClima nature è uno strumento che certifica un edificio non solo dal punto di vista dell’efficienza energetica ma anche degli impatti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo attraverso la valutazione dell’ecocompatibilità dei materiali e dei sistemi impiegati nella costruzione.
CasaClima Habitat, inoltre, valuta la sostenibilità di tutto il contesto abitativo oltre che dell’edificio in senso stretto. Questo tipo di certificazione introduce criteri di valutazione che riguardano tutte le sfere della sostenibilità: natura (aspetti ecologici), vita (aspetti socio-culturali) e trasparenza (aspetti economici).
Il Trentino, attraverso Habitech, ha scelto il sistema LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) per la certificazione dei suoi edifici. Ma procediamo con ordine.
Habitech è il Distretto Tecnologico Trentino per l'energia e l'ambiente: una realtà composta da oltre 300 fra imprese, enti di ricerca e agenzie pubbliche, per un totale di 8.000 addetti e un volume d'affari generato di circa un miliardo di euro.
Nato dalla collaborazione tra Università, laboratori di ricerca, imprese private e istituzioni locali con l'obiettivo di realizzare in Trentino filiere produttive specializzate nei settori legati all’edilizia sostenibile, alla produzione di energia da fonti rinnovabili e alle tecnologie intelligenti per la gestione del territorio, Habitech è il socio promotore del Green Building Council Italia, grazie al quale è stato possibile dar vita al sistema di Certificazione LEED Italia 2009 per le Nuove Costruzioni e le Ristrutturazioni.
Tale certificazione rappresenta un quadro flessibile che permette di valutare la strategia che ottimizza il rapporto fra edificio e l'ambiente circostante attraverso 7 sezioni organizzate in prerequisiti e in crediti. I prerequisiti di ogni sezione sono obbligatori affinché l'intero edificio possa venire certificato; i crediti possono essere scelti in funzione delle caratteristiche del progetto. Dalla somma dei punteggi dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto che va da quello base (40-49 punti) a quello platino (oltre 80 punti).
Si tratta di uno strumento innovativo per diversi aspetti. Innanzitutto esso prende in considerazione l’intero processo progettuale, richiedendo quindi un approccio olistico e integrato; in secondo luogo il LEED è un sistema flessibile ed articolato che prevede formulazioni differenziate per la nuove costruzioni, gli edifici esistenti, le piccole abitazioni e le aree urbane pur mantenendo una impostazione coerente tra i vari ambiti; infine le sue diverse declinazioni sono formulate per adattarsi al meglio ai contesti nazionali cui devono essere applicate.
Il LEED è il sistema di certificazione degli edifici più diffuso al mondo, i progetti finora certificati sono più di 8.000 per una superficie pari a 140 milioni di mq. Anche se in Italia solo 19 edifici risultano avere una certificazione LEED, la sua diffusione è testimoniata dai 128 edifici in fase di certificazione (Dati GBC Italia, Luglio 2012).
Entrando nello specifico di questo dato qualche perplessità sorge rispetto alla qualità architettonica di alcuni degli edifici certificati e/o in fase di certificazione. Inoltre, una riflessione più approfondita meriterebbero alcune operazioni immobiliari, spesso spregiudicate, che stanno stravolgendo il tessuto urbano di grandi e piccole città italiane (es. Porta Nuova a Milano) e che pure sono in fase di certificazione.
Siamo ancora lontani dal raggiungimento di quella bellezza e quel benessere ecologico auspicato dal Decalogo del Sole, molto è stato fatto, parecchio c’è ancora da fare.
1 M. Wackernagel, W.Rees, Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact on the Earth, New Society Publishers, 1996
2 cfr. World Energy Outlook, 2010 e World Energy Outlook, 2009
3 Ad esempio rispetto allo standard americano, quello italiano è più flessibile, in quanto, per alcune categorie (vedi energia e atmosfera ) in Italia non esistono dei corrispettivi standard di riferimento.