Nell’ambito delle questioni relative alla progettazione sostenibile, affrontate fino a oggi da EcoWebTown, è emersa più volte la necessità di soffermarsi sulle molteplici interpretazioni del rapporto tra sostenibilità e innovazione che possono essere rintracciate nelle esperienze di ricerca e sperimentazione progettuale condotte sull’ambiente urbano. Il nodo sostenibilità-innovazione costituisce oggi un nucleo problematico ricorrente negli studi che si occupano della progettazione dell’habitat umano e, negli anni a venire, sembra essere destinato ad assumere una centralità sempre maggiore nei processi di conservazione e sviluppo degli insediamenti urbani.
Infatti, se l’obiettivo della sostenibilità – nel suo significato ecologico, economico e sociale – può ormai considerarsi un orizzonte ineludibile per la definizione di politiche, progettualità e pratiche per il miglioramento degli spazi della città e per il ripensamento delle forme dell’abitare urbano, non si può ancora accertare un significato oggettivamente condiviso per il concetto di innovazione.
Con il nuovo quadro socio-economico delineatosi a partire dalla crisi del 2008, le modificate disponibilità di risorse finanziarie che hanno segnato un primo storico sbarramento alle dinamiche di crescita urbana illimitata, ma anche con il sopraggiungere delle prime “reazioni naturali” causate dall’insostenibilità dei processi di sviluppo finora percorsi, è proprio il concetto di innovazione, cioè l’azione del rendere nuovo che sembra essere chiamata per prima in causa nell’ideazione e nella progettazione del futuro delle città1.
Intorno al concetto di innovazione sono destinati a incontrarsi e scontrarsi modelli, approcci e tecniche per la trasformazione degli insediamenti urbani, in parte consolidati e legati alla lenta evoluzione delle culture costruttive, ma in parte anche portatori di nuovi valori, interessi e forme rispondenti a un quadro di esigenze che si presenta particolarmente instabile e soggetto a repentine modificazioni.
A fronte di questo nodo problematico che è quindi, soprattutto, espressione di un ancora non maturo e consapevole rapporto delle invarianti del progettare e del costruire con le variabili dello sviluppo sociale ed economico, nelle Scuole di Architettura italiane si è rilevata un’intensa attività di ricerca in tutti i settori disciplinari. Sono esperienze che si soffermano sia sui ruoli che i processi innovativi possono assumere nel ri-orientamento sostenibile reale delle attività trasformative dei sistemi urbani, sia sulle relazioni (consolidate, in progress o in via di attivazione) tra discipline scientifiche e saperi specialistici che possono cooperare per re-innovare il processo progettuale dell’ambiente urbano verso una sostenibilità integrata.
La Redazione e il Comitato editoriale di EcoWebTown hanno così deciso di intraprendere un percorso di ricognizione di tali esperienze in atto, nell’ottica della costruzione di uno spazio di riflessione interdisciplinare su quanto si sta sviluppando nella scena universitaria italiana, anche per costituire un’occasione di confronto e dibattito tra i vari ambiti disciplinari che operano sui temi della progettazione dello spazio urbano.
Ne è nato un progetto di ricerca sul tema della “Sostenibilità e Innovazione nel Progetto della Città” che stiamo portando avanti attraverso un’indagine sulle linee di ricerca condotte nei vari settori disciplinari che siano espressione non di singole esperienze o interessi scientifici personali, ma esito di attività di studio condotte in raggruppamenti monodisciplinari e/o interdisciplinari.
Dalle testimonianze, dai saggi e dalle esperienze documentate dai vari gruppi che hanno aderito all’iniziativa è apparso subito evidente quanto siano importanti le diversità culturali che stanno emergendo dalla ricerca e come risultino cruciali, nei prossimi anni, per la ripresa del sistema Paese.
Si sta progressivamente evincendo un quadro scientifico rispetto al quale, partendo da singole sollecitazioni di settore, si può arrivare a definire un più ampio scenario culturale italiano in cui i vari contributi specialistici delineano importanti momenti di differenza, possibili occasioni di “convergenza” e, forse, imprevisti orizzonti sinergici tra gli apporti dei diversi campi disciplinari che operano sui temi della progettazione dell’ambiente urbano nelle sue varie dimensioni.
Sono dati che restituiscono anche un’importante inversione di rotta nella ricerca e nella sperimentazione sulla sostenibilità e sull’innovazione che travalicano la scala nazionale. Molteplici, infatti, sono gli elementi che testimoniano il cambio di direzione nell’approccio alla ricerca sulla base di quanto si è delineato, a livello comunitario, in merito ai ruoli della progettazione urbana nelle politiche ambientali attese dal VII Programma Quadro “Horizon 2020”. Altrettanto importanti sono le ricadute indotte da tali esperienze nella riorganizzazione e internazionalizzazione delle metodiche didattiche e di alta formazione che stanno emergendo nel sistema universitario italiano2. Non trascurabili, infine, sono gli impatti conseguenti dalla diffusione di team di lavoro che scegliendo di operare in gruppi multidisciplinari, nelle ricerche come nelle sperimentazioni a carattere più strettamente progettuale, colgono nella complessità e nella difficoltà del confronto con le altre discipline le principali sfide e sollecitazioni entro cui maturare idee innovative3.
L’indagine è stata avviata partendo dall’esplorazione dei raggruppamenti nei settori scientifico-disciplinari che operano alla scala del progetto urbano, facendo riferimento alla pianificazione e alla progettazione urbanistica/territoriale, alla progettazione tecnologica e ambientale e alla progettazione architettonica.
Con questa prima uscita iniziamo la pubblicazione dei risultati riferiti ai gruppi di studiosi che si occupano di progettazione tecnologica e ambientale e ai quali è stato richiesto di testimoniare quanto si sta conducendo, in termini di ricerca e sperimentazione progettuale sul tema generale della sostenibilità e dell’innovazione nel progetto della città, sviluppandone, in modo particolare, la questioni del “Rapporto tra sostenibilità e innovazione tecnologica nella progettazione dell’ambiente urbano”.
L’obiettivo della progettazione sostenibile della città contemporanea, delle sue componenti costruite, spaziali e immateriali, appare sempre più vincolato alla capacità di cercare e sviluppare forme di interazione creativa tra le culture tecniche e comportamentali dell’abitare e del costruire (a lenta, se non lentissima variabilità) e le innumerevoli sollecitazioni al cambiamento indotte dall’effluvio di scoperte tecnico-scientifiche soggette ormai a evoluzioni con tempi sempre più contratti.
Di conseguenza, una delle questioni emergenti da affrontare sembra essere proprio il rapporto tra sostenibilità e impatti delle innovazioni tecnologiche nei processi di modificazione delle città.
Attraverso il termine innovazione, infatti, passano troppo spesso posizioni che rischiano di ricondurre il progetto della sostenibilità dell’ambiente costruito urbano (ma anche alla scala territoriale, edilizia o dell’oggetto) a effimeri formalismi etichettati come “verdi”4, a concentrazioni tecnicistiche dei migliori e più performanti prodotti offerti dal mercato dei componenti costruttivi o anche a nostalgiche riproposizioni di forme dell’abitare e del costruire recuperate dal passato. Si tratta di interpretazioni dell’innovazione che, certamente, sostengono il perdurare delle tendenze speculative edilizie (mascherate dietro l’aura dell’environmentally correct), ma che non contribuiscono al ripensamento sostenibile dei processi abitativi e costruttivi intesi nella loro complessità.
Di fronte a queste potenziali devianze indotte da innovazioni negate, enfatizzate o respinte emerge l’importanza della ricerca tecnologica applicata alla progettazione dell’ambiente urbano e la sua centralità strategica e operativa per delineare scenari di sostenibilità urbana in cui le innovazioni convivono e coevolvono con le società e gli abitanti.
A questi aspetti devono senz’altro essere affiancati altri elementi importanti che riguardano: i ruoli dell’innovazione tecnologica – di processo, di progetto, di prodotto – nella rielaborazione e nella reinterpretazione dei percorsi di mantenimento, recupero e trasformazione degli insediamenti urbani; l’originalità, adattività ed evolutività delle innovazioni tecnologiche coinvolte nel progetto sostenibile delle città; l’accettazione e le condizioni di successo delle innovazioni,affinché possano realmente trasformarsi in materiali operativi del progetto in grado di migliorare la vivibilità e la qualità urbana5.
Già in questa prima fase di avvio della pubblicazione dei risultati dell’iniziativa, dalle esperienze finora pervenute emergono importanti elementi caratterizzanti l’approccio delle ricerche sugli aspetti tecnologici del progetto urbano. A volte, i raggruppamenti operando entro gli ambiti disciplinari specifici delle tecnologie dell’architettura, della produzione edilizia (e in alcuni casi anche del disegno industriale), ne reinterpretano il corpus consolidato di metodi e conoscenze in vista di una loro rielaborazione, apertura e anche verifica con posizioni, culture e saperi esterni. In altri casi, lavorando in team di lavoro caratterizzati per la loro particolare articolazione interdisciplinare, affrontano il complesso nodo della costruzione di un nuovo sapere creativo attraverso il coordinamento delle coerenze, competenze e culture tecniche che operano alle varie scale del progetto urbano.
Si tratta di atteggiamenti scientifici per lo sviluppo delle ricerche che non si contrappongono, anzi, spesso convivono e si sovrappongono e che, verosimilmente, è auspicabile possano ritenersi non esclusive delle discipline tecnologiche del progetto ma testimonianze di un più generale e fertile clima inclusivo di cambiamento in atto nelle scuole e nei dipartimenti di architettura delle università italiane (continua).
Note
1. In merito al ruolo delle innovazioni nei processi di ridefinizione delle città, Bernardo Secchi, nel suo ultimo lavoro, ha proposto tre importanti campi di riflessione sui quali tornare a indagare le responsabilità e potenzialità del progetto alla scala urbana: le ingiustizie spaziali prodotte, nella città e dalla città, come nuove questioni urbane; la necessità di innovare e ripensare la struttura delle città per fronteggiare le crisi economiche, sociali e climatiche della contemporaneità (come è già avvenuto più volte nel passato di tutte le città); la presa di coscienza della non infinita malleabilità dello spazio urbano e, quindi, dei limiti della trasformabilità incoerente dello stesso, senza progettualità.
2. Per questi aspetti si rimanda al dibattito sulle nuove competenze da garantire alle figure tecniche che operano nei diversi campi della progettazione architettonica e urbana, superando il modello specialistico-monodisciplinare, come si è definito in occasione dell’incontro per la costituzione di una “Rete delle Società scientifiche del progetto”; svoltosi a Roma il 19 giugno 2014 presso la Casa dell’Architettura.
3. In questa direzione, La Carta europea dei ricercatori pone particolare attenzione sul futuro delle attività scientifiche condotte in team interdisciplinari, ritenute di importanza strategica per lo sviluppo culturale, ecologico, economico e tecnologico nonché per la competitività internazionale di tutti i paesi dell’Unione europea.
4. Paradossalmente, proprio con la fase di massima diffusione della sensibilità ecologico-ambientale si iniziano a registrare i primi segnali di un’inflazione terminologica e di un’ipertrofia tecnologico-produttivistica incentrati sui temi della sostenibilità, come aveva intuito con netto anticipo Franco La Cecla nel suo “Pornoecologia”, postfazione a Guattari F. (1991), Le tre ecologie di, Edizioni Sonda, Torino.
5. Per quanto riguarda il rapporto che si instaura tra le innovazioni tecnologiche ( fondamentali, adattive, funzionali) e i processo costruttivi dell’architettura e della città si rimanda all’efficace trattazione sviluppata da Nicola Sinopoli in Sulle tracce dell’innovazione (cfr. rif. bibl). [continua]
Riferimenti bibliografici
Ricci L. a cura di, (2014), Sperimentare il progetto. Insegnamento e ricerca scientifica nelle scuole di architettura, Dossier Urbanistica online, INU edizioni, Roma, http://www.urbanisticainformazioni.it/IMG/pdf/ud007.pdf.
Secchi B. (2013), La città dei ricchi e dei poveri, Editori Laterza, Roma.
EC/DGR (2005), Carta europea dei ricercatori, Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg, http://ec.europa.eu/euraxess/pdf/brochure_rights/eur_21620_en-it.pdf.
Sinopoli N. (2002), “L’innovazione tecnologica in edilizia: una premessa” e “Cinquant’anni di innovazioni tra domanda e mercato” in Sinopoli N., Tatano V. a cura di, Sulle tracce dell’innovazione tra tecniche e architettura, pp. 7-42, FrancoAngeli, Milano.