L'intervento riguarda la riqualificazione del borgo di Formignano, una frazione del comune di Cesena. L'area si trovava in forte stato di degrado e abbandono dopo la dismissione della miniera, e il borgo presentava problemi di natura idrogeologica come frane e smottamenti. Gli edifici non erano completamente allacciati alle fognature e la vegetazione spontanea aveva occupato strade di accesso e spazi di relazione. Tramite un intervento di esproprio volontario degli spazi esterni (in gran parte di proprietà privata) è stato realizzato un sistema di piazze e percorsi capaci di definire il tessuto connettivo urbano e creare nuovi spazi di relazione. La gestione di un paesaggio controllato ha permesso di collegare anche visivamente il borgo abitato al territorio circostante oggi divenuto parco regionale. Il progetto di riqualificazione urbana ed ambientale conferisce al borgo di Formignano una identità architettonica fortemente connotata di storia della miniera di zolfo situata alle sue pendici.
L'intervento porta in sicurezza il borgo abitato da problemi di natura idrogeologica attraverso la costruzione di muri di contenimento, cinte di micropali, drenaggi e la realizzazione di impianti di laminazione per le acque meteoriche e depurazione di quelle reflue. Il terreno viene bonificato dalla presenza di materiali inquinanti carichi di zolfo e mercurio, provenienti dalla miniera, per ripristinare la normalità dei livelli di salubrità ambientale mettendo in sicurezza l’intera area, inoltre si innescano nel tempo diverse iniziative private per la riqualificazione degli immobili e il loro conseguente riuso. L'aggregato urbano di Formignano è situato su di un grande bacino solfifero. L’attività di estrazione dello zolfo era conosciuta in questi luoghi sin dai romani, tuttavia, alle soglie del XX secolo la produzione da parte degli enormi bacini solfiferi americani, spinse lo zolfo locale fuori dal mercato. Nel 1964 la miniera di Formignano fu l’ultima a sospendere le attività estrattive. Da allora il progressivo abbandono ed il conseguente degrado, hanno lentamente cancellato le tracce che segnavano la storia di questi luoghi. Il borgo si trova all'interno di un'area pubblica destinata a parco, una riserva naturale protetta denominata "miniere di Formignano" soggetta a tutela dalla sovrintendenza per vincolo paesaggistico. Nell'area sono presenti anche vincoli dovuti all’esistenza di aree boschive e di natura idrogeologica (numerose sono state le frane attive che nel tempo hanno danneggiato, e in alcuni casi provocato il crollo, delle abitazioni facenti parte del nucleo urbano). Il progetto di riqualificazione di Formignano ha raggiunto due principali obbiettivi: da una parte quello di restituire l'identità culturale del luogo, reinterpretando ed attualizzandone il passato; dall’altra quello di costituire la porta di accesso al parco naturale delle miniere di zolfo e, data la sua posizione sopraelevata, mettere in evidenza con precorsi visivi e punti panoramici le principali emergenze del territorio: calanchi, valle del savio, percorsi escursionistici e miniere.
Rispondenza ai criteri del premio:
Sviluppo sostenibile
Il progetto persegue l’obbiettivo della sostenibilità ambientale, attraverso l’uso di risorse a km 0: come l’impiego di pietra locale, il riutilizzo degli scarti di lavorazione (come nel caso delle gabbie metalliche riempite di materiale di scarto proveniente dai lavori di pavimentazione), l’impiego di materiali capaci di ridurre i tempi di manutenzione (come nel caso del corten, del legno di cedro al naturale e della pietra). Le acque piovane vengono raccolte ed utilizzate per l’irrigazione degli orti, mentre l’illuminazione a led riduce i consumi energetici.
Esemplarità
L'intervento può indicare delle linee guida riguardo la riqualificazione dei centri minori dell'appennino e la loro integrazione con il paesaggio circostante. Attraverso l'attualizzazione dell'identità perduta e la caratterizzazione con gli elementi paesaggistici riferiti sia alla miniera che al contesto ambientale, l'intervento può essere considerato come esemplare nella capacità di proporre modalità di ricerca riferite alla storia mineraria dei luoghi, integrando il progetto con i percorsi del parco naturale e valorizzando le emergenze paesaggistiche con punti panoramici e percorsi visivi.
Partecipazione pubblica
Il progetto si è sviluppato attraverso l'individuazione dell'area di intervento tramite la cooperazione con il comitato del parco delle miniere, il quartiere di borello di cui Formignano è frazione e l'associazione culturale di studi e ricerche della romagna mineraria. La fase progettuale si è svolta in maniera partecipata coinvolgendo gli abitanti della frazione in modo da individuare le criticità dell'area ed i potenziali interventi. Il progetto di riqualificazione è stato sviluppato attraverso riunioni puntuali presso il borgo di Formignano, alle quali partecipavano residenti, membri del consiglio di quartiere, del comitato per il parco delle miniere e dell'associazione culturale di studi e ricerche della romagna mineraria.
Sensibilizzazione
L’intervento ha comportato un incremento demografico nell’area, si sono registrate nuove costruzioni ed il restauro di fabbricati degradati presenti nel borgo. E’ stata aperta una nuova attività commerciale, significativa per una abitato di dimensioni tanto ridotte, mentre l’attività di ristorazione preesistente l’intervento ha registrato un sensibile aumento di clientela. Prima dell’intervento questi luoghi erano praticamente disabitati: il progetto ha creato un indotto economico positivo capace di richiamare attività e ripopolare le aree. Ad oggi il borgo è la porta di accesso al parco delle miniere di zolfo, dove un turismo soprattutto locale viene per ammirare il paesaggio, cimentarsi in escursioni nel parco naturale e praticare il cicloturismo. Il borgo è divenuto, inoltre, un luogo didattico frequentato da scuole o da interessati alla storia delle miniere.