Il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa è stato istituito a seguito della firma della Convenzione europea del Paesaggio firmata a Firenze il 20 ottobre 2000. E’ previsto esplicitamente nella Convenzione all’art. 111 ed è assegnato secondo criteri indicati nel Regolamento del Premio. Ogni Paese membro dell’Unione Europea ha il compito, sulla base del Bando biennale, di realizzare “un’attività di ricognizione delle azioni esemplari svolte nel proprio territorio al fine di poter individuare quella che costituirà la propria Candidatura al Premio europeo”. Una speciale Giuria istituita dal Consiglio d’Europa valuta le candidature ed assegna il Premio oltre che conferire riconoscimenti e menzioni. Quella appena conclusa è la IV edizione. Per l’Italia la gestione del Premio è affidata al Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e in particolare alla Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanea. Nelle 3 precedenti Edizioni molti sono stati i territori, gli enti e le associazioni che hanno raccolto l’invito del Mibact presentando progetti ed azioni riferiti a diverse aree. Il risultato, sul piano della competizione a scala europea, sono stati molto interessanti. Nel corso della I Edizione la Giuria Europea ha conferito una menzione speciale al Progetto “Il Sistema dei Parchi della Val di Cornia”, presentato dall’Italia. Nella II Edizione l’Italia si è vista assegnare il Premio con il progetto “Carbonia Landscape Machine”, mentre nella III Edizione una menzione speciale è stata riconosciuta al progetto realizzato dalla Cooperativa Placido Rizzotto e presentato da “LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Al progetto è stata riconosciuta una valenza del tutto particolare: “la capacità di coniugare cultura del paesaggio e democrazia nei termini delineati dalla Convenzione Europea del Paesaggio e quindi dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, richiamati anche nella raccomandazione n. 292 (2010) del Congresso delle Autorità Locali e Regionali del Consiglio d’Europa”. I riconoscimenti attribuiti all’Italia segnalano un particolare interesse del Consiglio d’Europa e delle Giurie degli esperti verso i principi e le pratiche che caratterizzano le nostre politiche per il paesaggio, tenendo conto che molta parte dei contenuti della stessa Convenzione europea sono stati ispirati dalla cultura e dalla prassi sedimentate nel nostro Paese. Con queste premesse si è recentemente conclusa la fase di selezione della IV Edizione del Premio in cui sono state presentate 46 candidature valide a cura di Comuni e Consorzi, Regioni, Associazioni. Un’ampia partecipazione si è registrata nel Nord dell’Italia con 23 candidature, contro le 8 del Centro e le 15 del Mezzogiorno. Le regioni più dinamiche sono state la Lombardia, il Piemonte, la Toscana e la Sicilia. Si tratta di progetti realizzati e di programmi allestiti piuttosto articolati che possono essere raggruppati per tipologie. I progetti di valorizzazione del territorio attraverso la componente agricola sono stati 4, quelli che hanno fatto ricorso all’arte contemporanea sono stati 5 mentre quelli che hanno puntato sulla tutela e valorizzazione del paesaggio attraverso la promozione di itinerari e viaggi sono stati 7. Non sono mancati progetti indiretti di intervento sul paesaggio attraverso la predisposizione di programmi complessi che sono arrivati a 12, così come gli interventi puntuali di recupero o tutela del paesaggio. Ci sono stati infine 5 progetti che hanno affrontato il tema della tutela e promozione attraverso attività di formazione rivolte sia ai cittadini che agli operatori e alle istituzioni. Dall’analisi dei progetti ammessi risulta abbastanza evidente che in molti casi gli interventi realizzati hanno generato una crescita economica ed occupazionale, hanno favorito la pratica della prevenzione idrogeologica, hanno reso possibile la valorizzazione di prodotti tipici con l’attribuzione di marchi di qualità, hanno favorito il ripopolamento delle aree interne o dei centri minori, hanno promosso un nuovo turismo di qualità rispettoso dell’ambiente, hanno infine contributo a realizzare forme di partecipazione collettiva che ha spesso generato nuove forme di governance del territorio. Di particolare interesse sono state le pratiche per la promozione della partecipazione dei cittadini e delle associazioni con l’utilizzo del web, dei social oltre che l'organizzazione di workshop, eventi e manifestazioni. Quest’ultimo aspetto si è rivelato particolarmente importante anche nei processi di valutazione e selezione della Commissione istituita dal Mibact per individuare il progetto da presentare al Consiglio d'Europa. Va ricordato che il Regolamento indica quattro criteri per l’attribuzione del Premio del paesaggio: Sviluppo territoriale sostenibile; Carattere esemplare del progetto; Partecipazione pubblica; Sensibilizzazione della società civile, delle organizzazioni private e delle pubbliche istituzioni al valore dei paesaggi. Il primo criterio intende verificare l’efficacia del progetto, richiedendo una sua operatività da almeno 3 anni dal momento della candidatura, con riferimento allo sviluppo sostenibile di un territorio. Con il secondo criterio si intende sollecitare la presentazione di progetti che hanno contribuito efficacemente alle politiche di salvaguardia e pianificazione del paesaggio e che abbiano quindi il carattere di “buona pratica” a cui altri soggetti potranno richiamarsi. Con il terzo criterio si rende evidente che il Consiglio d’Europa, in applicazione della Convenzione sul Paesaggio, ritiene fondamentale che le politiche pubbliche prevedano la partecipazione dei cittadini nella definizione degli interventi sul paesaggio attraverso procedure di consultazione e forme di dialogo e quindi si sollecita la presentazione di progetti che abbiano adottato o sperimentato modelli di democrazia partecipativa. Già nelle precedenti edizioni questo criterio è stato particolarmente tenuto in considerazione nelle valutazioni dei progetti presentati. Ed è di qualche interesse che sia nella III che nella IV edizione la Commissione italiana di valutazione abbia scelto un progetto presentato da una Associazione che, in entrambi i casi, hanno coinvolto intere comunità in un processo di trasformazione dell’ambiente e del paesaggio, fino a incidere sulle politiche pubbliche. Queste decisioni potrebbero segnare un cambio di passo rispetto ad una politica pluridecennale che si è largamente avvalsa del sistema dei “vincoli” per governare gli interventi sul paesaggio e sull’ambiente piuttosto che costruire una consapevolezza dei valori paesaggistici attraverso un largo processo di partecipazione delle comunità locali. Il fatto che in Italia si vadano moltiplicando esperienza di partecipazione diffusa di cittadini, associazioni, imprese private, per tutelare, salvaguardare, arricchire il paesaggio e sviluppare in esso nuove qualità perseguendo modelli virtuosi di sviluppo economico, può voler dire che accanto ad una nuova coscienza civile si va sviluppando una diversa consapevolezza da parte delle istituzioni nel governo del territorio. Proprio per diffondere questo approccio, il 4° ed ultimo criterio, la Sensibilizzazione, intende misurare in ogni progetto il livello di impegno di tutte le parti, pubbliche e private, nella promozione dei valori del paesaggio, del suo ruolo all’interno della vita economica e sociale di una comunità. A questo criterio si va attribuendo un peso specifico sempre più rilevante nelle valutazioni della Giuria. Adottando questi criteri, con una particolare attenzione alla coerenza con il 3° criterio, la Commissione del Mibact ha scelto di candidare per l’Italia il progetto presentato dall’Associazione LUA, Laboratorio Aperto Urbano, denominato “Parco Agricolo dei Paduli”, collocato in provincia di Lecce. Di particolare interesse può essere richiamare alcune delle motivazioni adottate dalla Commissione. “L’eccellenza del progetto, che costituisce la sua maggiore peculiarità, è data dal suo processo di sviluppo e di attuazione, rispondente in ogni suo punto ai principi della Convenzione Europea del Paesaggio, che attribuisce alle comunità locali un ruolo di attori principali nella programmazione e realizzazione di azioni riguardanti i luoghi di appartenenza. Il progetto, avviato già dal 2003 per iniziativa di un gruppo di giovani universitari del Comune di San Cassiano e progressivamente sviluppatosi con il coinvolgimento di dieci Comuni salentini, si distingue, infatti, per l’esemplarità delle modalità attuative. Le attività svolte nascono dalla volontà di recuperare e valorizzare un paesaggio caratterizzato da un uliveto secolare, in un’area anticamente paludosa, con il coinvolgimento della comunità locale. Alla base del progetto la capacità di far riconoscere all’intera comunità locale il patrimonio di valori storico-identitari legati, principalmente, alla realtà rurale ed in particolare alla coltivazione di ulivo, fonte di fiorente economia sin dal XVII secolo, per la produzione dell’olio lampante, utilizzato per l’illuminazione di molte capitali europee e quotato alla Borsa di Londra.
Il processo è stato avviato con l'organizzazione di ‘laboratori’ in cui gli abitanti sono stati chiamati in un confronto progettuale, aperto anche a figure esterne, con il coinvolgimento sia delle realtà associative del luogo sia delle amministrazioni pubbliche.
Grazie ad iniziative volte alla sensibilizzazione sui valori naturali e culturali del territorio e di pubblicizzazione delle potenzialità connesse a tali valori per l’attuazione di forme di sviluppo sostenibile, attorno all’iniziativa ristretta al Comune di San Cassiano si è sviluppato l’interesse dei Comuni limitrofi, a partire da quelli delle così dette ‘Terre di Mezzo’.
Successivamente i Comuni di San Cassiano, Botrugno, Nociglia, Surano e Giuggianello (Terre di Mezzo) insieme ai Comuni di Scorrano, Maglie, Sanarica, Muro Leccese e Supersano, tutti in provincia di Lecce, hanno avviato una lunga fase di ascolto degli abitanti, di analisi e di osservazione e di ideazione e condivisione, con professionisti ed eccellenze esterne, di modelli per lo sviluppo sostenibile del territorio. I principali esiti di questa fase sono stati il radicamento di una consapevolezza, sia negli abitanti sia nelle istituzioni pubbliche, dei valori paesaggistici e culturali dei luoghi.
Tale consapevolezza ha permesso la creazione di una nuova visione strategica di sviluppo sostenibile, allargata ad un territorio sempre più esteso, che va al di là dei limiti comunali e che trova una sua scala di relazione locale e regionale, trasformando un territorio cancellato dalla memoria collettiva a luogo da dove far ripartire tutte le politiche di sviluppo futuro.
L’associazione del Parco dei Paduli è riuscita a dimostrare che un Parco può non indicare solo un’area “vincolata”, ma il luogo delle nuove opportunità di sviluppo locale, da gestire con abitanti consapevoli e capaci di riconoscerne e difenderne l’alto valore culturale e paesaggistico.
Infatti, il Parco dei Paduli, pur non essendo un parco agricolo “istituito”, è riconosciuto soprattutto come potenziale teatro di azioni per lo sviluppo locale. Ciò risulta in primo luogo nelle “volontà” degli atti deliberativi dei dieci Comuni partecipanti, e successivamente dal Programma Integrato di Rigenerazione Territoriale, PIRT, “Terre dei Paduli”. Risultato primo nella graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento dal bando sulla Rigenerazione Urbana del 2011, (cosiddetto “Bollenti spiriti”) è stato riconosciuto dal nuovo Piano paesaggistico territoriale regionale tra i 5 Parchi Agricoli Multifunzionali, in cui sperimentare gli scenari strategici, previsti nell’ambito (4.2.2) “Patto città campagna”.
Gli effetti positivi del progetto sono testimoniati anche dalle prime, piccole, trasformazioni urbane, che vanno dalla riqualificazione dei nuclei insediati ai loro collegamenti attraverso una rete di interconnessioni adatte alla mobilità lenta, mediante il recupero del fitto sistema di strade rurali che attraversano il Parco.
Inoltre, coloro i quali hanno fruito e sono stati coinvolti dalle attività di gestione del Laboratorio Urbano delle Terre di Mezzo con il progetto “Abitare i Paduli” hanno collaborato, attraverso i vari laboratori, alla gestione e “cura” del Parco.
Oggi il laboratorio “Abitare i Paduli” rappresenta un’alternativa occupazionale, grazie ai servizi e alle attività che vengono svolte all’interno, garantendo un indotto economico alle comunità con oltre mille visitatori l’anno.
Le attività/servizi del laboratorio spaziano dall’istituzione di un albergo diffuso temporaneo e permanente “Nidificare i paduli” (Lab. Ospitalità diffusa), all’organizzazione di forme alternative di mobilità, dalla individuazione di itinerari tematici (Lab. Mobilità Lenta), da tipologie inedite di valorizzazione del paesaggio e dei beni comuni con le iniziative “Creature dei Paduli”, “Raccontare i Paduli”, “Coro dei Paduli” (Lab. Percorsi Culturali), alla diffusione di metodi biologici di produzione agricola, alla messa in pratica di nuove formule legate alla cura dell’ambiente (Lampa! - Lab. Agricoltura, Lab. Gusto), all’accoglienza e alla socialità, dalla ricerca alla documentazione, comunicazione e promozione del territorio.”
Il processo di selezione ha previsto la individuazione di 10 interventi considerati eccellenti e quindi meritevoli di Menzione speciale. Fra questi 10 è stato alla fine selezionato il progetto presentato dall’Associazione LUA. Nelle prossime settimane il Mibact, che per la gestione del Premio si è avvalso dell’assistenza tecnica dell’Associazione Mecenate 90, promuoverà una iniziativa pubblica con la partecipazione di tutti i soggetti che hanno partecipato a questa IV edizione per dare conto del lavoro fatto e segnalare i progetti degni di menzione speciale. Potrà essere una occasione per riflettere sulle modalità con cui si sono fin qui sviluppate le politiche pubbliche per il paesaggio, considerare le criticità che hanno contrassegnato l’applicazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio, valutare lo stato delle relazioni fra Regioni e Mibact in materia di co-pianificazione e considerare per quale ragione sino ad oggi è stato sottoscritto solo il Piano Paesaggistico della Regione Puglia, riflettere sulle esperienze che si vanno diffondendo a livello locale che vedono la partecipazione dei cittadini e delle comunità alle decisioni che riguardano la salvaguardia e le trasformazioni del paesaggio, valorizzare infine questa virtuosa competizione perché abbia un riconoscimento più esplicito nel nostro Paese, istituendo il Premio per il Paesaggio dell’Italia. Sarebbe una concreta testimonianza del valore che l’Italia attribuisce alle politiche per il Paesaggio ma soprattutto, innovando alcuni dei criteri stabiliti dal Consiglio d’Europa, potrebbe rappresentare un autonomo contributo ad una politica europea per il governo delle trasformazioni dei paesaggi.
Ledo Prato
*Segretario generale Mecenate 90
Note
1 Articolo 11 – Premio del Paesaggio del Consiglio d'Europa:
_ 1- Il Premio del paesaggio del Consiglio d'Europa può essere assegnato alle collettività locali e regionali e ai loro consorzi che, nell’ambito della politica paesaggistica di uno Stato Parte contraente della presente Convenzione, hanno attuato una politica o preso dei provvedimenti volti alla salvaguardia, alla gestione e/o alla pianificazione sostenibile dei loro paesaggi che dimostrino una efficacia durevole e possano in tal modo servire da modello per le altre collettività territoriali europee. Tale riconoscimento potrà ugualmente veni rassegnato alle organizzazioni non governative che abbiano dimostrato di fornire un apporto particolarmente rilevante alla salvaguardia, alla gestione o alla pianificazione del paesaggio.
_ 2- Le candidature per l'assegnazione del Premio del paesaggio del Consiglio d'Europa saranno trasmesse ai Comitati di Esperti di cui all'articolo 10 dalle Parti. Possono essere candidate delle collettività locali e regionali transfrontaliere, nonché dei raggruppamenti di collettività locali o regionali, purché gestiscano in comune il paesaggio in questione.
_ 3- Su proposta dei Comitati di esperti di cui all'articolo 10, il Comitato dei Ministri definisce e pubblica i criteri per l'assegnazione del Premio del Paesaggio del Consiglio d'Europa, ne adotta il regolamento e conferisce il premio.
_ 4- L'assegnazione del Premio del paesaggio del Consiglio d'Europa stimola i soggetti che lo ricevono a vigilare affinché i paesaggi interessati vengano salvaguardati, gestiti e/o pianificati in modo sostenibile.