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Campus dell'innovazione automotive e meccanica in Val di Sangro, di Mosè Ricci

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Kyoto, il Nobel ad Al Gore, il surriscaldamento globale, le emissioni di CO2, il costo del petrolio, le energie rinnovabili, la difesa dei valori di paesaggio, la crisi economica che travolge le società locali. Tutto il mondo si preoccupa e lavora su queste urgenze. Ambiente e Società sono le grandi questioni politiche e filosofiche del nuovo millennio. Nuovi paradigmi sembrano governare per antinomia il bisogno sociale di qualità dello spazio abitativo: ecologico vs. metropolitano, sostenibile vs. formalista, sensibile al paesaggio vs. generico.
Il nostro progetto per un centro per l’innovazione automotive in val di Sangro cerca di interpretare questi principi oppositivi nel quadro di una proposta organica di qualità condivisa.
L’area per la realizzazione del Campus dell’Innovazione Automotive e Metalmeccanica ha un paesaggio unico. Si trova su un altopiano che domina la Valle del Sangro, a mezza strada tra il crinale delle colline con gli insediamenti più antichi e il fiume. A nord est lo sguardo arriva, con il Sangro, fino al mare. Verso ovest il panorama della valle si raccoglie nel grembo della Majella Madre. Si tratta di un paesaggio spettacolare. Disegnato dall’acqua.
La conca Sangro-Aventina è un paesaggio abitato. Dove si vive e si lavora. Dove la matrice agricola si miscela con lo spirito di impresa e con la produzione industriale. La sua economia ha generato una piattaforma locale importante e competitiva a livello internazionale ed un contesto dello sviluppo che definisce un modello insediativo di tipo nuovo. Un modello che tiene insieme i centri residenziali collinari più antichi e i tessuti filamentosi vallivi, i grandi segni del paesaggio naturale e i corridoi infrastrutturali, la tradizione e il cambiamento. E’ un sistema territoriale complesso. Non è possibile classificarlo come pura conseguenza –o, peggio, come degenerazione– della fase iniziale dell’industrializzazione pesante. Nella conca del Sangro-Aventino gli impianti produttivi e il frazionamento delle proprietà agricole, generano strutture insediative disperse e magnetizzate dalla linea di fondovalle. Si tratta di processi territoriali che già da tempo incubano servizi e attrezzature per un contesto che ha oramai assunto una dimensione molecolare e poliarchica. Ma soprattutto è importante notare come la società del Sangro-Aventino abbia saputo costruire e consolidare nel tempo un sistema di relazioni e di reti di diversa geometria e densità dentro un territorio ampio. Nel quale il rapporto rurale/urbano perde i significati e i valori tradizionali, a favore di forme di vita, di economie e di assetti insediativi ibridi e innovativi.
Il nostro progetto prende a riferimento questa visione e lavora sull’immagine del Campus come ecosite o ecoparco. Un grande catalizzatore ambientale e di paesaggio, che usa fonti energetiche rinnovabili e punta alla ottimizzazione dei consumi. Un parco produttivo che considera i caratteri di manutenzione e gestione inclusi in una logica di progettazione integrata, rendendoli indicatori per la definizione delle qualità dell’intervento alla scala paesaggistica e non come fasi operative di un processo post-progettuale.

 

Vista dall'ingresso
Vista dall'alto
Tecnologie solari
Vista dai Laboratori
Laboratorio tipo
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Sistema delle acque
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Magazine of Sustainable Design (Quadrimestrale on line sul progetto di città sostenibile)
Edizione SCUT, Università Chieti-Pescara
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