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Progettare nella complessità. Un laboratorio didattico per l’Area Archeologica Centrale
Maria PonePDF




Parole chiave: progetto complesso, laboratorio di laurea, Masterplan Area Archeologica Centrale di Roma




Abstract:

Negli ultimi anni, all’interno del Dipartimento di Architettura di Roma Tre sono state molte le ricerche avviate sul tema del progetto urbano e architettonico per l’Area Archeologica Centrale di Roma. Ricerche promosse da docenti, da dottorandi, ma anche numerose tesi di laurea. Diversi lavori sono confluiti in un Masterplan per l’AACR che intende proporre una strategia generale e alcune linee guida per gli interventi sull’area. Da due anni, inoltre, è stato creato dal Dipartimento un laboratorio di laurea dedicato al “progetto complesso”: il Masterplan per l’AACR è diventato il tema generale all’interno del quale gli studenti possono sviluppare il proprio percorso di tesi, assumendolo come occasione per confrontarsi con il tema della complessità nelle sue diverse manifestazioni.



Un Laboratorio di laurea per progetti complessi

Dall’anno accademico 2015-2016, all’interno del Dipartimento di Architettura di Roma Tre, un Laboratorio di progettazione è dedicato alle lauree sul tema “progettare la complessità”, sotto la responsabilità del prof. Paolo Desideri.Obiettivo formativo del Laboratorio è in particolare di fornire ai laureandi concreti strumenti di governance dei progetti complessi, al fine di fargli comprendere il legame che lega la conoscenza alla creatività all’interno di tali progetti complessi.
Se infatti la contemporaneità pone spesso ai progettisti una difficile sfida sul confronto con “il banale ed il quotidiano”1, ancora più spesso si danno situazioni in cui si richiede all’architettura la capacità di tenere insieme una grande varietà di questioni e conoscenze, con soluzioni complesse in grado di trattarle contemporaneamente. La tesi che fa da sfondo al laboratorio è che questo genere di complessità rinvia ad un triplice ambito di operatività del progetto: la complessità dei contesti, la complessità dei programmi, e la complessità dei rapporti tra architettura, engineering e costruzione. È compito dei progettisti affrontare insieme questi diversi ordini di complessità, alla ricerca di un “miracoloso” equilibrio tra le tante variabili in gioco, appellandosi in particolare alle risorse per la creatività. La creatività è lo strumento fondamentale che l’architetto ha per le mani, una dote preziosa non per scivolare nella stravaganza del gioco delle forme, ma per cercare di risolvere concretamente i problemi che le condizioni del nostro tempo pongono di continuo.
In particolare agli studenti del Laboratorio viene proposto di inquadrare i loro progetti di tesi all’interno di un tema più ampio, un Masterplan per la risistemazione per l’Area Archeologica Centrale di Roma, prodotto dal Dipartimento di Architettura Roma Tre. Questo tema permette agli studenti di sviluppare il loro progetto confrontandosi con tutti e tre gli ambiti di complessità sopra evocati. Infatti:

- un’area a fortissima presenza archeologica, che è allo stesso tempo collocata al centro di una città, può considerarsi come paradigma di un contesto complesso “storicamente denso, stratificato, carico di segni, di significati, di presenze”;

- il progetto deve tenere adeguato conto della complessità dei programmi, poiché deve relazionarsi con utenti diversi, con necessità contraddittorie e spesso in conflitto tra di loro; turisti, lavoratori in transito, abitanti, convivono in quest’area in cui ad esempio una stazione della metropolitana non può mai essere solo una stazione, e in cui non basta nemmeno più che le architetture siano multifunzionali; c’è bisogno piuttosto di pensarle come ibridi, ovvero come “architetture alle quali è richiesto di configurare nella medesima struttura spaziale le condizioni di una sovrapposta e conflittuale molteplicità di programmi funzionali”; per dirla con le parole di Baricco, “invece che generare molti mondi belli e diversi, investi il tuo tempo ad inventare un unico ambiente in cui si possono versare tutti i mondi che ci sono” (Baricco, 2018);

- infine va considerata la inevitabile complessità delle relazioni tra architettura, engineering e costruzione; è su queste relazioni infatti che viene messa alla prova la capacità dell’architetto di tenere insieme i fili di un progetto complesso; in particolare in progetti destinati a inserirsi in parti delicate di città, in cui è necessario gestire sapientemente l’intreccio tra logiche conservative e necessità di innovazione. Per non soccombere ad imposizioni ingegneristiche apparentemente ineluttabili, e per non diventare schiavi di improbabili soluzioni tecnologiche, l’architetto deve essere in grado di sfoderare la sua arma migliore - la creatività - e di lavorare con la sua materia - la forma.

Un Masterplan per l’Area Archeologica Centrale di Roma.

Il particolare interesse che l’Area Archeologica Centrale di Roma riveste sta nel fatto che, pur essendo la più vasta area archeologica al mondo (come definita dalla commissione paritetica MiBACT-Roma Capitale, circa 78 ettari tra Piazza Venezia, i Fori Imperiali, il Colosseo, il Colle Oppio, il Campidoglio, il Teatro di Marcello, il Foro Romano, il Palatino e il Circo Massimo (Pelusio, 2016)), si trova dentro la città, ne intercetta i flussi quotidiani, ne condivide le infrastrutture; all’interno dell’area si verifica una sovrapposizione atipica di layer, quello della vita quotidiana dei cittadini che vi abitano o lavorano, e quello di una mole impressionante di turisti che ogni giorno la visitano.
Negli ultimi decenni sono stati numerosi i tentativi di intervenire puntualmente, attraverso progetti singoli, su alcuni aspetti “carenti” (che riguardano prevalentemente le attrezzature turistiche e le infrastrutture). Ma se si considera l’Area Archeologica come “frammento incastonato all’interno della metropoli” (Pelusio, 2016) appare necessario avviare un ragionamento più complessivo e integrato su questa complessa “tessera urbana”. Il Masterplan redatto a cura del Dipartimento di Architettura di Roma Tre è pensato come strategia complessiva, con un insieme di linee guida che offrono una direzione comune ai diversi interventi, mettendo a sistema alcune complesse questioni che riguardano la risistemazione dell’area.
Obiettivo generale del Masterplan è di riconnettere sistematicamente questo “frammento” con la metropoli che gli è cresciuta intorno, trasformando l’immenso patrimonio che contiene in un’occasione di valorizzazione strategica di un territorio più ampio, che sconfina dai bordi dell’Area per espandere la sua influenza su tutta la città.
Il Masterplan è concepito come uno strumento in continua evoluzione, che si arricchisce con i lavori di ricerca degli studenti (anche precedenti all’istituzione del laboratorio di laurea), con tesi di dottorato, contributi di docenti universitari, architetti, urbanisti, artisti.
Il tema principale della riconnessione si traduce nel tentativo di integrare le funzioni turistiche con quelle che attengono alla vita degli abitanti, agendo allo stesso tempo sulla valorizzazione di questo enorme museo a cielo aperto e sul miglioramento della qualità urbana in termini di servizi e infrastrutture. A questo scopo il Masterplan individua quattro ambiti di intervento principali:

- il sistema dei trasporti,

- i collegamenti ecologici,

- gli ingressi all’Area Archeologica Centrale,

- i progetti speciali.

Per quanto riguarda il primo ambito, il sistema dei trasporti, il Masterplan definisce in primo luogo i principali nodi di interscambio tra trasporto privato e pubblico. Questi sono i luoghi deputati all’arrivo dei pullman turistici e a partire dai quali i visitatori si immettono nel sistema di trasporto pubblico urbano oppure proseguono a piedi utilizzando percorsi pedonali dedicati. Sono individuate due aree deputate a svolgere il ruolo di “porte di accesso”: una si trova a ovest, oltre il Tevere, “caratterizzata dai resti archeologici di magazzini portuali del II sec d.C., di un impianto termale del V-VI sec d.C., oggi interrati, e dal complesso dell’Arsenale Pontificio e un edificio realizzato agli inizi del secolo scorso come deposito per gli autobus dell’ATAC” (Pelusio, 2016) (A.1). La seconda “porta” si colloca a sud dell’area, adiacente alle Terme di Caracalla e che oggi ospita un grande vivaio, l’Eurogarden (A.2). Per entrambe queste aree sono previste strutture di accoglienza (biglietterie, infopoint, bookshop) e altri servizi, quali attività commerciali, punti di ristoro, spazi culturali.
In secondo luogo il Masterplan segnala i principali nodi di scambio intermodale presenti all’interno dell’area che consentono la realizzazione di un sistema integrato di trasporto su ferro, gomma, ciclopedonale, e fluviale (B1, B2, B3, B4, B5, B6, B7, B8).
Il secondo aspetto riguarda i percorsi specifici dedicati ai flussi turistici all’interno dell’Area; si tratta di un layer autonomo, pensato per non interferire con il traffico urbano, che collega i luoghi di maggior interesse tra di loro e con i punti di accesso. Questo layer comprende i percorsi pedonali (C3, C4, C5), i percorsi dedicati in via esclusiva ai bus turistici (C1) e i percorsi dei battelli previsti per la navigazione sul Tevere (C2). Anche lungo il sistema di percorsi interni il Masterplan prevede una serie di servizi di supporto per i turisti.
Il terzo aspetto è quello che riguarda i punti di accesso alle zone di visita presenti nell’Area. Il Masterplan ne prevede tre (D3): uno dalla via dei Fori Imperiali, uno direttamente nella zona del Palatino che si trova in corrispondenza dell’Antiquarium, e uno all’altezza del Circo Massimo, da via dei Cerchi/via di S. Teodoro. È inoltre segnalato un ingresso speciale per il Colosseo. Nelle immediate vicinanze degli accessi il Masterplan prevede sempre la realizzazione di un centro servizi (D1) e un punto informazioni (D2).
L’ultimo elemento segnalato riguarda alcune aree di particolare interesse per le quali il Masterplan ipotizza una serie di “progetti speciali” che possono consistere in puntuali progetti di architettura, in progetti di riqualificazione e rigenerazione dello spazio pubblico, in progetti di restauro, di sistemazione paesaggistica, di allestimento. Alcune di queste aree non si trovano all’interno o immediatamente a ridosso dell’Area, ma svolgono un ruolo fondamentale rispetto al tema della riconnessione con la città. Dal Tevere che diventa, nella visione proposta dal Masterplan, infrastruttura fondamentale per la connessione del centro storico con i punti di accesso, all’area di Piramide-Porto Fluviale fino al foro Boario (che comprende una lunga sezione delle Mura Aureliane, altra potenziale infrastruttura da dedicare alla mobilità pedonale), fino, naturalmente, ai principali luoghi di interesse archeologico e culturale (il Colosseo, i Fori, il Circo Massimo, le Terme di Caracalla).
Il Masterplan nel suo complesso si propone, come accennato, di rappresentare un documento programmatico di linee guida per lo sviluppo coordinato delle singole azioni da prevedere per l’area. L’obiettivo è di provare a segnare una direzione rispetto alla quale orientare le modificazioni, anche piccole e minute, che devono comunque inserirsi in una strategia complessiva chiara e comprensibile. È in gioco un’area complessa, che è allo stesso tempo un’”isola galleggiante nel tessuto urbano” e un pezzo integrato di città; un “museo a cielo aperto” che mette in mostra un pezzo di storia e la “casa” di un gran numero di persone che qui cercano risposta a bisogni e desideri che appartengono alla quotidianità.  

Alcuni progetti di Tesi.

Il Laboratorio di laurea è diventato un’occasione per sistematizzare tutto il materiale prodotto da numerose ricerche e per mettere in rete i singoli progetti di tesi. I nuovi laureandi possono così porsi in continuità con progetti già sviluppati negli anni precedenti, proporne delle varianti o ipotizzare nuovi temi all’interno di quelli prefigurati dalla strategia generale.
1. Riqualificazione dell’Area Archeologica Centrale di Roma: Valle dell’Anfiteatro Flavio (tesi di laurea di Benedetta Pelusio).
Questo progetto è riferito all’area del Colosseo, concentrandosi in particolare sulla riconnessione di alcune parti della Valle dell’Anfiteatro Flavio, dense di elementi di interesse archeologico (come i Mitrei, le Terme di Tito e Traiano, il Ludus Magnus, i sotterranei del Colosseo) con i percorsi urbani presenti e con le nuove infrastrutture previste. Ipotizza un sistema museale (sviluppato prevalentemente sotto terra) che, nel favorire la permeabilità e l’accessibilità alle varie parti della Valle (allo stato attuale non valorizzata in alcun modo), istituisce nuovi collegamenti urbani. A questo scopo riprende e sviluppa una trama di antichi percorsi che ricollegano elementi separati dall’impianto urbano attuale, restituendo una continuità negata allo spazio alla quota archeologica.
2. Da Ponte Sublicio a Ponte Palatino – percorso attrezzato per il collegamento tra fiume e città (tesi di laurea di Cecilia Falcone).
La costruzione dei muraglioni a protezione degli argini del Tevere, nel 1877, ha provocato un inevitabile allontanamento dei romani dal fiume. Negli ultimi anni una nuova pista ciclabile e alcuni eventi temporanei che si susseguono sulle banchine tentano di restituire agibilità ad un rapporto storicamente molto forte e solo recentemente perduto.
Il progetto di tesi si propone di ricostruire un sistema di accessibilità stabile che colleghi la quota della strada a quella del fiume, attraverso la realizzazione di un insieme di volumi. L’area di progetto si sviluppa lungo il Tevere dalla porta Ovest dell’Arsenale fino al Ponte Palatino. I tre nuovi volumi che emergono dai muraglioni hanno funzioni museali, di svago, commerciali; le coperture degli edifici si trasformano in rampe che consentono l’accesso diretto alle banchine.
3. Riconnessione Archeologica Urbana nell’area del Foro della Pace (tesi di laurea di Federico Naddeo e Marco Selvaggi).
L’area si colloca nel punto di intersezione tra via Cavour (una via più “urbana”) e via dei Fori Imperiali (che è invece il principale asse turistico del sistema). Alla quota archeologica, che si trova circa otto metri sotto la quota della città contemporanea, si trovano i resti del Foro della Pace. Obiettivo del progetto è di riconnettere le due quote attraverso la realizzazione di un edificio ipogeo destinato a diventare il nuovo ingresso all’Area, ospitando sia la funzione di ticketing che alcuni servizi accessori.
Il progetto si sviluppa dunque su tre livelli: quello urbano, in cui è prevista una sistemazione esterna che trasformi questo “incrocio” in una piazza pubblica urbana; una quota intermedia a cui si accede dalla piazza in vari punti, che accoglie i servizi; e la quota archeologica che viene attrezzata, come spazio museale, con un percorso di visita composto da una serie di passerelle. Il percorso si sviluppa fino a raggiungere il Foro Romano.



Note

1Alcuni materiali del primo paragrafo sono tratti dal documento che contiene il programma del laboratorio di laurea “progettare la complessità”. Disponibile al: http://architettura.uniroma3.it/wp-content/uploads/2015/12/Lab_Progetti_complessi-Desideri.pdf

 

Riferimenti bibliografici

Baricco A., 2018, The Game, Einaudi, Torino.
Falcone C., 2015, Da Ponte Sublicio a Ponte Palatino – percorso attrezzato per il collegamento tra fiume e città, Tesi di Laurea Magistrale in Progettazione Architettonica, relatore prof. Paolo Desideri.
Naddeo, F., Selvaggi, M., 2017, Riconnessione Archeologica Urbana nell’area del Foro della Pace, Tesi di Laurea Magistrale in Progettazione Architettonica, relatore prof. Paolo Desideri.
Pelusio B., 2012, Riqualificazione dell’Area Archeologica Centrale di Roma: la Valle dell’Anfiteatro Flavio Tesi di Laura magistrale in Progettazione Architettonica, relatore Prof. Paolo Desideri
Pelusio, B., 2016, L’area Archeologica Centrale di Roma e la città contemporanea. Nuove strategie di riconnessione, Tesi di dottorato, XXIX ciclo. Dottorato in Paesaggi della città contemporanea. Politiche, tecniche e studi visuali, Dipartimento di Architettura, Roma Tre.
Programma del laboratorio di laurea Progettare la complessità, coordinamento a cura di Paolo Desideri, Dipartimento di Architettura, Roma Tre, Disponibile al: http://architettura.uniroma3.it/wp-content/uploads/2015/12/Lab_Progetti_complessi-Desideri.pdf




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