Il “modello Barcellona”, noto da decenni nei campi della progettazione urbanistica e della riqualificazione dello spazio pubblico, sembra essere un modello in costante rinnovamento. Il caso del progetto “Canòpia Urbana” di UTE Agence Ter e Ana Coello de Llobet, l’interessante progetto vincitore del concorso bandito dal Comune di Barcellona nel 2013 per la riprogettazione e riqualificazione di Plaça de les Glòries, conferma questa ipotesi. Spazio pubblico simbolico in cui convergono i tre grandi viali (la Meridiana, la Gran Via e la Diagonal) disegnati da Ildefons Cerdà nel suo celebre piano di ampliamento della città, il progetto, pur con il suo carattere contemporaneo, smart ed ecologico, sembra rispettare alcune delle idee fondatrici dell'Eixample barcellonese. Quindici ettari e tredici isolati coinvolti da un cantiere che prenderà il via a fine 2015 e dovrebbe terminare entro il 2018.
“La struttura dell'impianto complessivo, che era di buona sostanza pragmatica, è riuscita a ricondurre tutto ad un sistema di variegata coerenza, dove gli spazi aperti -strade e piazze- agivano come generatori di omogeneità e differenza”. (DE CARLO, 1988).
Giancarlo De Carlo descriveva così il piano di ampliamento (e ixample) di Barcellona, ideato nel 1859 da Ildefons Cerdà, uno fra i primi studiosi ad approcciarsi all'Urbanistica come scienza interdisciplinare, il cui contributo alla città di Barcellona è divenuto negli anni uno degli esempi più noti della storia della pianificazione urbanistica. L'ampliamento proposto all'epoca per Barcellona, seppur aggiornato da numerose varianti, mantiene tutt'oggi la straordinaria forza progettuale originaria, fondata su una scacchiera essenziale e regolare di isolati a forma quadrata dagli angoli smussati per favorire lo scorrimento del traffico. Nella città immaginata da Cerdà la vita urbana si compone di due funzioni essenziali, il movimento e l’interruzione. La prima è affidata allo spazio della strada, luogo di comunicazione con il mondo esterno, la natura e la società, la seconda è propria dell'isolato.
"La città deve essere il più possibile omogenea, per assicurare l'equivalenza di tutte le situazioni spaziali. Deve assicurare la massima igiene pubblica, permettere e facilitare le relazioni sociali grazie ad un sistema efficace di comunicazioni. Questi sono i principi che giustificano l'immensa scacchiera proposta per la nuova Barcellona" (CERDÀ,1854).
Pare evidente, dunque, come lo spazio della strada - spazio pubblico per eccellenza - assuma un ruolo strategico nella vita urbana. Per dare rilevanza anche simbolica al tessuto stradale Cerdà dispone due dei quattro maggiori tracciati viari, la Avinguda del Parallel e la Avinguda Meridiana, secondo l'orientamento dell'angolo formato dal parallelo e dal meridiano terrestre, da cui peraltro prendono il nome, in contrapposizione con la scacchiera edificata e rappresentata dalla Gran Via de les Corts Catalanes. Irrompendo nella rigida regolarità dell'edificato il più grandioso dei viali, la Avinguda Diagonal, segue un allineamento astronomico ancora più sofisticato. Ma tutti insieme, la Meridiana, la Gran Via e la Diagonal, convergono in un unico punto, la Plaça de les Glòries Catalanes, nel distretto urbano di Sant Martì, per più di un secolo estrema periferia urbana di carattere produttivo, poi negli anni Settanta e Ottanta grande snodo intermodale accentuato dalla presenza della ferrovia, della metro e del tram. Questa condizione di nodo permane e forse si accentua anche dopo i progetti di adeguamento stradale avvenuti negli anni Novanta, che hanno conferito alla piazza la forma ancor più periferica.
È solo a partire dal 2000 che l'Ajuntament de Barcelona (Municipio di Barcellona) e le entitats veïnals (organizzazioni di quartiere) di Poblenou ed altri intraprendono un percorso di collaborazione per la rifondazione urbanistica di questa periferia, candidandola ad importante centralità strategica metropolitana. Mediante il progetto “22@Barcelona - el districte de la innovació”, si è intrapresa la creazione di un innovativo distretto produttivo con spazi ed architetture contemporanee necessarie alla auspicata concentrazione strategica di attività ad altissima intensità di know-how. Nel 2003 si costituisce inoltre un comitato di sorveglianzadi ri-pianificazione dell'area di Plaça de les Glòries Catalanes, limitrofa all'area del progetto 22@Barcelona, che conclude i propri lavori nel 2007 con il cosiddetto Compromís per Glòries, un documento programmatico per la redazione del progetto di riqualificazione della piazza e aree contermini. Secondo quanto dice il vicesindaco, Antoni Vives, “L’obiettivo finale è quello di fare di Les Glòries un luogo civile e di buona convivenza, nonché un grande spazio urbano recuperato per la città”.
Les Glòries dovrà mantenere la sua caratteristica di porta urbana e gli assi viari che vi convergono - pur conservando la loro importanza strategica per la mobilità - non dovranno più essere percepiti come grandi cesure in un tessuto urbano periferico. I principi strategici sono: la eliminazione del recente anello viario sopraelevato; la creazione di un parco che minimizzi il transito di veicoli e massimizzi la superficie verde; l'interramento delle carreggiate della Gran Via; l'integrazione della pubblica mobilità; la costruzione di servizi servizi pubblici concertati e polifunzionali. La “cantierizzazione del documento” è partita recentemente, dalla progressiva demolizione dell'anello viario e dalla costruzione di alcuni impianti architettonici di scala metropolitana che prolungano e recuperano la Avinguda Meridiana, tra i quali il Museu del Disseny, il Museu Nous Encants, l'Auditori e il Teatre Nacional de Catalunya.
Nel 2013 l'Ajuntament bandisce un concorso di progettazione a partecipazione ristretta, per individuare il disegno urbano più adatto a garantire gli indirizzi descritti nel Compromís per Glòries. La giuria di concorso, formata da dodici esperti di discipline diverse, a cui si aggiungevano due rappresentanti delle organizzazioni di quartiere, sceglie all'unanimità - tra le dieci proposte architettoniche presentate - il progetto “Canòpia Urbana”, una collaborazione tra l'architetta catalana Ana Coello de Llobet e gli urbanisti francesi UTE Agence Ter. La proposta esaurisce con successo tutte le aspirazioni contenute nel processo di coinvolgimento dei cittadini e nel Compromís, oltrepassando addirittura le richieste formali del bando e trascendendo la dicotomia tra piazza e parco mediante la progettazione di un luogo urbano identitario dal carattere forte e senza precedente alcuno, un nuovo Espacio Glories. Jaime Lerner, presidente di giuria del concorso, ha descritto il progetto vincitore come “una proposta innovatrice che facilita l'incontro delle persone, sostenibile ed autosufficiente: più eco‑architettura che ego‑architettura”.
Canòpia Urbana è un progetto che lavora ad una doppia scala -locale e metropolitana- che enfatizza il ruolo delle strutture architettoniche già realizzate nell'area (ad esempio il Disseny Hub e il Nous Encants) e delle strutture architettoniche previste dai piani (ad esempio la Escola dels Encants). Ana Coello de Llobet è certa che questo nuovo spazio unirà la dimensione della metropoli con quella del quartiere, dando finalmente importanza sociale e strategica al nodo più emblematico del notorio Plan Cerdá, la cui memoria dei tre assi cardine verrà reinterpretata secondo un nuovo approccio paesaggistico ed ecologico. Riportando la descrizione dei progettisti, “Glories rappresenta un'opportunità per la creazione di un parco-piazza, che includa nuove dimensioni contemporanee, come la biodiversità e il comfort climatico, così come lo spazio per le pratiche creative quotidiane”. Canòpia Urbana è innanzitutto il progetto di un parco, che costituirà un piccolo polmone verde nella Città di Barcellona, nonché un “connettore ecologico” che riunirà i parchi limitrofi: Trinidad, Sagrera e Ciudadela. Il parco accoglierà, infatti, una vegetazione ricca, una “natura confortevole a servizio dei cittadini”. Le essenze previste si compongono del 70% di specie autoctone e del 30% di specie esotiche, tutte a bassa esigenza idrica. L’altezza degli alberi si armonizzerà con quella dell'edificato esistente, favorendo al contempo l'ombreggiamento delle attività quotidiane. Il parco sarà punteggiato di “micronodi”, ovvero spazi inaccessibili ai visitatori, creati per tutelare lo sviluppo della flora e della fauna. Un'agorà verde polivalente sarà il cuore sociale e simbolico del parco, dove è prevista anche la costruzione di un mirador che connetterà visivamente luoghi emblematici della città, come Montjuïc, la Sagrada Família, la Torre Agbar, ecc. É inoltre previsto l'impiego di tecnologie intelligenti per ridurre il consumo energetico, ad esempio mediante l'uso di illuminazione autosufficiente e di un sistema di recupero delle acque di pioggia (proveniente dai tetti delle coperture delle nuove edificazioni).
Le strutture di servizio - diciassette in totale - saranno concentrate nell'area ovest, integrate alla promozione immobiliare di mille nuovi appartamenti (di cui 450 alloggi sociali) raggruppati in aree pluritematiche che assicurano diversità sociale e mixité fonctionnelle, alla scala locale e metropolitana. Le diverse scale del progetto si confermano mediante nuovi collegamenti stabiliti con i quartieri limitrofi alla piazza-parco. Il progetto, pur avendo un carattere architettonico contemporaneo, è coerente con alcune delle idee di fondo dell'Eixample barcellonese: la socializzazione e lo svago sembrano infatti essere coerenti con quanto affermato da Cerdà, laddove egli affermava che la socialità dell'uomo è causa primaria dell'urbanizzazione. Inoltre il progetto, così come nelle sezioni multilivello di Cerdà, si sviluppa sotto e sopra la crosta urbana. La Gran Via resterà come segno paesaggistico superficiale, mentre il traffico veicolare sarà interrato ed il traffico su rotaia dirottato lungo i bordi più esterni del parco. La Diagonal manterrà la sua continuità, benché convertita in un grande paseo verde, fruibile solo da pedoni e ciclisti. La Meridiana attraverserà il parco, ramificandosi nelle diverse funzioni previste dal progetto. A sud della piazza-parco un nodo intermodale è stato pensato per metro, autobus e tram, necessario a ridurre il carico veicolare derivante dagli spostamenti quotidiani ed occasionali.
Questo progetto conferma la capacità della capitale catalana di offrire visioni integrate e lungimiranti, capaci di offrire occasioni per l’innovazione molto interessanti. Probabilmente ciò che rende Barcellona un esempio virtuoso di sviluppo urbano sostenibile è la continuità di impegno nella programmazione: un costante sforzo di anticipazione - piuttosto che di adeguamento - nell'organizzazione di un contesto in evoluzione, mutevole socialmente e tecnologicamente, sempre capace di riscriversi stilisticamente e di rafforzarsi nelle sue più radicate identità. La pubblica amministrazione catalana, smart & sustainable anche in questa occasione, ha dimostrato di saper proporre una pianificazione strategica complessa, con scelte disegnate per il lungo periodo; di saper creare collaborazione tra forze e competenze differenti; di riuscire a coordinare investimenti pubblici e privati; di saper promuovere progetti visionari e all'avanguardia, di avere la volontà e la forza di attivare e valorizzare le proprie risorse, conformando il proprio ragionamento creativo avviato secoli or sono.
CREDITI DEL PROGETTO “CANÒPIA URBANA”
Progettisti: UTE Agence Ter & Ana Coello de Llobet
Managing Partner: Olivier Phillippe
Responsabili del progetto: Elena Fontal, Benoit Barnoud
Paesaggista e Urbanista: Agence Ter
Collaboratori: François Egreteau, Natalia Escar, Marina Daviu, Aldo Jiménez
Architetto-Paesaggista e Architetto: Ana Coello de Llobet, Paisaje y Arquitectura
Collaboratori: Oihana Kerexeta
Agronomia: Factors de Paisatge / Manuel Colominas
Ecologia e Ambiente: Estudi Xavier Mayor
Ingegneria e Infrastrutture: JG Ingenieros
Economia: Francesc Xairó I Associats SL
Progettazione digitale: Agence Nez Haut / Jean ‐ Christophe Choblet
Consulenza urbanistica: Yannick Troubat
Ingegneria climatica: Transsolar
Prospettivista: Julien Combes
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