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SuperUrbano. Una mostra sui progetti per le città sostenibili. Claudia Di Girolamo

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“Abbiamo bisogno di una strategia che ci consenta di uscire più forti dalla crisi e di trasformare l'UE in un'economia intelligente, sostenibile e inclusiva caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale”. Così recita già dalle prime battute il documento EUROPA 2020, Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. L’UE punta al raggiungimento di diversi obiettivi rappresentativi delle tre priorità sopracitate, ma di portata più ampia, che dovrebbero essere declinati da ciascun Stato membro in percorsi e obiettivi nazionali. Le protagoniste attive per il raggiungimento degli obiettivi fissati saranno le città, principali destinatarie delle politiche adottate a livello regionale, nazionale ed europeo.
A questa strategia, organizzata secondo tre diversi livelli di crescita prioritaria e obiettivi conseguenti, si ispira la mostra SUPERURBANO. Rigenerazione urbana sostenibile in programma nel Palazzo della Ragione di Padova dal 27 ottobre al 13 febbraio 2012. La mostra presenta diciannove diverse esperienze di rigenerazione urbana in chiave sostenibile realizzate in varie città d’Europa e del mondo, classificate nell’esposizione secondo i futuri modelli di città: sostenibile, intelligente, inclusiva. La mostra è un evento organizzato all’interno della Biennale internazionale 2011 della Fondazione Barbara Cappochin, che ha affrontato in questa edizione il tema della rigenerazione urbana, orientando la scelta del progetto vincitore sula base dei “criteri di sostenibilità, uso di nuove tecnologie, integrazione e continuità con il tessuto urbano esistente, con la consapevolezza che la qualità della vita è imprescindibile dalla qualità nell'architettura”.  
L’allestimento è curato da Michele De Lucchi (AMDL), Andrea Boschetti e Alberto Francini (METROGRAMMA).  Chi ha avuto l’opportunità di visitare la mostra nelle ore serali - durante alcune ore del giorno la luce che filtra dalle finestre e dalla cupola del Palazzo della Ragione non permette di godere appieno della tecnologia utilizzata per l’allestimento - si accorge che i progetti sono stati sapientemente presentati, illustrando efficacemente le sperimentazioni selezionate, e introducendo al tempo stesso a un’analisi più approfondita dei diversi modi di declinare la sostenibilità, le tecnologie della comunicazione, dell’innovazione e della coesione sociale negli interventi di rigenerazione urbana.
Video interattivi formano un percorso sensoriale durante la visita, proiettando i diversi progetti su pannelli sorretti da strutture in legno molto leggere, che ben si inseriscono nello spazio grandioso del Salone del Palazzo della Ragione, dalle pareti affrescate e dall’enorme copertura lignea.
La mostra rende particolarmente evidente che oggi la sostenibilità rischia di diventare un termine abusato, che sottende valori e finalità anche profondamente diverse tra loro. Per questo appare opportuno analizzare meglio quali criteri di sostenibilità denotano i progetti presentati, al di là dell’obiettivo di consapevolezza della necessità di riduzione dell’uso di risorse non rinnovabili e dell’impatto degli interventi sui cambiamenti climatici. E domandarci quanto le richieste di Europa 2020 siano effettivamente rispettate nelle proposte presentate nella mostra.

L’Unione Europea come noto per Crescita sostenibile intende la costruzione di un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva. In tal modo si dovrebbe favorire la prosperità in un mondo a basse emissioni di carbonio e con risorse vincolate, evitando al tempo stesso il degrado ambientale, la perdita di biodiversità e l'uso non sostenibile delle risorse e rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale. A questa nozione s’ispira lo sviluppo della Città Sostenibile, per la qualesono in mostra “esempi virtuosi che raccontano come l'approccio a una progettazione sostenibile e attenta al rapporto con gli elementi naturali del territorio sia una questione che attraversa tutte le scale, da quella urbana a quella architettonica”.
Tra questi, il progetto del Foundries’Gardens di Nantes, Francia, dello studio ADH Architects (2007-09), parte di un più ampio programma di ri-pianificazione dell’Île de Nantes, fondato sull’idea che la città si può rinnovare a partire da sé stessa, come dichiara il paesaggista Chemetoff, uno dei progettisti del Plan guide. Qui l’approccio alla progettazione sostenibile è affidato al recupero della memoria del luogo, sia per quanto riguarda la sua storia di spazio di produzione, che per le caratteristiche naturali proprie del paesaggio fluviale. Il Piano interviene soprattutto sulla trama degli spazi pubblici, creando le premesse per il progetto che lavora sul parziale rimodellamento del suolo per stabilizzare il terreno inquinato e dare forma al futuro Giardino coperto. Questo avrà la duplice funzione di spazio pubblico del quartiere e museo delle attività del passato, mentre la memoria dell’emigrazione e dell’immigrazione è affidata all’uso di essenze esotiche che contribuiscono al miglioramento del microclima.
Il riuso sostenibile con il recupero della memoria collettiva é anche alla base del celebrato progetto di riconversione della High Line di New York (J. Corner Field Operation e Diller & Scofidio + Renfro, 2009-11), tracciato ferroviario dismesso e trasformato oggi in percorso pedonale, spazio pubblico, luogo di sosta e di tempo libero. Qui il concetto di sostenibilità è declinato nella sua valenza sociale attraverso la partecipazione attiva dei cittadini al processo di trasformazione, e in quella ambientale con la creazione di uno spazio pubblico generatore di una varietà di microclimi urbani. L’aspetto più innovativo e forse inaspettato di questo progetto è il rinvio a un’ecologia relazionale capace di connettere il percorso ai quartieri attraversati, coinvolgendo gli abitanti e le loro strategie di vita. Emerge così un’innovazione rilevante del senso dell’infrastruttura. Da relitto, testimone di un passato industriale, a parco lineare. Ma soprattutto uno spazio che catalizza la trasformazione dei quartieri attraversati, dove si stanno verificando vivaci dinamiche di riqualificazione edilizia e conseguente valorizzazione immobiliare, con la nascita di attività commerciali soprattutto in corrispondenza dei nodi di collegamento verticale. Il risultato è un miglioramento complessivo della qualità urbana e di vita degli spazi di prossimità, espressione di un processo di rigenerazione urbana spesso spontaneo, e comunque non pianificato organicamente.
Anche la riconversione del lungofiume industriale in parco ricreativo del Brooklyn Bridge Park di Michael Van Valkenburgh (2003-in corso) ha come obiettivo il mantenimento del senso di continuità del luogo attraverso il recupero e il riuso dei simboli del passato, in particolare i pilastri in legno dei Piers, e i materiali dei capannoni demoliti. L’idea chiave è la conversione di ambienti artificiali in ecosistemi autosufficienti, garantendo in particolare l’autosufficienza idrica attraverso la raccolta-smaltimento delle acque di pioggia in eccesso, finalizzando allo scopo le coperture degli edifici, le aree pavimentate e i prati. Questi ultimi filtrano l’acqua dalle sostanze inquinanti, convogliandola nei serbatoi sotterranei di raccolta e rimessa in circolo nei rain garden, fino a coprire il 70% del fabbisogno del parco durante tutto l’anno.
Anche gli altri esempi presentati nella sezione della sostenibilità sotto specie ambientale, seppure a differenti scale, come la Green Belt (Coloco & Gilles Clément, dal 2007), 700 ettari di spazio pubblico a corona della città di Tripoli o il complesso urbano dell’ Elm Park Green Urban Quarter (Bucholz Mcevoy Architects, 2004-08) a Dublino, o ancora il Campus dell’Universitè Feminine di EWHA (Dominique Perrault, 2002-08) a Shinchon, distretto delle università e dello shopping a sud di Seoul) , affidano l’applicazione dei criteri di sostenibilità al rapporto del progetto con gli elementi naturali come acqua, aria, sole, biodiversità affidati a una gestione integrata.

Sempre secondo l’UE, un’altra priorità è la Crescita Intelligente, che promuove la conoscenza e l'innovazione come motori della nostra futura crescita. Ciò significa migliorare la qualità dell'istruzione, potenziare la ricerca in Europa, promuovere l'innovazione e il trasferimento delle conoscenze in tutta l'Unione.
Secondo i curatori, i progetti rappresentativi della Città Intelligente hanno come comune denominatore “la costruzione di brani di città con caratteristiche ed elementi innovatori, capaci di produrre spazi flessibili e adattabili ai differenti contesti, involucri ad alto livello tecnologico, infrastrutture complesse che coniugano trasporti, permeabilità e spazio pubblico”. Tra i progetti, due esempi riguardano aree di Milano con un comune passato industriale: l’area della storica casa farmaceutica milanese Carlo Erba e l’area Portello, meglio conosciuta come il quartiere delle fabbriche Alfa Romeo e Lancia.
Già in dismissione alla fine degli anni ’80, solo un decennio fa l’area ex-Carlo Erba è diventata oggetto d’intervento da parte di un grande fondo di investimenti per il Maciachini Business Park (Studio Elementare, 2003-11). Gli obiettivi del progetto sono di realizzare un distretto verde del business, dotato di tecnologie avanzate e nuove funzioni, sfruttando la sua ubicazione nevralgica rispetto all’autostrada, agli aeroporti di Malpensa e di Linate, alla circonvallazione esterna e alla Linea 3 della Metropolitana milanese. Il cuore dell’intervento è uno spazio verde attrezzato che, come da richiesta del Comune di Milano, connetterà l’area al sistema dei parchi pubblici o a verde agricolo di cintura attraverso i raggi verdi, nuova rete di percorsi pedonali e ciclabili di collegamento con il centro, prevista dal Piano di Governo del Territorio (PGT 2005).

Crescita inclusiva significa infine un’economia con un alto tasso di occupazione, che favorisca la coesione economica, sociale e territoriale. L'obiettivo è garantire a tutti l’accesso alle opportunità di lavoro e di benessere individuale durante l'intera esistenza. “Tali risultati sul piano economico e sociale si riflettono nella progettazione di uno spazio urbano privo di barriere fisiche e culturali, attraverso l’inserimento dei luoghi per l’incontro e il confronto, non solo nelle parti di città ormai consolidate, ma anche e soprattutto nelle aree periferiche che più necessitano di tali attenzioni”.
Le realizzazioni esposte nella sezione Città Inclusiva spaziano da esempi di piazze, ad aperture alla città di lotti ex-industriali, fino alla riqualificazione sociale della città.
Un esempio ormai molto conosciuto riguarda il programma Social Urbanism In Medellín (Integral Urban Project, Medellín, Colombia - Alejandro Echeverri Arquitectos, 2004-08), in una città di circa 4 milioni di persone, fino a poco tempo fa conosciuta soprattutto per il traffico di droga e l’alto tasso di criminalità, ma cambiata radicalmente in meno di 10 anni. La metamorfosi di questa difficile città colombiana ha avuto inizio grazie alla convinzione che la convivenza e l’integrazione siano componenti essenziali dello sviluppo, e che l’architettura e l’urbanistica possano essere vettori di una profonda trasformazione sociale. Questa impostazione ha ispirato il Progetto Urbano Integrale mirato a fornire servizi pubblici di base ai residenti, ma anche a generare nuove opportunità per l'istruzione o la creazione di imprese locali. L’avvio della riqualificazione è stato affidato a un nuovo sistema di trasporto, il Metrocable, che collega tramite funivia i quartieri disagiati alla resto della città, offrendo  l’opportunità per i residenti di raggiungere il centro città e di beneficiare delle conseguenti opportunità occupazionali e di servizio. In questo contesto il Progetto Urbano Integrale ha curato strategicamente il posizionamento delle stazioni, attivando uno sviluppo rapido di piccole attività commerciali locali, migliorando la sicurezza  e facilitando la partecipazione alla vita pubblica. Successivamente, come naturale estensione della politica di pianificazione adottata con il Progetto Urbano Integrale, è stato predisposto il Master Plan di Medellín e della Valle d’Aburrá (chiamato BIO 2030), che punta a definire una visione strategica dell’area per i prossimi 20 anni con direttive per le politiche della casa e della mobilità, dei servizi e degli spazi pubblici, dell’ambiente e del paesaggio, nella prospettiva di un maggiore equilibrio sociale e funzionale.
Un altro esempio significativo è rappresentato dal progetto di riconversione delle ex Officine Savigliano di Torino in Centro Polifunzionale SNOS (Studio Granma, 2001-09). Questo progetto vuole conservare l’identità storico-culturale di un passato industriale - produzioni tecniche d’avanguardia tra le quali la copertura della stazione Centrale di Milano e i vagoni dell’Orient Express - coniugando un mix di funzioni produttive ad alto contenuto tecnologico con altre commerciali e residenziali, favorendo l’integrazione con il tessuto urbano circostante dove predominano i complessi residenziali ex-IACP costruiti per gli operai delle fabbriche. L’aspetto più interessante non è tanto il riuso stesso delle Officine, ma il più ampio progetto di riqualificazione urbana nel quale si inserisce l’intervento. Si tratta della Spina 3, una delle articolazioni più importanti della Spina Centrale, un grande boulevard che attraversa la città di Torino da nord a sud, che comprende una grande area industriale che ospitava tra gli altri, fino agli ultimi anni del Novecento, i vastissimi impianti della Fiat Ferriere e della Michelin sorti intorno alla Dora Riparia (tombata in alcuni tratti, ma oggi fulcro della trasformazione urbanistica attraverso la realizzazione del Parco post-industriale della Dora). L’intera superficie della Spina 3 è stata suddivisa in diversi ambiti di intervento che corrispondono all’iniziale suddivisione proprietaria, con la creazione in particolare di un parco (Environment Park) per la ricerca e l'incubazione tecnologica nel settore delle energie e della realtà virtuale, destinato a  imprese a basso impatto ambientale. Imponenti sono le trasformazioni infrastrutturali mirate a elevare l’accessibilità dell’area: il Passante Ferroviario, parallelo alla Spina, che prevede l’interramento della ferrovia, permettendo la connessione di due aree precedentemente separate dai binari; la nuova arteria di Corso Mortara che attraverso l’interramento del traffico veicolare libererà l’accesso al fiume; il nuovo ponte sulla Dora, che affiancherà quello esistente diventato ciclo-pedonale per assorbire il traffico indotto dai nuovi insediamenti.

La distinzione tra le tre priorità UE adottate come chiave espositiva dalla mostra appaiono utili alla presentazione dei progetti, ma non fanno emergere con il dovuto risalto le tendenze all’integrazione tra diverse strategie, che peraltro rinviano ad una accezione più complessiva  della sostenibilità. Ad esempio, le Tecnologie dell’Innovazione e della Comunicazione (ICT) vanno considerate a servizio della competitività dello sviluppo sociale ed economico della città, ma al tempo stesso concorrono in modo determinante alla regolazione degli equilibri ecologico-ambientali ovvero alla erogazione di servizi innovativi che migliorano le prestazioni del welfare urbano.
In fondo la scommessa del futuro della sostenibilità mette in gioco le strategie specifiche che agiscono sulla gestione riproduttiva delle risorse che più influiscono sui metabolismi ambientali urbani (in particolare suolo, acqua, energia, beni alimentari, rifiuti) e sulle dinamiche sociali ed economiche, ma soprattutto il governo delle loro interdipendenze, che vanno finalizzate a una visione più olistica della trasformazione urbana.
Da questo punto di vista, appaiono opportune altre iniziative che – a partire  dalla mostra “ SuperUrbano” a Padova (un titolo forse fuorviante) -, sapranno tematizzare le prove d’innovazione progettuale  per la città sostenibile con una considerazione più complessiva delle convergenze necessarie a garantire la “qualità totale” della futura città europea.

Giardino delle Fonderie, Nantes, Francia / Architetti: ADH [Doazan + Hirschberger] Piano-guida per la riqualificazione de l’Île de Nantes, progetto di Alexandre Chemetoff Giardino delle Fonderie, Nantes, Francia / Architetti: ADH [Doazan + Hirschberger] Giardino delle Fonderie, Nantes, Francia / Architetti: ADH [Doazan + Hirschberger] High Line, New York / James Corner Field Operation High Line, New York / James Corner Field Operation High Line, New York / James Corner Field Operation Brooklin Bridge Park, Vista aerea / Architetti: Michael Van Valkenburgh Associates Brooklin Bridge Park, Vista aerea / Architetti: Michael Van Valkenburgh Associates Brooklin Bridge Park, Studio dei trasporti e degli accessi / SAM Schwartz PLLC HDR Daniel Frankfurt Brooklin Bridge Park, Studio dei trasporti e degli accessi / SAM Schwartz PLLC HDR Daniel Frankfurt Brooklin Bridge Park, Studio dei trasporti e degli accessi / SAM Schwartz PLLC HDR Daniel Frankfurt Mappa del Brooklyn Bridge Park, Brooklyn Bridge Park Corporation Università Femminile EWHA, Campus La Vallée, Seul, Korea, Dominique Perrault Architecture Università Femminile EWHA, Campus La Vallée, Seul, Korea, Dominique Perrault Architecture Maciachini Business Park, Mac 5–6-7, Sauerbruch & Hutton Architects, foto Giuseppe Damonte Maciachini Business Park, Mac 5–6-7, Sauerbruch & Hutton Architects Maciachini Business Park, Mac 5–6-7, Sauerbruch & Hutton Architects Percorso della Cintura Verde Urbana per Milano, Comune di Milano con AIM Associazione Interessi Metropolitani e Studio Land Il Raggio del Nord, Raggio Verde n.8, Comune di Milano con AIM Associazione Interessi Metropolitani e Studio Land Urbanistica sociale a Medellín, Progetto Urbano Integrale 2004-2011 Urbanistica sociale a Medellín, MetroCable linea K, PUI (Progetto Urbano Integrale) nord occidentale Urbanistica sociale a Medellín, Biblioteca Spagna, PUI (Progetto Urbano Integrale) nord orientale, architetto Giancarlo Mazzante Urbanistica sociale a Medellín, Complesso delle piscine, Paisajes Emergentes architectes Urbanistica sociale a Medellín, Giardino Botanico Orquideorama / Architetti: Felipe Mesa, Alejandro Bernal, Camilo Restrepo, J. Paul Restrepo Urbanistica sociale a Medellín, Corridoio dello Sport. Colosseo 2010 dei Giochi Sudamericani / Architetti: Felipe Mesa + Giancarlo Mazzanti Progetto Speciale Spina Centrale, Comune di Torino Mappa della Riqualificazione della Spina Tre, Comune di Torino Comprensori del Progetto di trasformazione di Spina 3, Comune di Torino Comprensori del Progetto di trasformazione di Spina 3, Comitato Parco Dora Comune di Torino Comprensori del Progetto di trasformazione di Spina 3, Comitato Parco Dora Comune di Torino Perimetro dell’area di ricucitura, Comitato Parco Dora, Comune di Torino Pianta del Parco, Comitato Parco Dora, Comune di Torino Parco della Dora, Comune di Torino Parco della Dora, Comune di Torino Centro Polifunzionale SNOS, area ex-Società Nazionale Officine Savigliano Torino, Studio Granma Architetti Associati Centro Polifunzionale SNOS, area ex-Società Nazionale Officine Savigliano Torino, Studio Granma Architetti Associati Centro Polifunzionale SNOS, area ex-Società Nazionale Officine Savigliano Torino, Studio Granma Architetti Associati
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EWT/ EcoWebTown
Magazine of Sustainable Design (Quadrimestrale on line sul progetto di città sostenibile)
Edizione SCUT, Università Chieti-Pescara
Registrazione al tribunale di Pescara n. 9/2011 del 07/04/2011