Quartieri sostenibili francesi: progetti accurati in materia ambientale ma spesso con un design urbano problematico. |
Questo articolo presenta i risultati di una valutazione recentemente condotta su sei cosiddetti quartieri sostenibili costruiti di recente in Francia, in varie città importanti come Nancy, Nantes, Rennes, Bordeaux ecc... Questi quartieri sono abbastanza grandi, dal momento che ciascuno di essi accoglie da 1.000 a 2.000 abitazioni, e talvolta anche di più.
La valutazione si è concentrata sulla qualità della progettazione urbana e architettonica, soprattutto con riguardo all'integrazione urbana dei quartieri; il tipo di interazioni sociali e le pratiche d’uso generate, così come i problemi di manutenzione rispetto ai quali le autorità locali dovranno affrontare sul lungo periodo. Così come per ogni quartiere esistente o di nuova costruzione, questi aspetti, molto connessi tra loro, presentano ricadute importanti per il futuro degli eco-quartieri.
La qualità della progettazione urbana e architettonica influenza fortemente, infatti, la vita sociale dei residenti.
Nonostante i risultati e i progressi portati da alcuni "quartieri sostenibili" di nuova concezione in Francia (come edifici a basso consumo energetico, attenzione alle connessioni di trasporto ...), si vuole focalizzare l'attenzione su alcuni gravi carenze rispetto a cui le autorità di governo locale e gli utenti potrebbero attendersi in futuro. Ciò al fine di scongiurare le prevedibili ricadute in termini costi economici e sociali ed i problemi di gestione urbana.
A titolo di esempio si pensi alle ampie strade lungo le quali i piatti prospetti degli edifici, bucati da finestre strette, creano un'atmosfera opaca che può indurre negli abitanti un sentimento di insicurezza, scoraggiandone alcuni comportamenti, come le passeggiate. Un'altra possibile conseguenza è che le persone in questo tipo di ambiente urbano hanno poche opportunità per l’incontro con gli altri. Come ci piace dire, il disegno di una facciata ha effetti sociali. La mancanza di spazi verdi e campi da gioco può avere gli stessi effetti. Le difficoltà di manutenzione degli immobili (o gli alti costi di manutenzione), spesso derivanti della complessità dell’impianto urbano possono anche portare ad un rapido degrado delle proprietà, che non è accettabile per edifici che dovrebbero essere "sostenibili", vale a dire innanzitutto durevoli nel lungo periodo. Inoltre, come chiunque può notare in complessi residenziali pubblici costruiti dopo la seconda guerra mondiale, il degrado delle proprietà connesso alla difficoltà di manutenzione porta ad una deprivazione di questi beni, conflitti sociali e tra razze, vandalismo e delinquenza.
Sorprendentemente, quando i professionisti progettano "complessi sostenibili", si prendono cura di requisiti tecnici ambientali quali la riduzione del consumo di energia, lo spreco di acqua, il riciclaggio dei rifiuti, il miglioramento della bio-diversità e così via. Essi tendono a concentrarsi molto meno sul "pilastro sociale" dello sviluppo sostenibile, fatta eccezione per lo sviluppo delle reti del trasporto pubblico, negozi e attività economiche e per la creazione di un mix sociale. Anche se, in effetti, considerando questo ultimo aspetto tendono di solito a creare un "mix sociale statistico", incoraggiando persone con status sociale e livelli di reddito diversi a vivere nella stessa area. Ciò però non vuol dire che i quartieri vengano progettati in modo da scongiurare lo sviluppo di conflitti sociali o capaci di generare legami sociali e spesso le persone vivono nello stesso quartiere senza avere alcuna relazione sociale, soprattutto quando mancano adeguati spazi di relazione.
La posizione dei nuovi "quartieri sostenibili" in Francia, e di quelli che abbiamo valutato, è di solito abbastanza rilevante dal punto di vista della sostenibilità, in quanto essi sono localizzati all'interno di città e cittadine esistenti, spesso ai margini della zona urbanizzata e sono ben collegati con i mezzi pubblici . A volte traggono vantaggio dalla vicinanza ad una linea tranviaria. La loro densità è anche abbastanza rilevante (circa 10 abitazioni per 1.000 metri quadrati di terreno) ed hanno anche un buon mix "statistico", dato che il 30% delle abitazioni sono unità di edilizia sociale ad affitto moderato.
Di solito sono presenti attrezzature pubbliche e negozi, sono inoltre presenti attività produttive (in prevalenza uffici), di solito sui bordi dei quartieri, spesso con lo scopo di proteggere gli edifici residenziali dal rumore e dall'inquinamento provenienti dalle strade o dalle ferrovie vicine.
Si può anche osservare che normalmente questi quartieri riescono a ridurre il consumo energetico per il riscaldamento sotto ai 50 kWh per metro quadrato all'anno, che è il nuovo standard per riscaldamento in Francia. Tuttavia, pochi edifici sono in grado di raggiungere un risultato migliore. Anche la gestione dei rifiuti ed il riciclo dell'acqua sono efficienti. Una delle caratteristiche più interessanti di questi nuovi "quartieri sostenibili" è che nascono insieme allo sviluppo di grandi parchi e aree verdi.
Non si può negare insomma che questi nuovi quartieri stiano migliorando alcuni parametri della qualità urbana. Tuttavia molti altri sono ancora deludenti o presentano problemi dai punti di vista dell’architettura e dell’urbanistica. Sono in genere ben collegati con l'ambiente urbano, alla strada urbana o alla rete stradale, e mirano a fornire una buona continuità con l’ambiente costruito. Ma poiché l’ambiente in cui sono inseriti di solito non è molto attraente ed essendo in genere localizzati in prossimità di autostrade o ferrovie, non sono effettivamente integrati con la vita urbana, anche se è abbastanza facile raggiungere il centro città. Strade, autostrade o ferrovie possono senza dubbio risultare utili per uscire dal quartiere, ma non producono di per sé gli attesi effetti di integrazione urbana, sebbene la maggior parte degli urbanisti la pensi così. Autostrade e ferrovie producono piuttosto "divisioni simboliche", creando barriere di separazione tra i quartieri ed il circostante contesto urbano e ambientale, mantenendoli ai margini della città esistente.
Pertanto i progetti degli eco-quartieri dovrebbero far parte integrante di più ampie strategie di riqualificazione urbana del contesto in cui sono localizzati, strategie che dovrebbero tendere all'integrazione ed alla rigenerazione urbana di tutto il settore. Gli eco-quartieri dovrebbero essere progettati in modo da attivare il potenziale del contesto urbano, fornendo le attrezzature di cui è carente, ciò però accade raramente. Più spesso i quartieri sostenibili sono progettati entro il perimetro dell’area di pertinenza, senza nessuna attenzione al contesto.
Inoltre è paradossale che le condizioni dettate dagli obiettivi di riduzione del consumo di energia per il riscaldamento producano effetti dannosi sulla qualità architettonica e sul design urbano. L’obiettivo di massimizzare i benefici dell’esposizione solare conduce spesso alla concezione di un impianto urbano con fabbricati disposti su file parallele tra loro, al solo scopo di esporre a sud la maggior parte degli edifici, con strade di sezione molto ampia in cui i pedoni si sentono persi e con una severa limitazione delle interazioni sociali. Il risultato è complessivamente poco attraente in termini di disegno urbano.
Questi condizionamenti energetici portano anche a progettare edifici con facciate piatte e piccole finestre sui lati esposti a nord che, come abbiamo accennato prima, creano edifici spenti, alcuni dei quali simili a prigioni, prospettanti su strade che appaiono ripetitive. Queste piccole finestre danno inoltre una percezione distorta delle dimensioni spaziali delle abitazioni, dando la sensazione di spazi ridotti. In aggiunta a ciò la frequente mancanza di balconi (anche questa è una scelta effettuata per ridurre il consumo energetico) contribuisce a danneggiare l'interazione tra interno ed esterno dell'abitazione, aspetto fondamentale per i residenti, come mostrano le varie indagini che abbiamo svolto. I residenti desiderano, più di altre cose, di godere dalle loro abitazioni di belle visuali e di poter uscire facilmente dalle abitazioni, ma dal momento che le nuove strade dei "quartieri sostenibili" sono piuttosto noiose i residenti non amano uscire per passeggiare.
L’effetto combinato di facciate piatte con piccole finestre, edifici e strade parallele di grandi dimensioni, spesso finisce per intimorire i residenti e ciò, dal punto di vista del "pilastro sociale" dello sviluppo sostenibile, può essere visto come un insuccesso.
Al fine di ridurre i consumi energetici e per migliorare la ventilazione delle abitazioni durante l'estate gli architetti progettano edifici con i corpi scala posizionati all’esterno, eliminando le scale interne. Ciò consente di ottenere abitazioni con finestre disposte sia sulle facciate a sud sia su quelle a nord (massimizzando, teoricamente, il guadagno solare). Una conseguenza di questa scelta è che i residenti per accedere alla propria abitazione devono camminare di fronte alle finestre delle camere da letto o dei soggiorni dei vicini, danneggiando la loro privacy. Ciò costringe spesso a tenere le persiane chiuse e a dover accendere le luci anche durante il giorno, la qual cosa è paradossale ed inaccettabile per un edificio che si dichiara sostenibile. Inoltre ai bambini piace giocare su queste scale e, dal momento che agli architetti piacciono molto le scale in acciaio, queste attività producono molto rumore e, di conseguenza, conflitti tra vicini.
Abbiamo detto che questi quartieri offrono grandi parchi verdi, questi sono però solitamente molto distanti dalla maggior parte degli edifici residenziali, così che i genitori non permettano ai bambini di andarci da soli. All’interno di questi nuovi "quartieri sostenibili", abbiamo spesso notato la mancanza di piccole piazze e campi da gioco tra gli edifici, e a volte i bambini giocano nei parcheggi o addirittura per strada. La mancanza di questi spazi produce conflitti sociali tra coppie e single senza figli e famiglie con bambini. I quartieri sostenibili dovrebbero essere progettati per le future generazioni, è strano quindi che vi sia una tale carenza di spazi dedicati ai bambini. Abbiamo anche notato che pochi edifici sono organizzati attorno ad aree verdi, nonostante sia molto bello vivere vicino a questo tipo di spazi, che offrono piacevoli visuali e un rapporto diretto con la natura. Inoltre questo tipo di design aumenta il valore economico delle abitazioni.
I quartieri sostenibili offrono maggiori quantità di aree verdi, tali aree sono però localizzate, secondo i layout planimetrici, in ambiti specifici, senza che ci sia continuità tra aree verdi ed edifici. Mentre gran parte delle abitazioni, che spesso hanno grandi dimensioni, sono in calcestruzzo, con facciate in cemento non intonacato, a volte coperte con lastre di acciaio o ferro. Molti di questi fabbricati, di conseguenza, assomigliano a edifici industriali e non sono così diversi dagli edifici che compongono le grandi aree residenziali sociali, progettate dopo la seconda guerra mondiale secondo progetti di rinnovamento urbano che oggi sono oggetto di demolizione.
Si ha quindi la sensazione che due modelli, in realtà non corrispondenti tra loro, siano alla base della progettazione di questi quartieri. Da un lato quello dei paesaggisti, che per mezzo di grandi parchi verdi producono un contesto piacevole, fedele ai requisiti del progetto sostenibile mentre dall'altro gli architetti progettano edifici grandi e ingombranti. Una combinazione che sembra non essere così lontana dal modello di città auspicato da Le Corbusier ottanta anni fa.
1 CSTB. Le futur en contruction. Universitè de Paris Est. Laboratoire de Sociologie Urbaine Générative
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